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Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli. II Atto, II scena: la creazione di Nenya, Vilya, Narya

Care lettrici, cari lettori,
l’articolo di oggi tratterà di uno dei momenti salienti della Seconda Era, ossia la creazione dei tre grandi Anelli elfici del potere: questi artefatti, a differenza degli altri, furono creati da Celebrimbor in completa solitudine, poiché il suo mentore Annatar (alias Sauron) si era ritirato nelle sue terre (cioè a Mordor). Purtroppo, però, poiché la tecnica alla base della loro realizzazione era stata ispirata in parte ai suggerimenti di Annatar, anche questi tre Anelli si trovarono legati alla sua oscura volontà. Al termine di molte traversie, questo fu il destino dei Tre: l’Anello di Fuoco (Narya) fu consegnato allo stregone Gandalf; l’Anello di Aria (Vilya) andò al mezzelfo Elrond (il padre di Arwen, per intederci); l’Anello di Acqua (Nenya), infine, fu consegnato da Celebrimbor stesso nelle mani di Galadriel, che intorno al suo potere rese segreto il regno di Lorien.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

Narratore: Dopo il rifiuto di Galadriel, Celebrimbor si recò alla dimora di Annatar e gli offrì piena collaborazione per l’opera che intendeva realizzare. Trascorsero gli anni e nelle forge di Ost-in-Edhil presero vita i Grandi Anelli del Potere degli Uomini e dei Nani; infine, dopo un estenuante studio condotto sotto la guida di Annatar, Celebrimbor raggiunse la vetta della sua abilità e forgiò in solitudine i Tre Grandi Anelli degli Elfi: Nenya, Vilya e Narya. Alcuni anni dopo, Celebrimbor presentò ai fabbri dell’Eregion le sue creazioni.

Coro: Sette Anelli ai Re dei Nani
Negli antri echeggianti del canto di possenti forge
Nove Anelli ai Re degli Uomini
Che si levano in possanza per breve tempo
Tre Anelli ai Re degli Elfi
Splendenti nelle loro vetuste dimore
Sette Anelli ai Re dei Nani
Nelle aule ricolme di ori e argenti
Nove Anelli ai Re degli Uomini
Nelle regge adornate da splendidi arazzi
Tre Anelli ai Re degli Elfi
Nelle limpidi fonti riflessi

Celebrimbor: (levando al cielo gli anelli elfici) Giunte a termine sono le mie fatiche ed esse apporteranno grande sollievo ai popoli della Terra di Mezzo: Nove Anelli ai Re degli Uomini, Sette Anelli ai Re dei Nani e tre ai Signori degli Elfi. Tutte le contrade che i nostri avi difesero strenuamente giacciono sommerse delle grandi acque del Belagaer, per tema che le ferite inferte dai Valar e dall’Oscuro Nemico potessero renderle oscure ed inospitali; non permetteremo, dunque, che anche codeste terre siano oltraggiate da mani poco savie!
Gli Anelli che ho forgiato durante questi lunghi anni solleveranno dalla miseria coloro che vivono nell’indigenza e divorati dal dubbio; grazie alle fatiche della mia mano e ai saggi consigli di Annatar il Grande, le genti della Terra di Mezzo conosceranno una nuova Primavera e le opere che esse hanno ottenebrato, per follia o per paura non saprei dire, torneranno a rifulgere di luce propria, sicché una nuova stagione di ricchezza regnerà nel cuore dei figli di Iluvatar ed essi saranno liberati dalle pesanti catene che i Valar posero sui loro corpi, affinché fossero privati della volontà e onorassero come un bene a loro infinitamente caro quanto agli occhi dei savi altro non era che una greve schiavitù.
Orsù, dunque: codesti giorni tristi si apprestano a terminare, per la gloria dei Noldor!

Suggerimenti di lettura:

Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere. II Atto, I scena. Celebrimbor e Galadriel (parte II)
Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: II Atto, I Scena. Celebrimbor e Galadriel
Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: I Atto, II Scena (conclusione)
Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: I Atto, II scena (continuazione)
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Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere – I Atto, Scena I

Ar-Pharazon, the last king of Numenor

Pharazon. Only son of Gimilkhad, father of Varaneli. Became the leader of the faction of the Numenoreans who opposed Palantir and, subsequently, to his daughter Miriel, assisted by the Nazgul Akhorahil, Adunaphel and Er-Murazor, seized the throne of Numenor. He forced the queen to abdicate her in his favor, marrying her against her will, but promising her that she would save her life from Erfea. Pharazon, after Sauron pretended to submit to his power, became a follower of the cult of darkness and decided to invade Valinor, the land of the Valar (Gods): this reckless gesture caused the wrath of Eru (God) who destroyed Numenor. Pharazon and his entourage, however, were trapped in the Caves of Oblivion and will lie there until the end of days. He appears in the following stories: The Sailor and the Princess; The Sailor and the Half-elf; The Sailor and the White Tree; The Shadow and the Sword; The Infamous Oath.

Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere. II Atto, I scena. Celebrimbor e Galadriel (parte II)

Care lettrici, cari lettori,
continuo in questo articolo la narrazione della triste vicenda di Celebrimbor, innamorato, senza essere corrisposto, da Galadriel. Buona lettura, aspetto i vostri commenti! Se avete perso gli articoli precedenti, o desiderate semplicemente rileggerli, trovate nei link in basso gli altri brani relativi a questa tragedia.

«Celebrimbor (irato in volto): Di quali pensieri e di quale volontà parli? Se i miei passi mi hanno condotto presso la tua dimore, è perché essi potessero realizzare il mio disio; a nulla servono le tue ammonizioni, né puoi ignorare che sia la paura a parlare in tua vece.
Galadriel: Vi sono molte paure e non tutte hanno conosciuto la medesima origine.
Celebrimbor: Tutte le paure, però, conducono verso un medesimo fine.
Galadriel: Conducendo seco, immagino, coloro che siano così ingenui da assecondarle, sia pure a prezzo di indicibili sofferenze.
Celebrimbor: Spiriti lungimiranti, però, potrebbero arrestarne il corso, mutandolo a proprio piacimento per il raggiungimento di fini che ad altri sono celati.
Galadriel: Celati non lo sono, ahimé.
Celebrimbor: Allora, poiché ben m’avvedo che il tuo spirito non ignori quello che io nutro, sarebbe forse opportuno affrontare insieme la paura che attanaglia i nostri cuori.
Galadriel: (dopo aver sospirato a lungo e con il volto addolorato): Bene non verrà da simili parole che pronuncerò dinanzi alle tue orecchie e che a te sono destinate e a nessun altro; tuttavia, poiché il destino del Mondo muta rapidamente, ti auguro che il rancore possa tramutarsi in sollievo ed il dolore in dolce malinconia. Tu mi ami, Celebrimbor dell’Eregion: nulla però posso contraccambiare dei tuoi sentimenti, ché essi non sono i miei ed altrove risiedono le mie dolci speme.
Celebrimbor (freddo e scuro in volto): Questo è dunque il tuo volere nell’ora del bisogno e del dolore; persevera pure nella tua volontà, se tale è il tuo desiderio, tuttavia, sappi che non vi sarà perdono, né pentimento alcuno.
Galadriel: Mio dolce amico…
Celebrimbor: Nessun perdono!
Galadriel: Fratello caro come un padre…
Celebrimbor: Nessun pentimento!
Galadriel: (abbassando il volto a terra) Sia dunque così come tu desideri: sappi che le porte della mia dimora ti saranno aperte, qualora il tuo volere dovesse mutare.
Celebrimbor: Se il mio volere dovesse mutare, verrei meno alla mia dignità: freddo sarà d’ora innanzi il mio cuore nei tuoi confronti ed esso non agognerà più alla tua dimora. Addio, dunque: possano i tuoi giorni essere più felici dei miei».

Suggerimenti di lettura:
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500 followers! Thank you!

I reached 510 followers in the week. I can’t believe it, it’s a great result! I thank you for taking the time to read my articles. I dedicate a triptych to you that represents the three main characters of my stories: Erfea, Miriel and Elwen.

Ho raggiunto in settimana 510 followers. Non riesco a crederci, è un risultato ottimo! Vi ringrazio per il tempo che mi dedicate leggendo i miei articoli. Vi dedico un trittico che rappresenta i tre principali personaggi dei miei racconti: Erfea, Miriel ed Elwen.

Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: II Atto, I Scena. Celebrimbor e Galadriel

Care lettrici, cari lettori,
prosegue in questo articolo la storia della tragedia di Celebrimbor, il forgiatore dei Grandi Anelli e complice (inconsapevole) della malizia di Annatar, alias Sauron. La figura di Celebrimbor è doppiamente tragica: non solo per via delle note vicende che lo videro operare al fianco di quello che sarebbe diventato il malvagio Signore degli Anelli, ma anche perché egli amò, senza essere corrisposto, Galadriel, la più bella e nobile tra le donne elfiche.
In questo brano Celebrimbor si recherà da Galadriel, cercando, ancora una volta senza successo, di fare breccia nel suo cuore…

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

L’immagine in copertina è di Livia de Simone

Narratore: Uscito Annatar dalla Sala delle Forge ove aveva discusso con Celebrimbor, l’Elfo si reca alla dimora di Celeborn, ove chiede udienza presso dama Galadriel.

Coro: L’Amore che rende ciechi gli ignari
L’Amore che avvampa nei cuori orgogliosi
L’Amore che annienta ogni resistenza
L’Amore che l’odio distrugge
L’Amore che il dolore ignora
L’Amore principio della follia
L’Amore epilogo della disperazione
L’Amore dominato dagli sciocchi
L’Amore dominante dei savi
L’Amore affamato di sogni
L’Amore schiavo dei Figli di Iluvatar
L’Amore tiranno dei Figli di Iluvatar

Celebrimbor: Fermo, mio cuore, non esitare; e tu, animo squarciato da mille ferite, sii saldo; infine, dunque, quanto avevo osato sperare nel mio animo giunge a maturazione. Se questa notte il mio volere non sarà più solo, allora abbandonerò questi sentieri colmi di disperazione e mi recherò ove la luce è calda è profumata.
Codesta sarà la mia opera più grande; ruggine mi sembreranno, d’ora in avanti, tutti i gioielli e le lame che giacciano nei forzieri di questa città ed io sarò artefice di quanto i miei sensi fino a questo momento non hanno saputo cogliere.
Presto, dunque, mio cuore, il tuo dolore sarà lenito o sarà per sempre sovrano nel mio petto; non indugerò ancora, su queste scale, ed esse mi vedranno ebbro della vittorio o umiliato dalla sconfitta.
Galadriel: Chi mi chiama dunque? Chi pronuncia il mio nome sulla scala della mia dimora?
Celebrimbor (rivolgendosi al coro dei Noldor): Ella è qui! Amici miei, non posso tollerare oltre che la sua dolce voce esiti ancora nel pronunciare il mio nome, ché esso riempe il mio animo di indicibile gioia. Dunque risponderò ed il mio disio sarà soddisfatto. (rivolgendosi a Galadriel): Celebrimbor dell’Eregion chiede udienza dinanzi alla tua persona, signora dei Noldor. Non indugiare ancora e lascia che l’uscio della porta della tua dimora possa aprirsi.
Galadriel: Cosa domandi alla mia porta, Celebrimbor?
Celebrimbor: Questa porta, Signora dei Noldor, sarebbe ben più lieta di ascoltare il suono di altre parole uscire fuori dalle tue labbre, piuttosto che dalle mie. Perché, dunque, non vuoi che la tua voce diffonda echi diversi da quelli che ho testé ascoltato?
Galadriel: L’ora è tarda, sicché non dovrebbe meravigliarti ascoltare simili discorsi provenire dalla mia mente; non dirò che la tua visita mi giunga inattesa o sgradita. Il sonno, tuttavia, grava sulla tua mente Celebrimbor ed esso genera fantasmi oscuri.
Celebrimbor: Non vi è stupore alcuno, infatti, nel mio animo; tuttavia, se fosse il tuo cuore a parlare in vece della tua mente, forse il dolore ed il dubbio abbandonerebbero il tuo essere.
Galadriel: Non vi sono dubbi che alberghino nel mio cuore, figlio di Curufin: se incerta è stata la mia voce, è solo perché essa non vuole dichiarare quanto il mio animo vorrebbe risparmiarti di ascoltare.
Celebrimbor: Se, dunque, tale è il tuo volere, perché esso tace? Oscure mi sembrano le tue parole ed io non ne comprendo il significato.
Galadriel: Non vi sono parole che io posso rivelarti in grado di allietare il tuo animo, né la mia volontà, lo vedo bene, potrebbe mutare il tuo pensiero in quest’ora.

[continua]

Suggerimenti di lettura:
Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: I Atto, II Scena (conclusione)
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Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli – Primo Atto, Seconda Scena
Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere – I Atto, Scena I

Happy new seasons!

Dear readers, in these days you will have been overwhelmed by happy new year wishes. I want to do something more original and wish you good seasons: for some years, personally, I feel more the succession of the seasons than the years, perhaps because of my work … or at the advancing age! In any case, happy wishes to you all! I dedicate this song by Dream Theaters to you, entitled, not surprisingly, A change of seasons.

Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: I Atto, II Scena (conclusione)

Care lettrici, cari lettori,
eccoci alla conclusione della seconda scena del primo atto della tragedia dedicata alla figura di Celebrimbor e alla sua seduzione da parte di Annatar, alias Sauron. Trovate qui gli altri articoli pubblicati in merito a questo testo: Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: I Atto, II scena (continuazione); Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli – Primo Atto, Seconda Scena; Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere – I Atto, Scena I

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

L’illustrazione in copertina è opera di Angus McBride e rappresenta Celebrimbor intento a forgiare uno degli Anelli del Potere.

Celebrimbor (sdegnato in volto): Perché dunque non ti rivolgi ai fabbri di Khazad-Dum? Anch’essi, infatti, sono abili fabbri e sarebbero ben lieti di condurre la tua volontà verso un fine che riterresti soddisfacente.
Annatar: Sagge sono le tue parole; nessun nano, tuttavia, avrebbe perizia tale da lavorare la Fiamma Imperitura stessa! Solo tu, Celebrimbor dell’Eregion, possiedi l’abilità e la saggezza tali da poter ardire realizzare un simile obiettivo.
Celebrimbor: Se ho ben inteso le tue parole, condivideresti la tua arte con la mia? Nessun dono potrebbe essere più grande di quello che oggi mi proponi; eppure, entrambi lo sappiamo, nessun artista concederebbe con tale facilità i propri doni ad altri che non fosse il proprio allievo ed erede. Cosa dovrei concedere ai tuoi voleri affinché il tuo spirito possa dichiararsi soddisfatto del dono che mi offri?
Annatar (ridendo con grazia): Mio signore, quale dono potrebbe ricevere un simile nome, se fosse un pegno del quale l’incauto beneficiario dovrebbe poi pentirsi?
Celebrimbor: Ben m’avvedo che le tue parole siano veritiere; tuttavia il mio popolo teme la parola degli Ainur, quanto quella dei servi di Morgoth, ché spesso essi traggono proprio vantaggio da azioni che, agli occhi degli sciocchi e degli ingenui, potrebbero apparire generose. Sia come dici: possa l’Uno maledirti mille e ancora mille volte se le promesse si dimostreranno false!
Annatar (inchinandosi profondamente): Nulla avrà da pentirsi Celebrimbor se seguirà quanto i suoi voleri lo esortano a compiere.

Continua con il secondo atto…

Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere: I Atto, II scena (continuazione)

Care lettrici, cari lettori,
proseguo con questa storia la narrazione della tragedia di Celebrimbor, alle prese con i desideri inconsci (e terribili) del suo animo…se vi siete persi le altre parti di questo racconto, vi suggerisco di leggerle (o rileggerle) qui: Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere – I Atto, Scena I; Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli – Primo Atto, Seconda Scena.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«Celebrimbor: Se davvero sei chi affermi di essere e se i desideri più inconsci del mio spirito non ti sono ignoti, allora ben comprenderai quanto le tue parole non possano obliare alcuno fra i dolori che il mio cuore affliggono.
Annatar: Sappi, tuttavia, che i miei doni non sono semplici artefatti o parole pronunciate con saggezza, ché altre sono le ricompense che il mio spirito nutre ardentemente poter consegnare nelle tue abili mani.
Celebrimbor (rivolgendo ad Annatar uno sguardo sospettoso): Perché dovrei dunque credere che un figlio del popolo degli Ainur sia giunto in siffatta contrada per distribuire i suoi doni con tanta generosità? Perché i Valar non sono giunti dinanzi al cancello di questa città per redimersi dai loro errori e chiedere perdono al popolo dei Noldor? Certo, pur non essendo signore di alcuna schiatta e privo dell’autorità che i miei padri conobbero allorché l’Oscuro Nemico ancora dominava i fati dei figli di Iluvatar, mai potrei accettare che un loro servo, se pur dotato di arti quali gli elfi forse non saranno mai in grado di raggiungere, possa parlare in loro vece!
Annatar: Giunsi da Valinor, ma non per conto dei Signori di quella contrada; essi, infatti, riposano nella coltre delle nubi che si ergono fra il mare ed il cielo, più non curandosi di quanto avviene nelle terre mortali; tuttavia, lungi dal nutrire il mio animo astio nei loro confronti, esso gioisce, ché, altrimenti, il mio corpo avrebbe indugiato troppo a lungo nelle aule che furono della schiatta di Aulë il Fabbro senza conoscere la selvaggia bellezza della Terra di Mezzo. Fu detto che i Valar dovessero intendere solo in parte il pensiero di Ëru, ché questi era superiore a loro quanto a possanza e a splendore: gli Ainur, tuttavia, non devono servitù alcuna al loro signore, se non quella che priverebbe la loro volontà dei desideri più inconsci che nutrono i loro animi. Cos’è un’esistenza, dunque, se non adempiere ad una missione? E se la nostra missione fosse quella che mani troppo deboli temono di voler afferrare, non sarebbe questa paura simile a codardia? Realizzare il volere di Ëru riempirebbe il mio ed il tuo animo di possente gioia che nessun Vala disconoscerebbe; al contrario, codesti Signori onorerebbero il mio ed il tuo nome nei secoli a venire, lieti che queste contrade non siano state adombrate dall’ombra dei servi di Morgoth.
Celebrimbor: Se tale, come tu dici, fosse la mia volontà, quale vantaggio ti apporterebbe il mio assenso? O, forse, credi che i Noldor non siano che stolti strumenti nelle tue orgogliose mani?
Annatar: Mio Signore, non è sugli abili Noldor che il mio volere vuole imporsi, ché esso non trarrebbe alcun beneficio da una simile schiavitù, né, certo, avrei la forza di poter assoggettare il tuo orgoglioso popolo, né alcuno altro della Terra di Mezzo: perché, al contrario, non realizzare una grande lega fra tutti i popoli, affinché cià che i nostri spiriti ambirono poter ottenere per pochi eletti sia infine patrimonio comune a tutti i figli di Iluvatar?
Celebrimbor: Quale sarebbe, dunque, il pegno che ogni popolo libero dovrebbe versare per ottenere una simile alleanza?
Annatar (avvicinandosi ancor più all’elfo e chinandosi sul suo orecchio destro): Le alleanze stringono in un ferreo patto coloro che ne seguono gli intenti, legando i loro destini l’uno con l’altro, di modo che nessuno appaia più estraneo e cessi la guerra fa i giovani mortali ed i vetusti immortali; sia dunque un Anello il simbolo della nostra alleanza, affinché ognuno di noi possa condividere l’altrui destino. (CONTINUA)

Suggerimenti di lettura: Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli – Primo Atto, Seconda Scena; Celebrimbor o della Forgiatura degli Anelli del Potere – I Atto, Scena I