Gli anni dell’assedio di Gondor. Una cronologia

E finalmente vennero gli anni dell’Assedio di Gondor! In questo articolo troverete una dettagliata cronologia degli eventi che condussero le Armate di Mordor a minacciare – e in alcuni casi a conquistare – non solo il Regno di Gondor, ma anche altri territori che si opponevano alla tirannia di Sauron e dei suoi alleati. L’ispirazione mi è stata suggerita dalle pagine che Tolkien, con cura certosina, dedicò alla descrizione degli eventi che si succedettero nei mesi degli anni 3018 e del 3019 della Terza Era.

Prima di lasciavi alla lettura di questo articolo, voglio fare una premessa doverosa: molti degli eventi descritti sommariamente – come prevede, del resto, la forma letteraria di una cronologia – potrebbero costituire ottimi spunti per tanti racconti inediti che, tuttavia, per il momento sono destinati a restare pensieri e non ancora parole su carta…vedremo cosa riserverà il futuro, per il momento non mi resta che augurarvi buona lettura e restare in attesa dei vostri commenti!

Anno 3429 della Seconda Era

4 Gennaio: Sauron ordina al nazgul Hoarmurath di attaccare gli Eothraim, cavalieri del Rhovanion.

14 Gennaio: gli Eothraim sono sconfitti sul fiume Celudin ad opera dei Carrieri e dalle armate di uomini ed orchi di Hoarmurath.

1 Febbraio: Sauron ordina al nazgul Adunaphel di attaccare la città di Minas Ithil.

13 Febbraio: Erfea convince Isildur – nel frattempo rifugiatosi a Osgiliath con la sua famiglia – ad abbandonare la città ormai in fiamme e di trovare rifugio a Nord, per avvisare Elendil del pericolo che incombe sui Popoli Liberi; durante la notte, a bordo di un piccolo vascello, Isildur abbandona la città.

18 Febbraio: Anarion decide di evacuare la città di Minas Ithil, per evitare di essere preso alle spalle dalle truppe che potrebbero giungere da Nord; lo stesso giorno, Sauron  ordina ai nazgul Akhorahil e Indur di attaccare con le loro flotte Pelargir.

27 Febbraio: Gli orchi di Adunaphel espugnano la città di Minas Ithil e bruciano l’Albero Bianco; duemila soldati di Gondor si sacrificano per ritardare la loro avanzata. Anarion, colpito da un orco alla testa, resta in coma per alcuni mesi, impossibilitato ad agire; Erfea, in qualità di Sovrintendente del reame, assume il comando delle armate di Gondor.

7 Marzo: Le postazioni dei Dunedain nell’Ithilien cadono nelle mani del nemico o sono abbandonate.

28 Marzo: Sauron ordina al nazgul Dwar di attaccare le genti di Lorien e gli uomini del Bosco Verde il Grande.

6 Aprile: Gli elfi di Lorien e gli uomini dei boschi ottengono una vittoria sulle legioni di Dwar ed esse vengono respinte oltre il Guado di Carrock.

20 Aprile: Sessantamila orchi di Adunaphel giungono dinanzi alle mura di Osgiliath e iniziano l’assedio.

4 Maggio: Le forze di Adunaphel sono messe in fuga e si ritirano nella fortezza di Minas Ithil.

18 Maggio: Pelargir è incendiata, ma le flotte degli elfi di Edhellond e di Gondor distruggono le navi di Umbar.

26 Maggio: Isildur giunge a Mithlond ed avverte Gil-Galad del pericolo che corre il Regno del Sud.

31 Maggio: Erfea si incammina lungo il sentiero che conduce a Nord e ad Angrenost (Isengard) viene riunito un consiglio di tutti i rappresentanti dei Popoli Liberi della Terra di Mezzo per decidere quale strategia adottare contro le genti di Mordor.

3 Giugno: Erfea giunge ad Angrenost, ove ritrova i Signori degli Eldar, Bòr, suo figlio Groin e Aldor Roc-Thalion, signore dei cavalli del Rhovanion.

10 Giugno: Fine del concilio e nascita dell’Alleanza tra Uomini, Elfi e Nani per distruggere la minaccia di Sauron.

Luglio-Agosto-Settembre: Si succedono scontri di piccola entità nel Rhovanion e nell’Ithilien, senza tuttavia che il confine tra Gondor e Mordor subisca mutamenti di rilievo.

7 Ottobre: Sauron ordina ai Nazgul Ren e a Uvatha di attraversare il confine tra Gondor e l’Harad; essi sono tuttavia fermati dai discendenti di Bòr l’orientale e devono arretrare.

20 Ottobre: Mentre i sovrani dei Popoli Liberi iniziano a radunare le proprie armate, Ar-Thoron, Signore delle aquile di Manwe, comunica ad Erfea che il Re di Morgul è intento a radunare un immenso esercito nella città di Minas Ithil.

Anno 3430 della Seconda Era

2 Marzo: Sauron rinnova i suoi attacchi ad ovest, a sud e a nord: i superstiti del Rhovanion e del popolo di Bòr trovano rifugio entro i confini del regno di Gondor.

18 Marzo: Erfea, temendo la minaccia di Mordor, invia Ar-Thoron, Re delle Grandi Aquile, presso i suoi alleati, affinché rechino ad Osgiliath rinforzi.

30 Marzo: Le prime forze dell’Allenza giungono ad Osgiliath: esse sono rappresentati dai guerrieri di Edhellond, sotto il comando di Edheldin.

14 Aprile: Le superstiti genti del Rhovanion e dei Boschi, condotte da Aldor Roc-Thalion, prestano soccorso alla città dei Re.

16 Aprile: Le schiere degli eredi di Bor prestano giuramento al Sovrintendente di Gondor.

17 Aprile: I nani della stirpe di Bòr e Groin offrono i loro servigi al capitano di Osgiliath.

20 Aprile: La cavalleria di Imladris, comandata da Glorfindel, raggiunge la città dei Dunedain.

23 Aprile: Le donne guerriere del Rast Vorn, discendenti delle Amazzoni del popolo di Haleth, comandate da Ariel l’Impavida, giungono al cancello di Osgiliath.

1 Maggio: Attraverso il Palantir, Isildur ordina ad Erfea di chiamare le genti dei Monti Bianche, ma esse tradiscono l’alleanza con Gondor e l’erede di Elendil le maledice.

12 Maggio: Il Monte Fato emette una quantità di polveri e di ceneri tale che il cielo sopra Osgiliath ne viene oscurato.

19 Maggio: Il Capitano Nero conduce il suo esercito, forte di centomila creature delle tenebre e di cinquantamila uomini in direzione di Osgiliath, mentre Sauron ordina a Khamul di condurre, attraverso il Cancello Nero, l’Armata di Nurn alla capitale di Gondor.

27 Maggio: Il Signore dei Nazgul arresta il suo enorme esercito sulla riva destra dell’Anduin; la fortezza di Cair Andros è rasa al suolo dalle armate di Khamul e l’isola è occupata dalle schiere di Mordor.

3 Giugno: I Nazgul riuniscono le loro schiere dinanzi alle mura di Osgiliath: la città è circondata da duecentomila nemici e può contare solo su meno di un quarto di soldati per contrastare la loro azione.

4 Giugno: Inizia l’assedio di Osgiliath; Erfea decide di evacuare la popolazione civile e ordina che sia condotta nella fortezza di Minas Anor, mentre le sue schiere e quelle degli alleati difendono il Fiume, le mura e il fossato.

22 Agosto: Dopo mesi d’assedio, un terzo dei difensori è morto e meno della metà dei superstiti è ancora in grado di brandire un’arma.

28 Agosto: I Nazgul ricevono l’ordine da parte di Sauron di far avanzare tutte le linee; i troll di caverna conducono dinanzi alla città le possenti macchine d’assedio necessarie per distruggere il cancello.

1 Settembre: La Grande Alluvione: le macchine di Mordor si impantano nel fango e le schiere del Signore degli Anelli sono costrette a ritirarsi.

Anno 3431 della Seconda Era

26 Marzo: Le forze di Elendil composte da quindicimila soldati, si incontrano con quelle di Gil-Galad, forti di ventimila unità, sul colle di Amon Sul e si dirigono verso Imaldris.

31 Marzo: Il Re degli Stregoni convoca i grandi draghi di Morgoth, affinché lo aiutino ad abbattere il possente muro di laen bianco che difende la città.

4 Aprile: Riprende l’assedio ad Osgiliath: le grandi macchine d’assedio vengono fatte avanzare fino al fossato, ove iniziano a crivellare di colpi la città.

14 Aprile: Molti edifici di Osgiliath sono in fiamme; Erfea, nonostante le insistenze di Glorfindel ed Aldor, non ordina a diecimila cavalieri di prendere alle spalle il nemico per distruggerne i trabucchi e gli arieti, dal momento che il guado di Cair Andros è in mano alle armate di Khamul.

21 Aprile: Tre possenti draghi alati appaiono dinanzi alle mura di Osgiliath: grande atto eroico di Ariel, che sacrifica la propria vita per distruggere Ando-Anca, il più potente tra i Vermi Alati; il suo enorme corpo, precipitando in basso, distrugge le macchine d’assedio forgiate a Mordor; l’esercito nemico, atterrito, si dà alla fuga e l’assedio subisce una pausa.

1 Maggio: Sauron viene a conoscenza dei piani dell’Alleanza, e temendo un attacco al Cancello di Mordor da parte delle armate di Elendil e Gil-Galad, ordina al Re Stregone di inviare a nord alcuni reparti di Mumakil, Sudroni, Carrieri e Haradrim, convinto ormai che l’assedio a Gondor sia prossimo a concludersi.

5 Maggio: Il Capitano Nero ordina alle truppe di stanza a Cair Andros di evacuare l’isola per sostenere l’attacco a Osgiliath.

9 Maggio: Alle due del mattino il grande drago del ghiaccio Bairanax apre una breccia nelle mura di Osgiliath, mentre il soffio gelido di Angurth crea una spessa coltre di ghiaccio nel fossato, permettendo alle truppe di Mordor di entrare in città. Nel disperato tentativo di evitare la sconfitta ormai imminente, Erfea affronta a singola tenzone il Signore dei Nazgul e lo sconfigge. Il sovrintendente di Gondor affida il comando della città ai suoi alleati, e venuto a conoscenza che il guado di Cair Andros è scoperto, attraversa il fiume e conduce la cavalleria alle spalle del nemico.

10 Maggio: Mentre Osgiliath orientale è occupata, Aldor, Glorfindel e Bòr difendono il ponte che conduce ai quartieri occidentali e a Minas Anor.

11 Maggio: Aldor uccide Bairanax e gli orchi fuggono innanzi a lui. Alle sei del mattino, l’olifante di Erfea echeggia per le pianure dell’Ithilien e l’esercito di Mordor è colto di sorpresa; Anarion, tornato cosciente, guida i fanti di Gondor contro le legioni del Nemico: i soldati del Regno del Sud, galvanizzati dall’improvvisa apparizione del loro sovrano sconfiggono l’esercito di Mordor.

15 Maggio: Il nemico è in rotta e si rintana tra le mura di Minas Ithil.

20 Giugno: Tutto l’Ithilien viene liberato dalla lordura dei servi di Mordor.

31 Agosto: Ha inizio l’assedio di Minas Ithil condotto dalle forze dell’Alleanza.

26 Settembre: Per mezzo delle macchine d’assedio progettate da Groin, la città della luna è presa.

OttobreDicembre: Si susseguono scontri nella provincia del Calhenardon fra le forze di Dwar e quelle di Anarion, le quali alla fine trionfano.

Anno 3432 della Seconda Era

Gennaio: Agenti di Gondor informano Erfea che Sauron durante l’inverno ha radunato nuove truppe a Mordor e temono perciò che sia imminente un nuovo assedio alla città di Osgiliath. Sauron ordina agli orchi di Gundaband di attaccare Khazad-Dum.

17 Gennaio: Le truppe degli orchi subiscono una grave sconfitta nei pressi del Mirolago e si disperdono; alcuni guerrieri trovano rifugio nelle caverne nei Monti Nebbiosi e ivi si rintanano in attese che giungano nuovi ordini da parte di Sauron.

Marzo: Le forze dell’Alleanza attraversano l’Alto Passo ed entrano nel Rhovanion, ove attendono le armate dei Nani di Khazad-Dum, degli elfi di Lorien e di Bosco Verde il Grande.

4 Aprile: Khamul e Dwar attaccano Gil-Galad ed Elendil, ma essi sono presi alla retroguardia dagli eserciti di Lorien e vengono sconfitti.

15 Aprile: Ar-Thoron comunica ad Erfea che una nuova razza di orchi è stata avvistata compiere delle scorrerie: sono gli Orchi Neri di Modor.

24 Aprile: Sauron tenta di impadronirsi nuovamente di Cair Andros, ma le truppe di Dwar sono respinte.

1 Maggio: Le forze dell’Alleanza raggiungono il Calhenardon ove soggiorneranno per i successivi sei mesi.

28 Maggio: Una grossa avanguardia di Orchi Neri attacca Minas Ithil, ma sono trucidati dai soldati di Gondor.

6 Giugno: Sauron ordina ad Hoarmurath, Uvatha e Ren di condurre i Carrieri e gli Esterling alla riva sinistra dell’Anduin per attaccare sul fianco le forze dell’Alleanza.

22 Giugno: Le schiere dell’Ovest sono sbaragliate, ma esse si rifugiano nella fortezza di Angrenost, ove gli uomini di Sauron, privi di macchine d’assedio, non possono raggiungerli.

21 Luglio: Adunaphel, Akhorahil ed Indur muovono dal sud con ingenti forze e si dirigono verso Osgiliath; ad esse si aggiungono diecimila Orchi Neri provenienti da Mordor.

1 Agosto: La città di Osgiliath è nuovamente circondata: Erfea e Glorfindel spediscono messaggeri ad Elendil e a Gil-Galad, affinché inviino rinforzi consistenti.

23 Agosto: Gli Ent di Fangorn giungono nell’Ithilien e distruggono le armate degli orchi.

28 Agosto: La Notte delle Termiti: entrate negli accampamenti dei Carrieri, distruggono gli archi e i finimenti dei cavalli: l’armata di Hormurath è in rotta.

1 Settembre: I Nazgul si ritirano da Osgiliath.

7 Settembre: Agli eserciti dell’Alleanza si uniscono anche i nani delle stirpi di Belegost e di Ruurik.

12 Settembre: Le avanguardie delle forze di Gil-Galad ed Elendil giungono a Minas Anor.

3 Ottobre: I fanti dell’Alleanza giungono al cancello occidentale di Osgiliath.

8 Ottobre: Il Capitano Nero prende il comando delle forze del Signore degli Anelli innanzi al Cancello Nero.

Novembre 3432Febbraio 3434: Mesi di inattività, in cui entrambi gli schieramenti addestrano nuovi soldati all’interno delle proprie roccaforti.

Anno 3434 della Seconda Era

3 Marzo: Le schiere dell’Alleanza, forti di centomila unità, affrontano nella piana della Dagorlad, dinanzi al Cancello Nero, 400.000 guerrieri di Mordor.

La caduta di Numenor

Questo brano chiude, idealmente, la tragedia che ho trascritto negli interventi precedenti. Non si tratta di un testo inedito; al contrario, esso era stato già presentato in questo articolo: Erfea dinanzi alle porte di Khazad-Dum, perdendo, tuttavia, la sua drammaticità, a causa della sua collocazione all’interno di una storia che si svolgeva in un contesto molto differente, ossia negli antri profondi di Khazad-Dum. Per questa ragione, prima di riprendere la trattazione dell’assedio di Gondor – che, a ben vedere, non costituisce altro che il prossimo tassello della Storia della Terra di Mezzo nel corso della Seconda Era – ho deciso di riproporre questo brano. Mi piacerebbe, in un futuro spero non troppo lontano, presentare un’illustrazione inedita nella quale, in una sorta di collegamento telepatico fra Erfea e la sua amata e mai troppo rimpianta Miriel, il principe di Numenor possa condividere con lei lo sgomento e la tristezza di chi si accingeva a pagare in prima persona e a carissimo prezzo la scelleratezza dei suoi atti.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«Poche miglia avevano percorso i compagni, allorché il mondo fu mutato, ché Manwe Sulimo revocò il suo volere dal mondo e Eru Iluvatar scagliò nell’Abisso l’isola di Numenor con i suoi forzieri traboccanti di gioielli. Come è narrato altrove, nessuno, ad eccezione di coloro che veneravano gli Ainu o di coloro che erano fuggiti altrove anzitempo, fu salvato dal cataclisma e lo stesso Sauron, il cui potere vantava essere superiore a quello di Manwe, fu scagliato nel profondo dell’Oceano. Un greve silenzio cadde sui nebbiosi colli degli Emyl Gortayd[1], disturbato solo dal profondo eco di una collera impetuosa; pochi sono i racconti sopravvissuti alla caduta di Numenor, eppure nessuno scritto potrebbe rendere lo sbigottimento e l’angoscia che presero gli esseri della Terra di Mezzo: finanche le feroci belve delle remote giungle del sud si rintanarono nelle loro tane inaccessibili, desiderose di sfuggire la violenza della collera di Eru Iluvatar. È stato detto che perfino i servi di Sauron, acquietati nelle tetre fortificazioni di Mordor abbiano volto lo sguardo l’un l’altro, in preda a grande paura e sgomento; finanche i servi degli Anelli, gli Ulairi, la cui perfidia e malizia erano note presso tutte le genti della Terra di Mezzo, paventarono che fosse giunta sulle ali della tempesta la collera dei signori del Vespro, ed ebbero tema del giudizio dei Vala, fuggendo in luoghi oscuri e privi di speranza.

Una Tenebra senza nome ricoprì l’intero creato, né gli astri del cielo furono visibili, finanche agli acuti sguardi degli Eldar, finché essa non scomparve; grave divenne allora il peso del dolore sui cuori degli orgogliosi numenoreani ed essi compresero alfine quanto la follia del loro signore avesse condotto i loro destini alla follia: eppure, nessuno di loro scampò al giusto castigo, ché trovarono la morte ad attenderli in qualunque pertugio essi si rifugiassero per sfuggire l’ira di Iluvatar. Turbati in volto, i nani esitarono e più non proseguirono, osservando sgomenti quanto accadeva intorno a loro: tetre divennero allora le loro espressioni ed essi non parlavano né osavano respirare, temendo di disturbare la collera del possente Iluvatar. Presto tuttavia gli uccelli presero nuovamente a cantare nelle fronde delle selve e l’aria non fu più satura dell’ira dell’Uno; allora essi sospirarono e volsero il proprio sguardo al Dunadan: egli sedeva su una roccia che il tempo aveva reso simile ad un enorme scranno, e, silente, non pronunciava parola. Perso e vuoto era il suo sguardo, eppure lacrime amare non turbavano il suo viso, ché sebbene fosse grande il suo dolore, nel suo cuore Numenor era svanita anni prima ed essa non era più la sua terra.

Trascorsi alcuni istanti in profonda meditazione, egli si levò dallo scranno, e lasciato cadere il prezioso elmo, rivolse le labbra ad occaso, pronunciando tristi parole di commiato: “Miriel, Tye-mela[2]”; sebbene i nani avessero ascoltato ogni parola, solo Naug Thalion comprese quale doloroso significato esse esprimessero e chinò lo sguardo a terra, colmo di dolore. Lungo tempo trascorse in doloroso silenzio, infine Erfea parlò nuovamente, ché egli aveva compreso quanto era accaduto e non temeva doverlo rivelare ai suoi compagni: “Una nuova era del mondo è prossima ad iniziare, ché Endor è mutata e più sarà visibile Aman agli occhi dei mortali.” Stupefatti allora i nani gli strinsero attorno, ponendogli numerose domande, ma il Dunadan non seppe placare tutti i loro dubbi “ché – si giustificò – non è il mio animo la fonte che ispira tali parole” ed altro non volle aggiungere».

Note

[1] Tale regione collinare, nota anche come la Terra dei Tumuli, si estendeva ad ovest della città di Brea: durante la Prima Era del mondo, numerosi Edain provenienti dall’estremo oriente, avevano eretto numerose costruzioni e fortificazioni sui suoi colli ed ivi avevano riposo i gloriosi corpi dei guerrieri periti durante la Battaglia dell’Ira.

[2] “Miriel, ti amo” nella favella degli Eldar.

 

Ritratti – Ar-Pharazon il Dorato

Care lettrici, cari lettori,

quest’oggi vi presento una nuova illustrazione della bravissima Anna Francesca che raffigura l’ultimo re di Numenor, Ar-Pharazon il Dorato.

Mi piace accompagnare questo ritratto con le parole che segnarono l’inizio della sua ascesa al trono, come ho avuto modo di narrare ne «Il Racconto dell’Ombra e della Spada».

Aspetto i vostri commenti, al prossimo articolo!

«Nessuno oserà opporsi alla nostra ascesa al trono, dici? Suppongo che tu intenda affermare che tutti siano così sciocchi da aver dimenticato che un solo signore fra noi siederà sul marmoreo scranno del palazzo reale di Armenelos; e a meno che un morbo improvviso mi privi della capacità di intelletto, intendo proclamare per me tale diritto».

«L’Ombra e la Spada».

Ar-pharazon

Ritratti – Celebrian

Quest’oggi voglio presentarvi il ritratto – opera della formidabile Anna Francesca – di una delle più belle dame elfiche, Celebrian, figlia di Galadriel e Celeborn, moglie di Elrond e madre dei gemelli Elrohir ed Elladan, nonché di Arwen dama del Vespro. Nel corso della Seconda Era strinse una forte amicizia con Erfea che durò sino alla morte del principe numenoreano.

Mi piace ricordarla con questo brano, che ben ne tratteggia la bellezza e la grazia.

«Vellutato era il passo della dama ed ella calzava morbidi stivali di bianca pelle; allorché, intimoriti da tale bellezza, le alte guardie, eredi della maestà dei figli degli uomini, osavano levare lo sguardo, non pronunziavano parola alcuna, ancorché il nobile portamento della Signora ne consigliasse l’uso; ma quale suono poteva levarsi dalla bocca dei Secondogeniti dinanzi a cotanta bellezza, sicché non fosse parso impudico e sgradevole da udirsi? Gli Uomini che avessero avuto l’ardire di ammirare i suoi limpidi occhi, avrebbero scorto la maestà di Ulmo agitarsi in essi e lo stupore ne avrebbe invaso l’animo, ché non vi era dama mortale il cui sembiante fosse così vivido e splendente. Una Signora fra i Noldor ella era, giunta in codesta contrada per discutere dei grandi eventi che erano accaduti in quegli anni, sì lontani dai nostri giorni: grande era la sua lungimiranza ed i popoli abbisognavano del consiglio della figlia di Celeborn del Doriath e di Galadriel del Lorien; Celebrian era il suo dolce nome ed ella appariva simile a Varda, la sposa di Manwe»

 

Il Racconto del Marinaio e dell’Infame Giuramento.

celebrian