L’organizzazione delle Armate di Mordor nella Seconda Era – II parte

Care lettrici, cari lettori,
quest’oggi vi propongo la seconda parte del racconto relativo all’organizzazione dell’esercito di Sauron durante la Seconda Era. In quest’ultima parte saranno indagati gli anni compresi fra la Caduta di Numenor e la sconfitta di Sauron al termine di quell’era. Trovate la prima parte qui: L’organizzazione delle armate di Mordor nella Seconda Era – I parte

Buona lettura, aspetto i vostri commenti! Vi anticipo che la prossima settimana pubblicherò qualcosa di molto speciale…stay tuned!

«Nel secolo che seguì la distruzione di Numenor, l’esercito di Mordor fu ulteriormente suddiviso e ad Umbar fu costituita la quarta armata, al cui comando vennero destinati Indur ed Akhorahil, in qualità di ammiragli dell’Oscuro Signore, mentre Adunaphel assumeva il grado di luogotenente dell’armata di Gorgoroth presso il Re Stregone.

I nove spettri degli anelli costituirono un corpo ben distinto di generali all’interno della rigida gerarchia militare di Mordor ed essi soli ebbero la qualifica di Genon (Lingua Nera/L.N.: Grande Comandante): immediatamente sottoposti ai loro voleri vi erano gli Urdanuk (L. N. Capitani), il cui ruolo prevedeva che essi assumessero il comando di una divisione di ottomila uomini, definita nel Linguaggio Nero come Belegrim (Armata Potente) o di diecimila orchi, indicata anche come Urhoth (L. N. Grande Armata): costoro prendevano parte ai consigli di guerra ed avevano facoltà, seppure fortemente limitata, di assumere decisioni autonome, una volta preso atto dei comandi ordinati dai Nazgul. Gli Urdanuk provvedevano ad attuare le disposizioni dei superiori mediante i loro collaboratori, chiamati nel Linguaggio Nero Afukaush (Marescialli), i cui compiti consistevano nel provvedere all’equipaggiamento e al vettovagliamento delle armate di Mordor e nel far pervenire i dispacci del Re Stregone ai Kritar (L. N. Sergenti): costoro, responsabili delle comunicazioni tra reparti mediante segnali di fumo e l’utilizzo dei corvi delle Montagne Nebbiose (Crebain), comandavano reparti inferiori di numero, costituiti da circa mille unità, in modo da permettere maggior rapidità di movimento durante le manovre di avanzata o ripiegamento.

Il Re Stregone dispose altresì che nessun orco potesse esercitare una carica superiore a quella di Kritar, ché temeva la superficialità e la mancanza di autocontrollo con le quali tali creature si lanciavano all’attacco, reputandoli indegni di indossare l’effigie dei comandanti di Mordor: unica eccezione a tale regola era costituita dal sovrano del regno di Gundaband, la cui città, pur trovandosi nella contrada controllata da Hoarmurath di Dìr, godeva di notevole autonomia, in quanto rappresentava la capitale degli orchi di Endor; desideroso di evitare faide intestine e atti di insubordinazione in una terra sì lontana dalle sue roccaforti, il Re Stregone dispose che il sovrano di Gundaband fosse ammesso a titolo onorifico tra gli Urdanuk, assicurandosi in tal modo la lealtà dei suoi sudditi.

Molti signori della guerra tra gli orchi venivano solitamente arruolati come Durothar (L. N. caporali), con la funzione di reclutare le proprie truppe per la causa di Mordor e assicurarsi che esse comprendessero gli ordini dei comandanti; al loro fianco cooperavano gli Ujak (L. N. guerrieri), responsabili di soli dieci soldati, sovente incaricati di costituire drappelli di esplorazione durante le avanzate in territorio nemico.

Tale era la complessa e accurata organizzazione dell’esercito di Mordor, che l’Oscuro Signore in persona non credeva possibile che esso avrebbe fallito il suo obiettivo; eppure ciò accadde, ché, nonostante le migliorie apportate dal Capitano Nero, vi erano conflitti latenti all’interno degli stessi alti comandi, causati da rancori antichi, dissidi che la minacciosa presenza dei Nazgul occultava solo parzialmente. Gli orchi non tolleravano gli uomini, deridendone la loro fragilità in battaglia, mentre i Secondogeniti asserviti a Sauron non mancavano di esprimere tutto il loro palese disgusto allorché si trovavano a dover condividere il rancio o l’alloggio con la prole di Morgoth. Non mancavano, infine, rivalità tra gli stessi uomini, ché gli Haradrim non smettevano di detestare i Numenoreani Neri, accusandoli di aver sottratto loro le terre migliori durante le guerre precedenti, mentre questi non tolleravano la presenza di stirpi umane a loro detta inferiori: tali contrasti, tuttavia, svanivano allorché veniva issato il vessillo dell’Occhio avvolto da una corona, l’effige del Re Stregone, signore degli eserciti di Mordor».

Per maggiori informazioni:

Gli anni dell’assedio di Gondor. Una cronologia

Cronologia della vita di Erfea e dei racconti del Ciclo del Marinaio

Dizionario dei personaggi de «Il Ciclo del Marinaio»

L’organizzazione delle armate di Mordor nella Seconda Era – I parte

Care lettrici, cari lettori,
quest’oggi vi presenterò uno scritto nel quale ho provato a immaginare come fossero organizzate le armate di Sauron nella Seconda Era. Si tratta di uno scritto dalla natura “tecnica”, nel quale sono presentate due peculiarità che resero estremamente vulnerabile l’esercito dell’Oscuro Signore: la grande variabilità etnica delle sue schiere, all’interno delle quali militavano esseri umani e creature delle Tenebre, poco avvezze a combattere fianco a fianco e la presenza di una marina militare inferiore per qualità e quantità rispetto a quella dei Popoli Liberi…e come scriveva Tucidide nelle sue Storie, il controllo delle vie marittime era fondamentale per conservare la supremazia militare. Per ragioni di lunghezza ha suddiviso il mio scritto in due sezioni: la prima parte, che leggerete quest’oggi, sarà relativa all’organizzazione delle armate di Sauron dall’inizio della guerra contro gli Elfi sino alla corruzione degli Uomini ottenuta tramite la distribuzione dei Nove Anelli del Potere.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«Dopo la sconfitta subita nell’anno 1700 della Seconda Era ad opera delle armate degli Eldar e dei Dunedain, durante la prima delle guerre condotte da Sauron contro gli elfi, l’Oscuro Signore fuggì dall’Eriador e si trincerò nella sua Torre Oscura, ove meditò a lungo sui motivi che avevano condotto il suo esercito verso l’annientamento pressoché totale.

Nei successivi secoli le armate di Mordor furono profondamente rinnovate, ché Sauron comprese come la loro impreparazione e la scarsa coordinazione tra popoli fra loro estranei, incapaci spesso di comprendere l’uno la lingua dell’altro, avessero condotto i suoi nemici alla vittoria: egli si rendeva conto che non vi era, tra i suoi capitani, uno stratega capace di elaborare una tattica tale da favorire il miglior dispiegamento delle sue eterogenee forze, ché gli orchi, seppur dotati di notevole forza fisica, mancavano di intuizione ed erano, in numerose occasioni, travolti dalla loro stessa cieca furia. Pochi uomini all’epoca militavano nelle sue schiere e questo perché la corruzione dei Numenoreani era ancora lontana dall’attuarsi e i nove anelli dei secondogeniti giacevano nei forzieri di Barad-Dur. I capitani delle tribù del Khand e dell’Harad punto o poco conoscevano le arti della guerra dei popoli occidentali e i loro contingenti, male armati rispetto ai loro avversari, erano spesso travolti ancor prima di poter estrarre le loro rozze scimitarre in bronzo dai foderi sdruciti. Durante l’occupazione di Ost-In-Edhil, le truppe di Sauron erano state comandate da un Troll, il cui nome era Ghulush: forte ed ambizioso, questo essere aveva trucidato numerosi Elfi, guadagnandosi in breve tempo l’ammirazione delle proprie truppe; esse, tuttavia, sovente cadevano in preda al panico, allorché il loro comandante era distante, ché molto temevano la collera degli Eldar, né Sauron poteva vantare altri condottieri di tale rango tra le sue file. L’intera armata di Mordor, incapace di combattere in schiere ordinate e compatte, procedeva in maniera piuttosto confusa durante la carica iniziale, smarrendo tuttavia ogni iniziativa allorché il nemico, se pur in numero inferiore di numero, anziché mostrare la terga, non cedeva ai suoi furiosi attacchi.

Ghulush aveva compreso che non era nelle sue capacità quella di apprendere l’arte della guerra dei suoi avversari e lo stesso rispetto che le sue truppe gli mostravano nasceva in gran parte dal condividere, seppure in dimensione minore, la stessa forza bruta che assaliva il comandante allorché si scagliava contro le schiere nemiche, urlando loro tutto il suo odio. L’unica tattica degna di nota che egli era stato in grado di apprendere e di trasmettere ai suoi subordinati consisteva nel tentare l’accerchiamento del nemico con una manovra rapida, in modo da permettersi in seguito la vittoria; tale strategia, tuttavia, fallì durante l’attacco dei Numenoreani, allorché, schierati su diverse fila distanziate l’una dall’altra, costoro resistettero al primo attacco delle armate di Sauron e in seguito massacrarono i loro avversari.

Durante gli anni che seguirono la sconfitta delle armate di Mordor ad opera dei Numenoreani, l’odio di Sauron per tale stirpe si accrebbe ed è plausibile che tra i motivi che lo spinsero a corrompere i cuori degli orgogliosi Dunedain, vi fosse anche la necessità impellente di carpire i segreti militari che costoro gelosamente custodivano: con l’investitura di Er-Murazor, secondogenito di Tar-Ciryatan, sovrano di Elenna, a Signore di Morgul e primo comandante delle armate di Mordor, il principale obiettivo dell’Oscuro Signore si era realizzato, ché il Capitano dei Nazgul possedeva invero uno spirito razionale e una mente acuta, in grado di elaborare strategie degne della sua stirpe.

Numerosi Numenoreani si volsero allora al male e Sauron gioì nel profondo del suo cuore nero, ché essi avrebbero apportato al suo reame le conoscenze ereditate dagli Eldar e ricchezze al di là di ogni immaginazione, necessarie per permettergli di attuare i suoi piani di conquista della Terra di Mezzo.

A partire dall’anno 2260 della Seconda Era, con l’asservimento totale dei nove portatori degli anelli degli uomini al suo volere, Sauron poté disporre di un corpo di luogotenenti degni di questo nome, ché essi erano stati scelti in base alle abilità militari dimostrate durante la vita terrena e alle conquiste ottenute duranti gli anni del loro dominio. Er-Murazor, divenuto il Signore dei Nazgul, operò un profondo rinnovamento all’interno dell’esercito di Mordor, consentendo che fossero realizzati, per la prima volta, dei corpi di armata, assegnati ai suoi commilitoni e di cui egli era il primo comandante.

Negli anni precedenti la cattura di Sauron da parte delle armate numenoreane, il Re Stregone portò a compimento i suoi piani, suddividendo l’esercito di Mordor in tre armate: di queste, la prima, in ordine crescente di importanza e di effettivi, era l’armata di Gorgoroth, di cui fu proclamato luogotenente Akhorahil, il quale era dello stesso lignaggio del suo signore. La seconda armata includeva ogni soldato incaricato di sorvegliare la piana di Udun e il Cancello Nero e fu affidata a Dwar di Waw, il quale incaricò Hoarmurath di Dir di prendere il comando delle schiere dei regni settentrionali di Endor sottomessi ai Nazgul, in qualità di suo reggente. La terza armata, detta anche di Nurn, coordinava l’afflusso e il trasporto di truppe dalle nazioni vassalle poste nel sud di Endor a Mordor e fu posta sotto il comando di Khamul, mentre ad Uvatha ed a Ren fu assegnato il grado di luogotenenti di quest’ultimo. Adunaphel ed Indur, infine, avrebbero dovuto rivestire la funzione di ammiragli, tuttavia, data l’esiguità della flotta di Mordor, costituita quasi esclusivamente da vascelli numenoreani appartenuti agli Ulairi di tale stirpe, essi furono destinati in un primo momento ad altri ruoli, e divennero i portavoce dell’Oscuro Signore, spesso intraprendendo missioni all’interno e all’esterno del reame per conto di costui».

Continua…

Perché Miriel è bionda? Fisionomia dei Numenoreani

Care lettrici, cari lettori,
scrivo questo articolo per rispondere a un quesito che mi è stato posto qualche giorno fa da un lettore in merito alla capigliatura bionda di Miriel. Egli trova insolita questa scelta da parte dell’autore, perché, a sua detta, tutti i Numenoreani avevano capelli scuri (principalmente neri) e occhi chiari (solitamente grigi). Ho pensato quindi di scrivere questo articolo per rispondere alla sua legittima domanda e perché credo che le indicazioni che emergeranno in questa disamina saranno utili anche per comprendere alcune scelte che potrebbero (in questo caso il condizionale è d’obbligo) essere portate avanti dalla produzione della serie sviluppata da Amazon sulla Seconda Era della Terra di Mezzo, nella quale non dovrebbero mancare attori e attrici scelti per impersonare i Numenoreani.

Premessa: in questo articolo non tratterò la storia di Numenor e dei suoi abitanti (se siete interessati, vi suggerisco di leggere questi miei contributi: Storia di Numenor: un’introduzione – I parte; Storia di Numenor – II parte; Storia di Numenor – III parte), ma ne approfondirò soprattutto le vicende etnografiche.

Iniziamo da una considerazione: il grande pubblico, fino a questo momento, non ha avuto ancora modo di familiarizzare particolarmente con i Numenoreani: gli unici che si intravedono in qualche scena della «Compagnia dell’Anello» – il primo capitolo cinematografico della trilogia girata da Jackson – sono Elendil e suo figlio Isildur. Entrambi ricorrono allo stereotipo fisico che ho descritto in precedenza: capelli neri e occhi grigi. Anche Aragorn, che dei Numenoreani è il legittimo erede, presenta i medesimi tratti fisici. Non si tratta di un errore della sceneggiatura, tutt’altro: come apparirà evidente nel corso di questa trattazione, anzi, la scelta effettuata è particolarmente apprezzabile.

La scelta di rendere Miriel bionda si deve essenzialmente a due motivazioni, l’una interna al legendarium tolkieniano, l’altra esterna. Cominciamo dalla seconda, che è la più semplice da trattare: come ho spiegato in questo articolo:…e arrivò il Marinaio! Corto Maltese, Aldarion ed Erfea inizialmente il personaggio femminile protagonista dei miei racconti avrebbe dovuto essere Elwen, una mezzelfa la cui capigliatura era nera; per questa ragione, allorché presi la decisione di inserire un secondo personaggio femminile (che, alla lunga, avrebbe finito col soppiantare Elwen, relegandola a un ruolo marginale), decisi che sarebbe stata bionda. Non si tratta di una scelta particolarmente originale, lo ammetto: comprenderete bene, però, che il mio intento, all’epoca, era soprattutto quello di evitare che i due personaggi – Miriel ed Elwen – finissero coll’assomigliarsi troppo fra loro.

La motivazione legata al legendarium tolkieniano, invece, è molto più interessante e complessa: per poterla apprezzare, è necessario però fare qualche rapido cenno etnografico sui Numenoreani.

Essi discesero da tre casate di Uomini (Edain in elfico) che nel corso delle prime battaglie fra Elfi e Morgoth, il Grande Male del Nord, si schierarono dalla parte dei primi, patendo innumerevoli sofferenze. Non entrerò nel dettaglio di queste storie, perché mi porterebbero fuori strada rispetto al mio obiettivo: se vi ho incuriosito, vi suggerisco di leggere gli articoli dedicati al Silmarillion (l’opera di Tolkien nella quale sono narrate queste storie) che il mio amico Federico Aviano sta scrivendo in questi mesi (qui trovate il testo relativo alla comparsa degli Uomini nei racconti di Tolkien: https://imlestar.com/2020/08/08/il-silmarillion-recensione-riassunto-e-spiegazione-parte-9-la-venuta-degli-uomini-e-la-morte-di-fingolfin/)

Le casate erano così caratterizzate:
La Casa di Bëor (I casata): essi erano scuri di capelli e dagli occhi grigi. Erano alti quanto gli elfi Noldor (180-195 cm per gli uomini e 170-180 cm per le donne). Furono tra quelli che patirono maggiormente la malizia di Morgoth e dei suoi servi e tra i suoi membri si possono annoverare la maggior parte dei grandi eroi umani della Prima Era.
La Casa di Haleth (II casata): questi uomini erano anch’essi scuri di capelli, sebbene di statura più piccola rispetto a quelli delle altre casate e di carattere schivo.
La Casa di Hador (III casata): questa, fin dal principio, era stata quella più numerosa. Prendeva il nome dal suo avo, Hador Chiomadoro, a causa della sua capigliatura dorata, e i suoi membri si caratterizzavano per essere feroci in battaglia e particolarmente alti, arrivando a raggiungere i 220 cm. Una parte di questi uomini non lasciò la Terra di Mezzo per migrare verso Numenor e dettero vita a quelle genti che, nel corso degli anni successivi, popolarono gran parte delle contrade nord-occidentali di questo continente: da esse discendono, per esempio, i Rohirrim, vale a dire il popolo guidato da re Theoden e dai suoi nipoti Eomer ed Eowyn.

Quando i superstiti di queste tre casate (pochi, forse meno di 10.000) fecero vela, al principio della Seconda Era, verso i lidi di Numenor, ci si rese conto che avevano subito destini diversi: in particolare, della seconda casata (quella di Haleth) non erano rimasti che pochi sopravvissuti. Diverso fato aveva conosciuto quella di Bëor: la maggior parte dei superstiti di questa casata si stabilirono nella regione di Numenor chiamata Andustar (come potete vedere nella mappa che vi allego in basso).

Perché è importante conoscere questa correlazione gegrafica? Perché nella regione di Andustar si concentrarono la maggior parte dei Fedeli, i Numenoreani che non caddero sotto l’influenza di Sauron e dei suoi nazgul. La stessa casata principesca che reggeva le sorti di quella contrada, inoltre, derivava dall’unione della primogenita reale con un principe locale: non c’è da meravigliarsi, dunque, se la maggior parte dei Fedeli, appartenessero dunque alla casata di Bëor e avessero quelle caratteristiche somatiche note al grande pubblico: capelli neri e occhi grigi. Dai principi di Andustar, inoltre, discendono in linea diretta Elendil e i suoi figli Isildur e Anarion e, attraverso molte generazioni, anche Aragorn.

Questo lungo ragionamento, tuttavia, non ci dice ancora nulla sulla capigliatura bionda di Miriel: ebbene, ho pensato che se la maggior parte dei Numenoreani (ad eccezione, come ho scritto in precedenza, di quelli che abitavano nella regione di Andustar) erano discendenti della casata di Hador, è possibile che molti avessero conservato il pigmento chiaro dei capelli: se consideriamo, inoltre, che anche Tar-Silwen, la regina madre di Miriel e moglie di Tar-Palantir, era bionda, allora dobbiamo dedurre che nelle vene della bella principessa numenoreana scorresse sia il sangue della prima casata (dalla quale discendevano i re di Numenor) che della terza, vale a dire quella materna. Questa unione potrebbe spiegarsi anche a livello politico: se è vero che Tar-Palantir cercò di riportare armonia fra i Numenoreani, reduci da una dura guerra civile – come sa chi ha letto il racconto de Il Marinaio e il Messere di Endoreè probabile che egli abbia voluto prendere in moglie una rappresentante del partito avverso al suo…magari non una dei suoi leader più radicali, ma una donna appartenente a una corrente politica che oggi definiremmo «moderata». E questo spiegherebbe anche una certa ostilità provata da Tar-Silwen nei confronti di Erfea, che apparteneva, invece, come sappiamo, a una frangia radicale dei Fedeli Numenoreani (come si intuisce nel racconto de La Rosa e del Ragno).

Per le ragioni che ho presentato in questo articolo, in conclusione, l’eventuale presenza di Numenoreani e Numenoreane biondi (o comunque dotati di capigliature più chiare) nella serie che Amazon sta producendo non dovrebbe meravigliarci più di tanto.

Spero che questo articolo ti sia piaciuto, alla prossima!

La geopolitica di Numenor: le casate reali dell’Isola dell’Ovest.

Quando scrissi Il Ciclo del Marinaio, avrei voluto inserirvi un’appendice contenente una serie di appunti – scritti in tempi diversi, ma coerenti almeno sotto il punto di vista contenutistico – che avrebbero descritto la geopolitica numenoreana all’epoca di Erfea. Non riuscendo, per varie ragioni, a completare questa appendice, ho deciso di riprendere in questa sede almeno una parte di quel materiale inedito per aiutare le mie lettrici e lettori a orientarsi all’interno di un capitolo sconosciuto, ma affascinante, della storia numenoreana. Per un approfondimento, consiglio la lettura della storia di Aldarion ed Erendis, scritta da Tolkien e contenuta nel volume Racconti Incompiuti: alcuni elementi affrontati in questo articolo e nei prossimi che pubblicherò inerenti questo tema, infatti, provengono proprio dagli scarni accenni presentati in quelle pagine in merito al funzionamento del governo numenoreano.

In primo luogo è necessaria una premessa. Al principio della sua storia, il regno di Numenor fu una monarchia assoluta all’interno della quale, tuttavia, il governo del sovrano era mitigato dall’azione di un Consiglio dello Scettro composto dai membri più importanti delle famiglie nobili di Numenor. Non conosciamo molto di queste stirpi: a parte, infatti, quella di Andunie – che discendeva in linea diretta dal primogenito di Elros Tar Minyatur, primo re di Numenor – delle altre sappiamo davvero poco. Per fronteggiare questa mancanza di dati, ho deciso di dare vita a una serie di linee principesche che discendevano dagli altri figli di Elros Tar-Minyatur, secondo questo ordine che vi presento in basso:

1) Casata reale. Vardamir Nolimon, primogenito di Elros, dette vita alla stirpe dei sovrani di Numenor. Dopo alcune generazioni, tuttavia, questa linea regale si scisse in due famiglie principesche: una, che aveva la sua progenetrice nella principessa Silmarien, primogenita del quarto re di Numenor (vi suggerisco, a questo proposito, di leggere questo bellissimo articolo scritto da Lettrice: https://soloperdirelamia.wordpress.com/2019/08/29/silmarien-e-miriel-regine-che-hanno-perso-il-trono/), che fondò la casata di Andunie (vedi sotto) e l’altra che proseguì sino all’ultima coppia di sovrani, Ar-Pharazon il Dorato e sua moglie (nonché cugina di prima grado) Ar-Zimpharel (o Miriel, se preferite, come me, il suo nome elfico). Il simbolo di questa casata era lo stendardo numenoreano, lo stesso che potete notare nei miei commenti e al centro della pagina di apertura di questo blog. Una linea cadetta della casata reale portò a due funesti frutti: il primo dei Nazgul, Er-Murazor, era il secondogenito di un sovrano numenoreano; suo cugino era il terzo nazgul di origine numenoreana, Akhorahil. Se siete interessati alle biografie di questi Nazgul, vi consiglio la lettura di questi articoli: Er-Murazor, il Primo dei Nove e Akhorahil, il Re Tempesta, il Quinto.

2) Casata di Tindomiel. Seconda figlia di Elros, dette vita alla stirpe dei principi di Forostar. Costoro divennero, in seguito, tra i principali sostenitori della fazione nazionalista di Numenor, ostile agli Elfi e ai Valar. Adunaphel l’Incantatrice, la Settima fra i Nazgul, discendeva da questa famiglia principesca (per saperne di più, vi suggerisco la lettura di questo articolo: Adunaphel l’Incantatrice. La Settima). Tale linea, a sua volta, si scisse alla metà della Seconda Era, dando vita alla casata dei principi dello Hyarnustar (vedi sotto), anche questa fervente sostenitrice dei Numenoreani nazionalisti. Khorazid e Antenora, che presero parte al complotto organizzato da Ar-Pharazon per prendere lo scettro, furono gli ultimi rappresentanti noti di questa casata. Il simbolo di questa casata era una luna calante argentata su sfondo blu; questo stendardo, modificato in parte, fu adottato da Adunaphel come suo vessillo da guerra, sostituendo il colore blu con quello rosso.

3) Casata di Manwendil. Terzo figlio di Elros, fu il capostipite della stirpe dei principi di Orrostar. Anche questa linea, come la precedente, in seguito divenne accesa sostenitrice degli «Uomini del Re», come erano chiamati i Numenoreani nazionalisti. Azaran, principe dell’Orrostar, fu uno dei nobili che presero parte al complotto promosso da Ar-Pharazon per rovesciare Miriel; egli era considerato eccezionalmente ricco dai suoi contemporanei, tuttavia il suo oro non lo aiutò a scampare alla morte, avvenuta per effetto dell’incendio della sua dimora, appiccato, sembra, ad opera dei servi del nazgul Akhorahil. Il simbolo di questa casata rappresentava un’ala di gabbiano su sfondo giallo.

4) Casata di Atanalcar. Quarto e ultimo figlio di Elros, fu il principe della regione di Numenor nota con il nome di Hyarrostar. Dopo di lui vi furono 24 principi, fra i quali i più famosi furono il grande ammiraglio Cyriatur, che salvò la Terra di Mezzo dall’annientamento durante la prima guerra condotta dai Numenoreani contro Sauron, combattuta nell’anno 1700 della Seconda Era e, naturalmente, Erfea, che fu anche l’ultimo principe di Hyarrostar. Cyriatur ebbe due figli: il maggiore continuò il lignaggio della stirpe paterna, mentre il più giovane ricevette dal sovrano il feudo su un’altra regione di Numenor, dando vita alla stirpe dei principi di Mittalmar (vedi sotto). Il simbolo di questa casata era una rosa bianca impressa su uno scudo araldico per metà nero e per metà azzurro.

5) Casata di Andunie: fondata da Silmarien e da suo marito, Elatan di Andunie, questa stirpe principesca reale governò il feudo di Andunie, la regione più occidentale di Numenor, all’interno della quale la maggior parte della popolazione restò legata all’amicizia con gli Elfi – che spesso approdavano su quelle spiagge – e con i Valar. Attraverso i secoli, dalla casata di Andunie emersero Uomini e Donne di grande valore e statura morale: basti pensare a Elendil e ai suoi figli, Isildur e Anarion; o ancora, per restare alle vicende de Il ciclo del Marinaio, a Nimrilien, moglie di Gilnar e perciò madre di Erfea. Da Isildur, attraverso molte generazioni, si giunge infine ad Aragorn e agli eventi raccontati ne Il Signore degli Anelli. Il simbolo di questa casata, prima dell’inabissamento di Numenor, era un delfino bianco su sfondo argentato, contornato da sette stelle e sette palantiri; successivamente assunse i più noti colori neri e argentati, ponendo al centro del proprio vessillo l’Albero Bianco.

6) Casata di Mittalmar: fondata dal secondogenito del grande ammiraglio Ciryatur nel XVIII secolo della Seconda Era, questa casata ricevette in feudo dal sovrano una delle regioni centrali e più popolose di Numenor, il Mittalmar. La scelta di attribuire un feudo così importante a una linea cadetta, se pure di origine regale, non deve sorprendere: il sovrano aveva contratto un grande debito nei confronti di Cyritur, perché costui aveva trionfato sulle armate di Sauron, che era ormai giunto sul punto di conquistare tutta la Terra di Mezzo, salvo poche ridotte. I principi di Mittalmar, tuttavia, non furono mai compresi nel «Consiglio dello Scettro», proprio perché la loro linea non era considerata di primaria importanza. Negli ultimi secoli della Seconda Era questa casata si indebolì progressivamente; gli ultimi eredi furono tre principi ambiziosi e di belle speranze: Arthol (coetaneo di Erfea); Gilmor, sua sorella, nata dieci anni più tardi del fratello e, infine, il loro cugino più anziano Brethil, anch’egli molto amico del principe dello Hyarrostar. Oberati dai debiti e prossimi ormai al tracollo finanziario, i due fratelli organizzarono una congiura per uccidere l’erede al trono di Numenor, la giovane Miriel, e prendere così il potere in modo violento. A questo tentato Colpo di Stato non furono estranei neppure i Nazgul di origine numenoreana. Ad ogni modo, grazie alle rivelazioni di Erfea, che aveva scoperto causalmente il complotto, Arthol e Gilmor furono puniti con la pena capitale, mentre Brethil, che si rivelò estraneo alla congiura, fu risparmiato. Da quel momento in poi, tuttavia, memore della parte che la casata dei principi di Mittalmar aveva avuto nel tramare contro la sua persona, Miriel diffidò profondamente di Brethil, osteggiandolo apertamente ogni qual volta le era possibile, giungendo, alla fine del suo breve regno, a privare il principe di ogni carica. Brethil morì poco dopo l’ascesa al trono di Ar-Pharazon e con la sua scomparsa la casata di Mittalmar cessò di esistere. Il simbolo di questa casata era la spada di Cirytur impressa su uno sfondo verde.

7) Casata dello Hyarnustar: fondata da un membro cadetto della casata di Tindomiel, questa casata ottenne un grande feudo corrispondente alla parte sud-occidentale di Numenor, chiamato con il nome di Hyarnustar. Questa casata fu sempre in competizione con quella di Andunie per il possesso del porto di Eldalonde, che si trovava a metà tra i due feudi; ben presto la rivalità commerciale si tramutò in una contrapposizione politica, che vide i principi dello Hyarnustar militare nel partito nazionalista numenoreano. L’ultimo principe noto di questa casata fu Dokhor, un avido e rozzo guerriero che prese parte al complotto ordito da Ar-Pharazon per rovesciare Miriel. Il simbolo di questa casata era un calice d’oro su sfondo nero.

In questa mappa, tratta da L’Atlante della Terra di Mezzo di Karen W. Fonstad, ho inserito i nomi delle casate e i loro orientamenti politici. Non sono un grafico, però mi auguro che le associazioni geopolitiche risultino abbastanza chiare.

Mappa di Numenor

In questo schema, invece, proverò a ricostruire i legami di parentela delle principali famiglie nobiliari dell’Isola dell’Ovest.

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Come si evince dallo schema in alto, Erfea e Miriel erano dunque imparentati, seppure alla lontana. Questa parentela rende ancora più incerta la soluzione dell’enigma relativo alla profezia di Manea la Veggente, che ne Il racconto del Marinaio e della Principessa, mise in guardia i genitori della bella principessa numenoreana in merito al triste destino che avrebbe conosciuto qualora avesse stretto vincolo matrimoniale con un Uomo del suo sangue. Naturalmente, si può immaginare che la Veggente alludesse ad Ar-Pharazon, che era cugino di primo grado della donna, ed era dunque più vicino a lei, dal punto di vista «genetico», di quanto non lo fosse Erfea (e questo era anche il parere di Tar-Palantir, padre di Miriel, come avrete modo di scoprire nel racconto al quale mi sto dedicando in questi ultimi tempi); ciò nonostante, permane, come è d’uopo in tutte le profezie, una certa ambiguità di fondo che rende la questione ancora più affascinante e pone una domanda destinata a restare insoluta: cosa sarebbe accaduto se Miriel ed Erfea si fossero sposati? La profezia di Manea avrebbe colpito anche loro? Nessuno lo saprà mai.

Leggi anche:

Miriel

Post-scriptum su Miriel

Erfea, o degli eroici imperfetti

Da Numenor alla Terra di Mezzo: benvenuti, lettori de «Il Ciclo del Marinaio»!

A distanza di più di un anno, a causa delle modifiche che nel frattempo il blog ha subito e per aiutare i nuovi lettori a orientarsi all’interno dei racconti de «Il Ciclo del Marinaio», ho deciso di ripubblicare questo articolo…spero possa esservi utile, buona navigazione!

Numenor

Apro questo blog per scrivere, discutere e apprendere storie, canti e racconti ispirati alla Seconda Era della Terra di Mezzo, così come è stata concepita e descritta dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Qualche consiglio utile per la lettura: se sei interessata/o a scoprire quale sia stata la genesi del mio romanzo, «Il Ciclo del Marinaio», ti suggerisco di leggere questi due articoli: In principio era…Othello, ovvero come nacque il Ciclo del Marinaio e …e arrivò il Marinaio! Corto Maltese, Aldarion ed Erfea.
Se, invece, preferisci addentrarti subito nella lettura dei vari racconti, puoi sfogliare le categorie che si riferiscono ai vari racconti, iniziando dall’articolo più in alto nella cronologia per finire a quello più recente. Per aiutarti nella lettura di questi racconti e agevolare la comprensione di nomi ed eventi notevoli, ti consiglio di leggere quest’articolo: Cronologia della vita di Erfea e dei racconti del Ciclo del…

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Dizionario dei personaggi de «Il Ciclo del Marinaio»

Care lettrici e cari lettori, ben ritrovati. Questo articolo nasce da un prezioso suggerimento fornitomi da Federico Aviano, che mi ha fatto notare come, con l’avanzare della narrazione dei racconti del Ciclo del Marinaio e la comparsa di un numero sempre maggiore di protagonisti sulla scena, sia opportuno procedere a un dizionario che contempli tutti i personaggi comparsi nei miei scritti, allo scopo di permettere un rapido richiamo alle biografie di ciascun soggetto.
Ho così concepito questo articolo come una sorta di utile guida per il lettore, affinché possa famigliarizzarsi con i contenuti dei miei racconti in modo semplice e rapido. Vi chiedo di esprimere i vostri commenti sulla riuscita di questo «prontuario» e mi auguro che vi riesca di grande utilità pratica. Vi suggerisco, infine, di affiancare a questo articolo la lettura di Cronologia della vita di Erfea e dei racconti del Ciclo del Marinaio perché potrete ricavare preziosi riferimenti in merito alla successione dei vari racconti e dei principali eventi che riguardarono la vita di Erfea e degli altri personaggi del Ciclo del Marinaio. In grassetto troverete indicati tutti i nomi dei personaggi descritti in questo dizionario. Naturalmente questa guida ha solo lo scopo di aiutarvi a una comprensione «basica» dei personaggi citati; per approfondire la loro conoscenza, non vi resta che leggere i miei racconti e le opere di Tolkien. Un asterisco collocato accanto al nome vi segnalerà i personaggi da me inventati, rispetto a quelli che troverete nei racconti di Tolkien. Per semplificare la ricerca dei nomi, sono stati eliminati accenti e altri tratti prosodici.

Buona lettura, aspetto, come sempre, i vostri commenti e suggerimenti! Vi sarei immensamente grato se mi segnalaste errori e/o dimenticanze da parte mia; come potete immaginare, si è trattato di un lavoro impegnativo, ragion per cui è possibile che ci possa essere stata qualche omissione o confusione da parte mia.

A

*Adrahil. Figlio di Gimilkhad (da non confondersi con il personaggio omonimo). Uno dei Numenoreani neri mercenari che assalirono i nani che alloggiavano alla Locanda del Cacciatore di Brea. Affrontato in duello da Erfea, perse la mano destra, che gli fu tagliata da Sulring, la spada del Paladino di Numenor. Compare nel racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Adunaphel. La settima dei nove Nazgul, gli schiavi degli Anelli. Nota anche come Adunaphel l’Incantatrice. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e la Mezzelfa; Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada; L’infame giuramento.

*Aegnor. Un fabbro noldo di Ost-In-Edhil, la città degli Elfi nella quale furono forgiati i Grandi Anelli del Potere. Aegnor lavorò e scolpì un corno ricavato dal corpo del drago Ancalangon il Nero. Elrond lo donò ad Erfea, prima che questi si recasse a Numenor per incontrare Miriel per un’ultima volta. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e l’Albero Bianco.

*Aghabad. Uno dei Numereani neri mercenari che assalirono i nani che alloggiavano alla Locanda del Cacciatore di Brea. Compare nel racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Akhorahil. Il quinto dei nove Nazgul, gli schiavi degli Anelli. Noto anche come il Re Tempesta. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e il Drago; Il Marinaio e l’Albero Bianco; il Marinaio e il re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada; L’Infame Giuramento.

*Aldor Roc-Thalion. Signore degli Eothraim, un popolo di cavalieri antenato dei Rohirrim, discendente di Imracar Folcwine. Chiese ai Signori di Gondor asilo per il suo popolo, cacciato dalla terra in cui viveva ad opera delle armate del nazgul Hormurath. Prese parte alla battaglia per la difesa di Osgiliath, dove ebbe modo di trucidare Bairanax, uno dei draghi accorsi a saccheggiarla. Partecipò alla seguenti battaglie contro le armate di Sauron e morì nei primi anni della Terza Era. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Infame Giuramento.

Amandil. Figlio di Numendil, e padre di Elendil, fu signore della regione di Numenor nota con il nome di Andunie e Sovrintendente del Regno fino alla sua scomparsa, avvenuta, presumibilmente, nell’anno 3319 della Seconda Era, mentre si recava con la sua nave verso Ovest per chiedere grazia ai Valar per il suo popolo. Uno dei Paladini del Regno, insieme ad Erfea, che era suo coetaneo. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e la Principessa; Il Marinaio e l’Albero Bianco; L’Ombra e la Spada; L’Infame Giuramento.

Amdir. Sovrano degli elfi di Lorien. Morì durante la prima battaglia dinanzi ai Cancelli Neri di Mordor. Compare nei seguenti racconti: Il Concilio di Orthanc; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Amroth. Figlio di Amdìr, ereditò il trono paterno alla sua morte, avvenuta durante la prima battaglia dinanzi ai Cancelli Neri di Mordor. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Anarion. Secondo figlio di Elendil e fratello di Isildur. Legatosi particolarmente ad Erfea, al quale assomigliava sia nel fisico che nel carattere, ebbe un animo pietoso e lungimirante. Morì durante l’assedio posto alla torre di Barad-Dur, dimora di Sauron. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; La Rosa e l’Arpa; L’Infame Giuramento.

*Andalonil di Utumno. Uno dei Demoni del mondo antico, incaricato da Sauron di proteggere la gemma dei Nani di Amon-Lanc; fu ucciso da Erfea. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Ando-Anca. Uno dei tre Grandi Draghi del Ghiaccio che si unirono a Sauron per distruggere Osgiliath. Uccise Ariel e fu da questa trucidato. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

*Angurth. Uno dei tre Grandi Draghi del Ghiaccio che si unirono a Sauron per distruggere Osgiliath. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

*Antenora. Moglie di Khorazid, principe di Forastar. Una delle leader dei Numenoreani ribelli all’autorità di Miriel. Fu giustiziata da Pharazon perché accusata di aver ucciso suo marito; in realtà questi era stato ucciso da un demone evocato da Er-Murazor, reso invisibile dai suoi poteri. Compare nel seguente racconto: L’Ombra e la Spada.

Aratan. Secondo figlio di Isildur. Morì nel massacro dei Campi Iridati nell’anno secondo della Terza Era. Compare nei racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Ariel. Figlia di Aran, Signora delle Amazzoni, discendenti da quelle donne che avevano trovato rifugio, al termine della Prima Era, tra i boschi della penisola del Rast Vorn. Accorse in difesa di Osgiliath e cadde eroicamente, trucidando il grande drago Ando-Anca che minacciava la città. Compare nel racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

*Arthol. Figlio di Nargon, principe del Mittalmar, una delle regioni storiche di Numenor. Grande amico di Erfea in gioventù, decise successivamente di porsi alla testa di un colpo di stato che avrebbe dovuto portare alla morte di Palantir e di sua figlia Miriel. Sventato il complotto grazie alle rivelazioni portate da Erfea, che l’aveva casualmente scoperto, a Palantir, Arthol e gli altri membri del complotto furono tratti in catene e infine giustiziati. Sua sorella era Gilmor, che sedusse Erfea per alcuni mesi. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; L’Ombra e la Spada.

*Ar-Thoron. Sovrano delle Grandi Aquile nella Seconda Era, visse dapprima sulla cima del Menalterma; dopo la caduta di Numenor, si trasferì nelle Montagne Nebbiose, una grande catena montuosa situata nella Terra di Mezzo. Aiutò Erfea a salvarsi dall’agguato tesogli dai Nazgul a Numenor; in seguito fece da ambasciatore tra Osgiliath, assediata dalle truppe di Sauron, e gli altri reami che si opponevano all’Oscuro Signore e prese parte alla battaglia dinanzi al Cancello Nero. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Atanalcar. Quarto figlio di Elros Tar-Minyatur, primo re di Numenor. Fu il primo principe dell’Hyarrostar e antenato di Erfea. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Messere di Endore.

Aule. Il Vala (dio) fabbro. Creò i Sette Padri e le sei Madri dei Nani. In origine Sauron era uno spirito (Maia) del suo popolo, prima di essere corrotto da Morgoth.

*Azaran. Principe dell’Ondustar, il più anziano dei leader dei Numenoreani ribelli all’autorità di Miriel. Perì nell’incendio che consumò la sua dimora e che pare fosse stato acceso dai servi del nazgul Akhorahil. Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

B

Baccador. Ninfa del fiume (probabilmente una Maia), sposa di Tom Bombadil. Conobe Erfea mentre costui era convalescente presso la sua dimora e gli donò un abito femminile destinato a Miriel. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Messere di Endore.

*Bain il Timido. Sovrano della Sesta Casata dei Nani. Prese parte con i suoi eserciti alla battaglia davanti al Cancello Nero di Mordor contro le schiere di Sauron. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Nanosterro; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Bairanax. Uno dei tre Grandi Draghi del Ghiaccio che si unirono a Sauron per distruggere Osgiliath. Ucciso da Aldor Roc-Thalion. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

*Bavor. Signore di una casa dei Nani che si alleò a Sauron nel corso della sua guerra contro i Popoli Liberi della Terra di Mezzo. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Nanosterro; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Borin. Figlio secondogenito di Narin, e padre di Dworim, fu il più grande fabbro di Amon-Lanc. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Brethil. Cugino di Arthol, divenne principe del Mittalmar alla sua morte. Pur essendo estraneo al suo complotto, fu oggetto di rancore da parte di Miriel, che portò in disgrazia il suo casato. Amico fraterno di Erfea, fu uno dei più valorosi Paladini di Numenor. Morì poco dopo l’ascesa al trono di Pharazon, che aveva tentato, inutilmente, di scongiurare. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; L’Ombra e la Spada; L’Infame Giuramento.

C

Celeborn. Elfo, marito di Galadriel e padre di Celebrian. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Celebrian. Elfa Noldo, figlia di Galadriel e di Celeborn. Nella parte finale della Seconda Era, conobbe Elrond il Mezzelfo, e se ne innamorò, ricambiata. Divenuta la migliore amica di Erfea, ebbe per lui parole di conforto e di saggezza, ricevendo da costui la rivelazione sul destino ultimo di Elwen. Fu presente alla morte di Erfea, nell’anno 8 della Terza Era. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Consiglio di Orthanc; L’infame giuramento.

Celebrimbor. Figlio di Curufin ed erede di Feanor, fu sedotto da Sauron e con la sua collaborazione forgiò i Grandi Anelli del Potere; allorché gli intenti dell’Oscuro Signore furono rivelati, egli si pentì e consegnò i Tre Anelli degli Elfi a Gil-Galad e a Galadriel, verso la quale nutrì sempre profondi sentimenti, pur non essendo ricambiato; durante l’assedio di Ost-In-Edhil da parte delle armate di Sauron, fu tratto in catene e torturato affinché rivelasse ove avesse nascosto gli Anelli del Potere. Furioso per non aver appreso il nascondiglio dei Tre, Sauron lo condannò a morte. Un suo artefatto, uno specchio in grado di mostrare i volti delle persone care al suo possessore, fu donato da Celebrian ad Erfea. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Concilio di Orthanc; La Rosa e l’Arpa.

*Celedhring. Elfo noldo, nacque a Gondolin nella Prima Era. Sopravvissuto alla caduta della Città, si stanziò successivamente nella città di Ost-In-Edhil, ove il suo sapere raggiunse le più alte vette della conoscenza. Egli divenne il Custode delle Chiavi delle forge di quella città e strinse amicizia con Celebrimbor. Dopo la venuta di Annatar (Sauron) in quella contrada, Celedhring collaborò con lui e Celebrimbor alla forgiatura dei Grandi Anelli; allorché Annatar abbandonò quella regione, Celedhring lo seguì e divenne il Custode delle Forge di Mordor. Alla fine dell’assedio degli eserciti di elfi, uomini e nani alla torre di Barad-Dur, egli fu trucidato da Glorfindel. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

Cirdan. Elfo custode dei Porti Grigi. Donò ad Erfea un piccolo vascello per fare ritorno furtivamente a Numenor. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc.

Ciryatur. Ammiraglio di Numenor, antenato di Erfea e discendente di Atanalcar, quarto figlio di Elros Tar-Minyatur. Guidò le forze armate di Numenor che distrussero gli eserciti di Sauron alla metà della Seconda Era, bloccandone, temporaneamente, l’espansione verso Ovest. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e l’Albero Bianco.

Cyrion. Terzo figlio di Isildur. Morì nel massacro dei Campi Iridati nel secondo anno della Terza Era. Compare nei racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

D

*Dokhor. Principe del Fornastar, membro dell’ala oltranzista dei Numenoreni ribelli all’autorità di Miriel. Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

*Draphis. Mercante di Umbar. Prestò aiuto a Erfea perché questi potesse individuare la fortezza segreta dei Nazgul, nascosta nelle sabbie dei deserti dell’Harad. Compare nel seguente racconto: Il Concilio di Orthanc.

*Druin il Prode. Sovrano della Settima Casata dei Nani. Prese parte con i suoi eserciti alla battaglia davanti al Cancello Nero di Mordor contro le schiere di Sauron. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Nanosterro; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Durin IV. Sovrano dei Nani di Khazad-Dum (Moria) negli anni finali della Seconda Era. Il suo esercito si unì a quello degli altri popoli liberi per distruggere il potere oppressivo di Sauron. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Nanosterro; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Dwar. Il terzo dei nove Nazgul, gli schiavi degli Anelli. Noto anche come Signore dei Cani. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada.

*Dworim. Figlio di Borin. Fabbro di Amon-Lanc, fu sedotto dall’elfo Celedhring, che lo convinse a forgiare una gemma di incommensurabile valore, chiamata Khazad-Khezed: guardando al suo interno era possibile scorgere il fine delle azioni di colui che la impugnava nel proprio pugno. Ben presto, tuttavia, la volontà instillata nella pietra si impadronì delle menti dei Nani di Amon-Lanc, portando tra loro discordia e morte. Dworim, ormai reso folle dai poteri della gemma, uccise gli ultimi sei nani che ancora dimoravano ad Amon-Lanc e si lasciò morire di fame e stenti. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

E

*Earel. Primo nome di Erfea, attributogli dal padre Gilnar alla sua nascita. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; La Rosa e l’Arpa.

*Eargon. Giovane ammiraglio di Numenor, figlio di Morlok. Amante del nazgul Adunaphel, della quale ignorava, tuttavia, la vera identità. Uno dei leader dei Numenoreani ribelli all’autorità di Miriel. Uccise suo padre su ordine dei Nazgul, affinché la colpa di tale crimine ricadesse su Brethil e questi fosse messo a morte dalla regina. Fu convinto da Adunaphel a prendere il potere, ma il suo tentativo di colpo di Stato fallì ed egli fu eliminato per mano della sua ex amante perché non rivelasse i nomi dei mandanti del golpe a Erfea. Compare nei seguenti racconti: L’Ombra e la Spada; L’Infame Giuramento.

*Earien. Nome con il quale Miriel, principessa di Numenor, si presentò ad Erfea in occasione del loro primo incontro. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; La Rosa e l’Arpa.

*Edheldin. Signore dei Noldor di Edhellond, era cugino di Morwin; amico di Erfea, accorse in suo aiuto nella battaglia per difendere Osgiliath e morì dinanzi ai Cancelli Neri. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Elendil. Figlio di Amandil, principe di Andunie, e padre di Isildur e Anarion. Uno dei signori dei Numenoreani Fedeli, fu allievo di Erfea, dal quale apprese le arti del combattimento e sopravvisse alla Caduta di Numenor e fondò nella Terra di Mezzo i regni di Arnor e Gondor. Alla fine della Seconda Era combatté contro Sauron e rimase ucciso nel duello che ne seguì. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e la Principessa; Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e la Mezzelfa; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; La Rosa e l’Arpa.

Elendur. Primo figlio di Isildur. Morì nel massacro dei Campi Iridati nel secondo anno della Terza Era. Compare nei racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Elkano. Paladino di Numenor. Figlio di un fabbro e di una tessitrice, fu uno dei primi paladini privi di nobili origini. Fu luogotenente di Erfea e combatté al suo fianco la guerra civile a Numenor, trovando la morte nell’assedio alla città di Armenelos. Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

*Elwen. Mezzelfa, figlia di un’Elfa Noldo e di un Numenoreano. Incontrò Erfea quando costui si rifugiò ad Edhellond, città nella quale viveva, per sfuggire ai servi di Pharazon. Dopo aver stretto una relazione sentimentale con Erfea, Elwen fu ingannata dal sire elfico di quella città, Morwin, che la sedusse e la sposò, convincendola a scegliere l’immortalità della sua specie. Dopo aver scoperto gli inganni di Morwin ed essersi riappacificata con Erfea, Elwen scelse di trascorrere la vita con lui, ripudiando il suo sposo. La storia narra che ella non arrivò al Mare dove Erfea l’attendeva e la sua fine è ignota a tutti, tranne che ad Erfea stesso, che ne fece parola solo a Celebrian. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e la Mezzelfa; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Nascita di una stella fredda; L’Infame Giuramento.

*Elrohir. «Cavallo della stella»: tale animale, donato dagli Eothraim a Erfea, sebbene non avesse ricevuto la facoltà di parlare le lingue di Elfi e Uomini, era tuttavia in grado di comprenderle, ché era discendente del possente destriero che Orome, il cacciatore dei Valar, aveva condotto con sé durante i suoi viaggi nella Terra di Mezzo nelle ere che precedettero il sorgere del sole e della luna. Compare nel racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

Elrond. Figlio di Earendil e di Elwing, nacque alla fine della Prima Era. Dopo la sconfitta di Morgoth, maestro di Sauron, i Valar (gli dei) posero i Mezzelfi dinanzi a una scelta: accettare di vivere per sempre come gli Elfi, oppure privilegiare la vita mortale degli Uomini. Elrond scelse una vita immortale, mentre suo fratello Elros Tar Minyatur optò per la mortalità e divenne il primo re di Numenor. Mentore di Erfea, gli consegnò, per conto del suo re Gil-Galad, la preziosa spada Sulring, forgiata nella città elfica di Gondolin in tempi remoti. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; La Rosa e l’Arpa; L’Infame Giuramento.

*Erfea. Venticinquesimo principe dell’Hyarrostar, una delle cinque regioni storiche del regno di Numenor, figlio di Gilnar e di Nimrilien. In lingua nanica era noto anche come Khevialath, che vuol dire «il lugimirante». Lontano discendente di Atanalcar, quarto ed ultimo figlio di Elros Tar-Minyatur, è il protagonista maschile de «Il Ciclo del Marinaio». Paladino di grande valore, nel corso degli anni stringerà una relazione con Miriel, principessa e poi regina di Numenor, che terminerà bruscamente all’indomani del colpo di Stato che condusse all’ascesa al trono di Pharazon. Successivamente, esiliato da Numenor perché inviso al nuovo sovrano, si stabilì nella Terra di Mezzo, ad Edhellond, dove strinse una relazione con Elwen, che terminò quando costei sposò Morwin, il Signore di quella Città. In seguito alla distruzione di Numenor e alla morte di Miriel si stabilì ad Osgiliath, come sovrintendente del regno di Gondor. Pur se estremamente anziano, prese parte alla difesa della città dall’assalto delle truppe di Sauron e al successivo contrattacco che terminò con la distruzione di Mordor e la perdita, da parte dell’Oscuro Signore, dell’Unico Anello. Erfea morì nell’ottavo anno della Terza Era. Compare in tutti i racconti.

*Er-Murazor. Il primo dei Nazgul, gli Schiavi degli Anelli. Principale avversario di Erfea. Noto anche come il Signore degli Stregoni, il Re di Morgul e il Capitano Nero. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e la Principessa; Il Marinaio e la Mezzelfa; il Marinaio e il re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada; L’infame giuramento.

*Eruo. Scrivano di Elessar (Aragorn), tradusse dalla lingua degli Elfi Noldo (Quenya) alla lingua comune dell’Occidente il tomo delle memorie di Erfea, rivenuto nella torre di Orthanc (Isengard), che costituisce la base del «Ciclo del Marinaio». Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

*Eorsen. Principe del popolo degli Eothraim e parente di Aldor Roc-Thalion, prese parte all’assedio a Barad-Dur, dimora di Sauron, ove trovò la morte. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

F

Fangorn. Noto anche come Barbalbero. Uno dei tre più anziani Ent (Onodrim). Accorse con i suoi simili per combattere Sauron dinanzi ai Cancelli Neri. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Feanor. Il più grande artista fra gli Elfi Noldo. Egli creò i Silmaril, le tre gemme nelle quali era custodita la luce degli Alberi di Valinor, che furono distrutti da Morgoth e dalla creatura a nome Ungoliant. Il suo tentativo di strappare i Silmaril dal possesso di Morgoth darà origine a una serie di vicende drammatiche descritte nell’opera di Tolkien intitolata «Il Silmarillion». Nel «Ciclo del Marinaio», Feanor compare in un racconto dove si spiega l’origine delle Palantiri, le Pietre Veggenti che permettevano di comunicare a distanza. Compare nei racconti: Il Marinaio e le Palantiri; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Finglas. Noto anche come Ciuffofoglio. Uno dei tre più anziani Ent (Onodrim). Accorse con i suoi simili per combattere Sauron dinanzi ai Cancelli Neri. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Finwe. Primo re dei Noldor e padre di Feanor; morì tentando di difendere i Silmaril dalla bramosia di Morgoth. Compare nel racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Finduilas. Una delle ancelle di Elwen la Mezzelfa. Compare nel racconto: Il Marinaio e la Mezzelfa.

Fladrif. Noto anche come Scorzapelli. Uno dei tre più anziani Ent (Onodrim). Accorse con i suoi simili per combattere Sauron dinanzi ai Cancelli Neri. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Furin. Uno dei nani che si unirono ad Erfea e a Naug-Thalion nell’esplorazione di Amon-Lanc. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Furin (2). Araldo e condottiero delle schere dei Nani della Sesta e Settima Casata che accorsero in aiuto dei Popoli Liberi nella loro battaglia dinanzi ai Cancelli Neri. Morì durante l’assedio posto a Barad-Dur, dimora di Sauron. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

G

Galadriel. La maggiore e più bella delle donne elfiche. Ebbe grande parte nel corso degli eventi della Seconda Era, ergendosi ad avversaria di Sauron e dei suoi schiavi e fu custode di uno dei tre anelli elfici; insieme a suo marito Celeborn, dapprima dominò sulla città di Ost-in-Edhil nell’Eriador e, successivamente, nel regno boscoso del Lorien. Sua figlia fu Celebrian, che sposò Elrond. Accolse Erfea mentre era di passaggio a Gran Burrone e gli rivolse saggi consigli. Compare nei racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Galdor. Fabbro elfico noldor che forgiò la spada Sulring nella città di Gondolin. Questa spada fu poi donata da Gil-Galad ad Erfea. Compare nel racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

Gil-Galad. Figlio di Fingon, Alto Re dei Noldor, una delle tre stirpi degli Eldar (Elfi) presenti nei romanzi di Tolkien. Noto anche come Erenion. Incontrò Erfea quando era ancora adolescente e predisse che sarebbe diventato un grande Paladino. Morì alla fine della Seconda Era, cadendo per mano di Sauron nello scontro che concluse quell’epoca. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc.

*Gilhith. Uno dei cavalieri elfici che presero parte alla prima battaglia dinanzi ai Cancelli Neri di Mordor. Raccolse le ultime parole di un morente Amdir. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Gilnar. Ventiquattresimo principe dell’Hyarrostar, padre di Erfea e marito di Nimrilien. Non condivise la scelta di suo figlio di rinunciare alla carriera militare nella flotta numenoreana, per dedicarsi, al contrario, alla cavalleria, tradizionalmente considerata la forza armata meno importante e numerosa di Numenor. Morì nell’anno 3255 della Seconda Era, poco dopo l’ascesa al trono di Pharazon. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e il Drago; Il Marinaio e le Palantiri; Il Marinaio e la Principessa; L’infame giuramento.

*Gilmor. Principessa del Mittalmar, sorella di Arthol. Strinse, su suggerimento di Akhorahil, una breve relazione con Erfea, perché non si intromettesse nella congiura che il fratello stavo approntando. Coinvolta nel complotto per uccidere Palantir e sua figlia Miriel, fu arrestata e, giudicata colpevole di altro tradimento, giustiziata. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Messere di Endore.

Gimilkhad. Fratello minore di Palantir, figlio di Gimilzor, padre di Pharazon e capitano della fazione dei Numenoreani Neri. Morì durante un’imboscata tesagli dai Variag del Khand, un popolo nomade stanziato in una contrada a sud di Mordor, nell’anno 3175 della Seconda Era. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Concilio di Orthanc.

Gimilzor. Ventitreesimo sovrano di Numenor. Nacque nel 2960 della Seconda Era e morì nell’anno 3177: perseguitò a lungo i Fedeli e proibì che costoro adoperassero le lingue elfiche. Compare nel racconto: Il Marinaio e il Messere di Endore.

Glorfindel Chiomadoro. Elfo noldo, proveniente da Gondolin, protesse il suo popolo durante la fuga da quella città, quando fu occupata dalle truppe di Morgoth. Morì affrontando in un duello un Balrog, un demone del Mondo Antico: i Valar (gli dei), tuttavia, vollero premiare il suo coraggio e la sua abnegazione, e gli permisero di tornare alla Terra di Mezzo. Accorse in difesa di Osgiliath con i suoi cavalieri. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; L’Infame Giuramento.

*Gori. Figlio di Frain, fu uno dei signori degli Anelli che si opposero alla presenza di Erfea a Khazad-Dum. Probabile portatore di uno dei Sette Anelli dei Nani. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Gori (2). Uno dei nani che si unirono ad Erfea e a Naug-Thalion nell’esplorazione di Amon-Lanc. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Groin Hroa Sarna. Nano, figlio di Naug-Thalion, noto anche come «Corpo di Pietra», per aver resistito alla magia nera di Andalonil. Divenne grande amico di Erfea, al pari di suo padre, ed accorse di buon grado alla difesa di Osgiliath, minacciata dalle armate di Sauron. Partecipò alla battaglia dinanzi al Cancello Nero di Mordor, dove suo padre fu ucciso. Prese quindi il comando delle truppe di Khazad-Dum nell’assedio a Barad-Dur. Morì nel primo secolo della Terza Era. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Nanosterro; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Infame Giuramento.

H

*Herim l’Impavido. Erede di Bor l’Orientale, un signore degli uomini dell’Est che pagò con la propria vita l’alleanza con gli Elfi. Condusse le sue schiere a difese di Osgiliath e morì durante la battaglia dei Cancelli Neri. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Herugil. Signore di Pelargir, il principale porto di Gondor. Accorse con le sue truppe in soccorso di Osgiliath, minacciata dalle truppe di Sauron. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Himel. Nome segreto di Erfea, rivelato solo a Miriel e ad Anarion. Compare nel seguente racconto: La Rosa e l’Arpa.

*Hoarmurath di Dir. Il sesto dei Nazgul, gli Schiavi degli Anelli. Noto anche come Re del Ghiaccio. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada.

I

*Imracar Folcwine. Principe e ambasciatore del popolo degli Eothraim, antenati dei Rohirrim che nella Terza Era divennero alleati di Gondor. Progenitore di Aldor Roc-Thalion. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e la Principessa; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

*Indur. Il quarto dei Nazgul, gli Schiavi degli Anelli. Noto anche come Re Mumakan. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada.

Isildur. Figlio primogenito di Elendil, e fratello maggiore di Anarion. Di carattere nobile ed impetuoso al tempo stesso, fu il più dotato tra gli allievi di Erfea, assomigliandogli molto nel portamento, sebbene non avesse la stessa sensibilità e umanità. Dopo la caduta di Numenor, scampò alla tragedia insieme con suo padre Elendil e suo fratello Anarion. Divenuto sovrano del regno di Gondor, prese parte alla guerra contro Sauron. Assistette al mortale duello nel quale suo padre e Gil-Galad furono uccisi dall’Oscuro Signore, ma sopravvisse per vendicarli e strappare così dalla mano di Sauron l’Unico Anello. Morì nel secondo anno della Terza Era, mentre si recava a Nord per tornare dalla sua gente, e l’Anello si smarrì nel Grande Fiume. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e la Mezzelfa; Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; La Rosa e l’Arpa; L’Infame Giuramento.

K

Khamul. Il secondo dei Nazgul, gli Schiavi degli Anelli. Noto anche come Orientale Nero e Scudiero di Sauron. Il nome di questo Nazgul è stato l’unico inventato da Tolkien. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada.

*Khanor. Uno schiavo di Pharazon, affetto da mutismo, di origine ignota (probabilmente un Haradrim); fuggito alla malvagità del suo padrone, si rifugiò a Gondor, dove Erfea lo alloggiò in uno dei più belli palazzi di Osgiliath, per alleviare in lui il ricordo delle torture sofferte durante la sua prigionia. Khanor consegnò a Erfea un manoscritto nel quale erano riportate le trame che coinvolsero il suo ex padrone e i suoi camerati nell’ordire la fine di Numenor. Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

*Khorazid. Principe dell’Andustar, marito di Antenora e membro dell’ala moderata dei Numenoreani che si opponevano a Miriel. Fu ucciso da un demone invisibile evocato da Er-Murazor. Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

*Khuriel. Anziana donna di nobile origine. Una dei leader numenoreani che si opponevano all’autorità di Miriel. Morì a causa di un misterioso morbo che contrasse dopo essersi rifugiata nel regno del nazgul Ren il Folle. Compare nel racconto: L’Ombra e la Spada.

L

Lorien. Vala (dio) del Sogno, noto agli Elfi con il nome di Irmo. Compare nel racconto: Il Marinaio e le Palantiri.

*Luiniell. Signora di Minas Ithil, moglie di Isildur, e madre di Elendur, Aratan e Cyrion. Secondo alcuni storici vissuti in epoche successive, ella sarebbe stata nipote di Erfea per parte paterna, ma i pareri su questa parentela sono discordi e questa è solo un’ipotesi. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

M

Manwe. Signore dei Valar (dei) e sposo di Varda Elentari.

Mandos. Uno dei Valar (dei), Signore della Morte e del Destino.

*Manea. Nota anche come «La Veggente», predisse le sorti di numerosi uomini e donne di Numenor, compresa quella di Erfea e di Miriel. Nessuno, tuttavia fu in grado di apprendere il suo verno nome o la sua ascendenza. Secondo interpretazioni postume, Manea sarebbe stata l’incarnazione di Varda, una delle Potenze del Mondo e Signora delle Stelle: non tutti, però, credettero a questa rivelazione, ed il suo nome fu obliato alla fine della Seconda Era. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e la Principessa.

*Manveru. Nome di un Uomo del Nord, servitore di Gilnar e primo istruttore di Erfea nella disciplina dell’equitazione. Sembra che il suo vero nome fosse quello di Ridderman, «colui che doma il Cavallo». Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Messere di Endore.

Meneldil. Figlio di Anarion, l’ultimo uomo ad essere nato a Numenor prima della sua distruzione. Ereditò il trono di Gondor dopo la morte di suo padre e di suo zio Isildur. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; L’Ombra e la Spada.

Miriel. Principessa di Numenor, unica figlia di Palantir e di Silwen, madre di Varaneli, salì al trono nell’anno 3255 della Seconda Era. Nota, nella favella dei Numenoreani, anche con il nome di Ar-Zimraphel. Donna di grande bellezza e di acuta intelligenza, intraprese una relazione sentimentale tormentata con Erfea, interrotta dalla sua scelta, sofferta, di prendere in sposo suo cugino e usurpatore al trono Pharazon. Miriel perì nell’inabissamento di Numenor. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e la Principessa; Il Marinaio e l’Albero Bianco; La Rosa e l’Arpa; L’infame giuramento.

*Mirmorth. Matronimico di Erfea. Compare nel racconto: La Rosa e la Spada.

Morgoth. In origine noto anche come Melkor, era il più potente dei Valar (dei). Si oppose ad Eru (il Dio creatore del mondo e dei Valar stessi) e scelse la malvagità. Durante la Prima Era del Mondo fu il principale nemico di Elfi, Uomini e Nani; al termine di questa epoca fu tratto in arresto dai Valar e scagliato al di fuori del Tempo e dello Spazio. Suo discepolo prediletto era Sauron.

*Morlok. Duca e tesoriere del regno di Numenor sotto il regno di Tar-Miriel. Schivo di carattere, evitò di lasciarsi coinvolgere nella guerra civile numenoreana. Ucciso da suo figlio Eargon, su istigazione di Adunaphel, affinché la colpa di tale delitto ricadesse su Brethil e questi fosse condannato a morte dalla regina. Compare nel seguente racconto: L’Infame Giuramento.

*Morluin. Uno dei più antichi fra i Draghi di sesso femminile (conosciuti anche come «Grandi Vermi») sopravvissuti alla sconfitta del loro creatore Morgoth, alla fine della Prima Era. Cercò di vendicarsi sui Numenoreani, perché alcuni pescatori avevano catturato e ucciso i suoi cuccioli: fu affrontata da Erfea, al quale sottoposte una serie di tre enigmi, la cui risoluzione avrebbe permesso all’isola di Numenor di sopravvivere alla sua ira. Frustata dalla sconfitta che Erfea le inflisse, si allontanò da Numenor e non fu più vista da alcuno. Al termine di questa importante e inaspettata vittoria, Erfea ottenne il soprannome di «Morluin». Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Drago.

*Morwin. Signore degli elfi di Edhellond, una piccola cittadina situata nel regno di Gondor. Fu adottato da Fingon, re degli Elfi, quando era ancora piccolo, perché la sua famiglia originaria era stata sterminata dagli Orchi nel corso delle battaglie che li opposero agli Elfi nel corso della Prima Era. Al termine di quell’epoca, Morwin condusse una schiera di Elfi a sud, ove essi avevano fondato Edhellond. Estremamente sospettoso nei confronti degli Uomini, da lui accusati di avere tradito gli Elfi nella lotta contro Morgoth, diffidò sempre di Erfea, del quale fu rivale in amore nei confronti della mezzelfa Elwen, giungendo poi a sposarla. Lasciato dalla consorte, che ne frattempo si era riconciliata con Erfea, si diresse ad Umbar con l’intento di affrontare il suo rivale; la comparsa del nazgul Adunaphel, tuttavia, costrinse i due avversari a riappacificarsi per fronteggiare il comune nemico. Al termine del duello, Morwin comprese che non avrebbe mai più ricevuto l’amore di Elwen e scomparve. Riapparve anni dopo per salvare gli elfi di Thranduil dalle armate del nazgul Dwar, durante il primo, sfortunato, assedio ai Cancelli Neri di Mordor; in quell’occasione egli perì, ucciso dal Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e la Mezzelfa; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

N

*Narin. Signore dei nani della stirpe di Druin. Padre di Borin. Scoprì il colle di Amon-Lanc, al di là del Grande Fiume, che i Nani chiamavano Tumun-Gabil e che nel corso della Terza Era sarebbe stato occupato dal Negromante, divenendo parte del complesso di Dol-Guldur. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Narin (2). Figlio di Borlin, membro dell’ambasciata che raggiunse Khazad-Dum per chiedere l’aiuto dei nani colà dimoranti per risolvere il mistero che aleggiava sulle rovine di Tumun-Gabil. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

*Naug-Thalion. Nome elfico con il quale era conosciuto Bor, figlio di Dwarim, e padre di Groin, uno degli ambasciatori e signori dei nani di Khazad-Dum. Strinse profonda amicizia con Erfea, quando costui salvò alcuni membri del suo popolo dall’aggressione di una banda di mercenari Numenoreani fedeli a Pharazon. Con le sue truppe difese la città di Osgiliath dagli eserciti di Sauron, accorrendo al richiamo di Erfea. Morì nella Battaglia dinanzi al Cancello Nero, ucciso dal Nazgul Dwar. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e la Principessa (anche se non è ancora specificato il suo nome); Il Marinaio e il Nanosterro; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; L’Infame Giuramento.

*Nimrilien. Sorella minore di Numendil, moglie di Gilnar e madre di Erfea. Assisté Erfea al termine del suo primo incontro con Sauron, aiutandolo a superare l’atavica paura della Morte. Si spense nell’anno 3255 della Seconda Era, insieme al marito Gilnar, poco dopo l’ascesa al trono di Pharazon. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e le Palantiri; Il Marinaio e la Principessa; L’Infame Giuramento.

*Nori. Uno dei nani compagni di Naug-Thalion. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Nanosterro.

Numendil. Fratello maggiore di Nimrilien, zio di Erfea e signore di Andunie. Suo figlio fu Amandil. Presso Numendil Erfea fu ordinato cavaliere del Regno di Numenor e svolse il suo apprendistato. Morì, probabilmente avvelenato dai servi di Akhorahil, nello stesso anno in cui Erfea fu nominato cavaliere del Regno. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; La Rosa e l’Arpa.

O

Orome. Uno dei Vala (dei). Grande cacciatore dei servi di Morgoth. Noto anche con il nome di Bema presso gli Uomini del Nord.

Oropher. Sovrano degli elfi silvani di Bosco Verde il Grande e padre di Thranduil, condusse la sua gente a sud e perì durante il primo assalto al Cancelli Neri di Mordor. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc.

Osse. Uno degli spiriti angelici del popolo di Ulmo, legato al mare e alle coste. Il suo nome era molto temuto dai Numenoreani, perché egli era il responsabile delle tempeste che affondavano le imbarcazioni.

P

Palantir. Ventiquattresimo sovrano di Numenor, figlio di Gimilzor e padre di Miriel. Contrariamente ai suoi predecessori, tentò, senza successo, di riportare il popolo numenoreano sulla retta via, cercando di spronarlo verso il ritorno del culto di Eru (Dio), ma senza successo. A differenza di sua moglie Silwen, nutrì sempre una grande fiducia nei confronti di Erfea e avrebbe voluto che questi sposasse sua figlia, divenendo re consorte di Numenor. Morì di dolore, conscio di aver fallito nella sua missione, nello stesso anno in cui sua figlia ascese al trono di Numenor. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e il Drago; Il Marinaio e la Principessa; Il Concilio di Orthanc; La Rosa e l’Arpa; L’infame giuramento.

Pharazon. Unico figlio di Gimilkhad, padre di Varaneli. Divenuto il leader della fazione dei Numenoreani che si opponevano a Palantir e, successivamente, a sua figlia Miriel, assistito dai Nazgul Akhorahil, Adunaphel ed Er-Murazor, si impadronì del trono di Numenor. Costrinse la regina ad abdicare a suo favore, sposandola contro la sua volontà, ma promettendole che avrebbe salvato la vita ad Erfea. Pharazon, dopo che Sauron finse di sottomettersi al suo potere, divenne un seguace del culto delle tenebre e decise di invadere Valinor, la terra dei Valar (Dei): questo gesto sconsiderato causò l’ira di Eru (Dio) che distrusse Numenor. Pharazon e il suo seguito, tuttavia, furono intrappolati nelle Caverne dell’Oblio e là giaceranno fino alla fine dei giorni. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e della Principessa; Il Marinaio e la Mezzelfa; Il Marinaio e l’Albero Bianco; L’Ombra e la Spada; L’Infame Giuramento.

R

*Ren. L’ottavo dei Nazgul, gli Schiavi degli Anelli. Noto anche come il Re folle. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada.

S

Sauron. Noto in origine come Gorthaur l’Aborrito, Sauron fu sedotto da Morgoth e ne divenne fedele luogotenente durante la Prima Era. Dopo la sconfitta del suo Signore, fuggì lontano ad Est, ove riacquistò una nuova forma, gradevole a vedersi. Il suo obiettivo divenne allora quello di sostituirsi a Morgoth per corrompere i cuori degli Elfi  e degli Uomini, ai quali si presentò sotto le mentite spoglie di Annatar, e farne i suoi schiavi. Provò a sedurre Erfea, parlandogli attraverso una delle Palantiri, ma dopo aver fallito nel suo intento, ne divenne acerrimo avversario. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e le Palantiri; Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Shelob. Un mostruoso demone a forma di ragno, ultima figlia di Ungoliant. Viveva nelle caverne situate presso Cirith Ungol. I suoi figli provarono, senza successo, ad attaccare Erfea che si era recato in quei luoghi per spiare l’avanzata dell’esercito del nazgul Adunaphel. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Re Stregone.

*Silwen. Regina consorte di Numenor, moglie di Palantir e madre di Miriel. Inizialmente avversa alla relazione tra sua figlia ed Erfea, negli ultimi anni della sua esistenza mutò opinione in merito al legame fra i due giovani. Morì in età prematura a causa dell’addensarsi della Tenebra su Numenor. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e il Messere di Endore; Il Marinaio e le Palantiri.

T

Telchar di Nogrod. Un grande fabbro nano. Forgiò la spada Narsil la Splendente, il cui troncone tagliò il dito e Anello dalla mano di Sauron. Compare nel seguente racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Thranduil. Figlio di Oropher, sovrano degli Elfi di Boscoverde il Grande. Sopravvisse alla prima battaglia dinanzi ai Cancelli Neri, aiutato in questo dal sacrificio eroico di Morwin, e divenne il nuovo re del suo popolo. Compare nel racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Tom Bombadil. Uno spirito della Terra (probabilmente un Maia), prese dimora presso un bosco che sorgeva nei pressi degli antichi tumuli degli Uomini. Pochi fra gli Elfi conoscevano il suo nome ed essi ignoravano le sue origini, né erano noti i suoi padri, sicché presero a chiamarlo Iarwain Ben-Adar, il più anziano e il senza padre. Presso le altre genti aveva nomi diversi: i Nani lo chiamarono Forn e Uomini Ornald. Salvò Erfea che giaceva morente nei pressi della sua casa e lo aiutò a combattere i sentimenti d’ira e vanagloria che nutriva nel suo animo. Sposato alla ninfa del fiume Baccador, compare nel seguente racconto: Il Marinaio e il Messere di Endore.

*Thur. Un nano, comandante delle schiere di Belegost che si unirono agli eserciti dei Popoli Liberi in lotta contro Sauron. Compare nel racconto: Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Tulkas. Uno dei Vala (dei). Il paladino di tutti gli dei, massimamente temuto da Morgoth e dai suoi servi.

U

Ulmo. Uno dei Valar (dei), Signore dell’acqua, dei mari e degli oceani.

*Uvatha. Il nono dei Nazgul, gli Schiavi degli Anelli. Noto anche come il Re cavaliere. Per la sua biografia si veda il racconto de Le storie dei Nazgul. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; Il Marinaio e il Re Stregone; Il Marinaio e la Grande Battaglia; Il Concilio di Orthanc; L’Ombra e la Spada.

V

*Varaneli. Unico figlio di Pharazon e Miriel. Egli nacque nell’anno 3262 della Seconda Era, poco dopo l’arrivo di Sauron a Numenor. La corte reale, intimorita dalla sua personalità ombrosa e dal suo aspetto particolarmente bello, prese a mormorare che fosse in realtà figlio di Sauron, che si era sostituito al re con un inganno per giacere con sua moglie. Morì prematuramente, prima della Caduta di Numenor. Compare nei seguenti racconti: Il Marinaio e l’Albero Bianco; La Rosa e l’Arpa.

Varda Elentari. Moglie di Manwe e regina dei Valar. Poiché fu la prima a rendersi conto della malvagità di Morgoth, le creature malvagie temono le invocazioni al suo nome.

Y

Yavanna Kementari. Moglie di Aule, dispensatrice di frutti. le sue creature sono le piante, in particolare le sono devoti i Pastori degli Alberi, cioè gli Ent.

 

Cronologia della vita di Erfea e dei racconti del Ciclo del Marinaio

Come mi ha fatto giustamente notare uno dei miei lettori, non è semplice orientarsi all’intervento delle molteplici avventure vissute da Erfea e dagli altri protagonisti del «Ciclo del Marinaio» senza avere la possibilità di consultare una chiara e approfondita cronologia degli eventi principali della sua lunga vita e, più in generale, della tarda parte finale della Seconda Era, epoca nella quale sono ambientate le vicissitudini del principe di Numenor.
Pur disponendo della stesura di una cronologia già da diverso tempo, fino ad oggi ho nutrito delle riserve intorno a una sua pubblicazione, perché, inevitabilmente, essa avrebbe comportato l’anticipazione di qualche evento al quale, fino a questo momento, non avevo ancora fatto cenno: arrivati a questo punto, tuttavia, alla luce di una maggiore articolazione delle avventure di Erfea presente attualmente all’interno del mio blog, sento l’esigenza di non dover ulteriormente procrastinare la pubblicazione di uno strumento che spero possa rivelarsi utile per orientarsi all’interno degli eventi principali che si succedettero nel corso della Seconda Era e poter così apprezzare ulteriormente le vicende del paladino di Numenor e degli altri personaggi dei miei racconti. Invito vivamente i miei lettori a utilizzare le cronologie presentate nel Silmarillion e nel Signore degli Anelli per poter ricavare ulteriori informazioni sugli eventi della Seconda Era. Un’utile lettura, infine, può rivelarsi anche quella delle biografie dei sovrani numenoreani, contenute nel volume «Racconti incompiuti», anche questo scritto da Tolkien. Vi ricordo che potrete trovare le informazioni essenziali sui personaggi de «Il Ciclo del Marinaio» anche nel Dizionario dei personaggi de «Il Ciclo del Marinaio».
Buona lettura, aspetto le vostre osservazioni!

IL CALCOLO DEGLI ANNI DELLA SECONDA E DELLA TERZA ERA DALLA NASCITA ALLA MORTE DI ERFEA

3112 Seconda Era (poi abbreviata in S.E.): Erfea, figlio di Gilnar principe dell’Hyarrostar e di Nimrilien, del lignaggio di Andunie, nasce a Minas Laure.

3117 S. E.: Miriel, figlia di Palantir, principe ereditario al trono di Numenor e di Silwen sua sposa, nasce ad Armenelos.

3132 S. E.: Erfea incontra per la prima volta Miriel, principessa di Numenor.

3136 S.E.: Erfea affronta il drago Morluin e diviene noto alle stirpi della Terra di Mezzo come Erfea Morluin.

3140 S. E.: Erfea parla con Sauron nel Palantir; morte di Silwen, moglie di Palantir.

3144-46 S. E.: Erfea compie il primo viaggio nella Terra di Mezzo, ove instaura rapporti di amicizia con i Signori degli Eldar e conosce Tom Bombadil e sua moglie dama Baccador. Prima di far ritorno a Numenor, Erfea riceve dalle mani di Gil-Galad la spada Sulring, forgiata dai fabbri elfici di Gondolin nei giorni precedenti alla sua caduta.

3146 S. E.: Erfea ritorna a Numenor, ove viene nominato cavaliere. Nello stesso anno il principe Arthol, supportato da una fazione di Numenoreani ribelli, attenta alla vita di Palantir e della figlia Miriel: la congiura viene scoperta anche grazie alle rivelazioni di Erfea, e i congiurati sono condannati a morte dal principe Akhorahil perché non rivelino le identità dei reali mandanti del tentato omicidio e del colpo di Stato che ne avrebbe fatto seguito.

3146-3253 S. E.: Erfea torna nella Terra di Mezzo, ove serve Gil-Galad, l’ultimo degli Alti Re elfici ad est del Mare; si reca nel Rhovanion, ove conosce Imracar Folcwine, signore degli Eothraim.

3168 S. E.: A Khazad-Dum nasce Groin, figlio di Bòr, signore del popolo di Durin.

3170 S.E.: Erfea si avventura fino all’estremo Harad, ove entra nella grande fortezza dei Nazgul, scoprendone le reali identità.

3183 S. E.: A Edhellond nasce Ewen la Mezzelfa, figlia di un marinaio numenoreano e di una Noldo.

3254 S. E.: Erfea ritorna a Numenor, ove succede al padre, ormai anziano, nella carica di consigliere del sovrano Tar-Palantir.

3255 S. E.: Scoppia la seconda guerra civile a Numenor: battaglia di Tharbad, ove Erfea infligge una dura sconfitta al Capitano della fazione fedele a Pharazon l’usurpatore. Al termine dell’anno, Ar-Pharazon diviene il venticinquesimo sovrano di Elenna e prende in sposa sua cugina Miriel, contro la sua volontà e le leggi del regno.

3256 S. E.: Morte di Gilnar e Nimrilien: Erfea diviene l’ultimo dei signori dell’Hyarrostar.

3260 S. E.: L’infame giuramento: tutti capitani di Numenor, eccetto ventuno, tra cui Erfea ed Amandil, giurano lealtà ad Ar-Pharazon.

3261 S. E.: Erfea fa naufragio alle foci dell’Anduin e giunge alla città di Edhellond, ove conosce Elwen la mezzelfa: nello stesso anno Ar-Pharazon sbarca ad Umbar per sottomettere Sauron.

3270 S. E.: Erfea abbandona Edhellond; il principe di Numenor ritorna ad Imladris, ove conosce Celebrian e ritrova Elrond e Galadriel. Nello stesso anno giunge a Numenor, ove incontra per l’ultima volta Miriel; fuggito ai Nazgul, Erfea si stabilisce ad Osgiliath.

3277 S. E.: Erfea sconfigge il Capitano Nero a Edhellond e si riappacifica con Elwen.

32783320 S. E.: Erfea viaggia per tutta la Terra di Mezzo, giungendo fino all’estremo Nord, al Forochel, e ad Umbar, ove scopre che il reale padrone del porto è divenuto Sauron, che esercita il suo potere attraverso il Nazgul Adunaphel.

3320 S. E.: Con la caduta di Numenor (3319 S.E.), si costituiscono i regni in esilio di Arnor e Gondor: Erfea è nominato sovrintendente del re Anarion ad Osgiliath.

3429 S. E.: Le armate di Adunaphel attaccano Minas Ithil che viene in seguito conquistata, mentre la popolazione civile trova rifugio a Osgiliath: Erfea e Anarion difendono la città. Nello stesso anno si tiene il Consiglio di Orthanc che pone le premesse per la nascita di un’alleanza fra Elfi, Uomini e Nani allo scopo di contrastare l’ascesa di Sauron (Ultima Alleanza).

3433 S. E.: La battaglia della Dagorlad, cui Erfea partecipa; morte di Bòr (Naug Thalion)

3441 S. E.: Isildur si impadronisce dell’Anello Sovrano e Sauron fugge all’est.

2 Terza Era: disastro ai campi Iridati: Isildur e la sua gente vengono massacrati.

8 Terza Era: Erfea muore ad Osgiliath, dopo aver rivisto per l’ultima volta i suoi amici Elrond e Celebrian, ai quali consegna le sue memorie.

Ordine di lettura dei racconti del Ciclo del Marinaio

Mi sono reso conto che anche un’indicazione in merito all’ordine di lettura dei racconti del Ciclo del Marinaio può essere di grande utilità per i lettori.

Di seguito, dunque, troverete l’elenco dei racconti così come andrebbero letti in senso cronologico (e non secondo l’ordine in cui sono stati scritti). Il mio suggerimento, dunque, è quello di leggere i vari racconti, partendo dal menù a tendina presente nella parte destra del blog e scegliendo l’ordine di successione qui di seguito presentato.

Se vi saranno delle integrazioni, sarà mia premura modificare questa pagina.

Buona lettura!

Racconti:

1) Il Marinaio e il Messere di Endore;
2) Il Marinaio e il Drago;
3) Il Marinaio e le Palantiri;
4) Il Marinaio e la Principessa;
5) L’Ombra e la Spada;
6) Il Marinaio e l’infame Giuramento;
7) Il Marinaio e la Mezzelfa;
8) Il Marinaio e l’Albero Bianco;
9) La Rosa e l’Arpa;
10) Il Marinaio e il Nanosterro;
11) Il Marinaio e il Re Stregone;
12) Il Concilio di Orthanc;
13) Il Marinaio e la Grande Battaglia.

Appendici:
1) Cronologia della biografia di Erfea;
2) Gli anni del grande assedio a Gondor;
3) Le storie dei Nazgul;
4) Le stirpi dei Nani;
5) Le armate di Mordor.

 

Erfea, o degli eroici imperfetti

Quando ero adolescente lessi un libro giallo molto piacevole, intitolato «La Società dei Gatti assassini» la cui trama ha, come potete immaginare, poco a che vedere con Tolkien e la Terra di Mezzo. Mi sono tuttavia rimaste impresse queste parole che riporto di seguito perché credo che possano essere utili per aprire questo nuovo articolo: «La piaga più grande dei nostri tempi sono i mezzi-talenti, che vengono considerevolmente sopravvalutati. Io comunque conosco i miei limiti».

Ripensando a queste parole e a una discussione che avevo iniziato in un altro articolo a proposito degli eroi nella Terra di Mezzo, mi sono chiesto se sia possibile immaginare – oltre alla categoria degli eroi senza macchia e senza paura e a quelli che eroi si improvvisano per necessità di forza maggiore, una terza specie, quella degli eroici imperfetti. Cosa intendo con questa espressione? Si tratta di personaggi singolari, particolarmente dotati in alcune attività, ma che falliscono altrettanto clamorosamente in altre. Prendiamo un esempio abbastanza noto: Batman. Provate ad immaginarlo mentre combatte contro Joker, oppure nel tentativo di sventare i piani del Pinguino: la sceneggiatura fila benissimo; ma se immaginate l’Uomo pipistrello con famiglia, magari alle prese con i problemi di un figlio adolescenziale…beh, sentite che qualcosa non quadra. Naturalmente conosciamo il background del Cavaliere Oscuro: sappiamo dell’omicidio dei suoi genitori, di un trauma mai superato, della sua avversione per le armi da fuoco, etc. etc. Nell’epopea tolkeniana, un eroe di questo tipo potrebbe essere ritenuto Boromir: l’autore lo presenta, nelle appendici a fine romanzo, come un uomo che poco si interessava del passato, salvo che per il racconto di battaglie remote, e che non aveva alcuno interesse sentimentale. Al di là del suo fallimento e poi del suo riscatto finale, resta l’impressione di un personaggio apparentemente bloccato da un punto di vista emotivo: tuttavia, sforziamoci di immaginarlo come ha fatto Jackson ne “Le Due Torri” e ne avremo l’immagine di un guerriero glorioso, di un leader affermato che sa fare molto bene il suo mestiere, ossia la guerra (ricordate le scene in cui Faramir rimembra il giorno della presa di Osgiliath)?

Erfea, il protagonista maschile principale del «Ciclo del Marinaio» potrebbe essere senza dubbio descritto come un eroico imperfetto. Unico figlio di una delle più potenti famiglie principesche di Numenor, Erfea è indubbiamente un personaggio dotato di una ferrea volontà, di un carattere d’acciaio e di una salda tempra morale. Tutte qualità che siamo soliti ascrivere, senza alcun dubbio, agli eroi classici. Ma Erfea non lo è, o almeno non lo è del tutto: compie errori di valutazione, a volte si fida delle persone sbagliate e – soprattutto – non riesce a comprendere davvero come le persone a lui più care possano compiere scelte che lui non approverebbe mai e che lo spingono, in nome della sua rigidità mentale, a rompere i rapporti piuttosto che a provare a salvarli. Certamente Erfea vive durante il periodo peggiore di tutta la storia numenoreana: figlio di uno dei principi del partito dei Fedeli, infatti, egli deve scontrarsi con una società nella quale i Numenoreani Neri, al contrario, esercitano un potere crescente. Egli sarà marginalizzato per molti anni a causa di questa sua appartenenza ai Fedeli e ne condividerà le amarezze e le disillusioni prima con Amandil (suo coetaneo) e poi con suo figlio Elendil e i suoi celebri nipoti Isildur e Anarion.

L’universo tolkieniano è senza dubbio molto vasto e tanti sono gli spazi che si offrono a quanti desiderano approfondirne le vicende: perchè, dunque, scegliere di ambientarle a Numenor, nell’ultimo periodo della sua storia? La risposta è molto semplice: come ho scritto in un recente articolo, trovo personalmente che le storie degli Uomini possano essere approfondite grazie al ricorso all’allegoria: e quale epoca migliore della nostra per spiegare i comportamenti dei Numenoreani giunti al termine dei loro giorni? Ci sono molti elementi in comune: non siamo ancora arrivati a vivere 200 anni (per fortuna o forse no), ma indubbiamente la nostra vita media (almeno nei Paesi Occidentali) è cresciuta tantissimo negli ultimi tempi, arrivando a mettere in dubbio tutta una serie di certezze che accompagnavano l’impersonificazione dei ruoli tradizionali: nonni, genitori e figli devono oggi confrontarsi con un mondo nuovo, che mette in discussione le certezze acquisite. I Numenoreani erano all’apice della loro ricchezza, eppure (o forse proprio per questa ragione) fra loro non mancavano individui infidi, corrotti e manipolatori delle coscienze altrui: gli ultimi anni della loro epoca, inoltre, erano caratterizzati da un imbarbarimento dei costumi e da un odio crescente verso quelli che erano ritenuti popoli da sottomettere. Da consiglieri e dispensatori di doni, i Numenoreani si erano trasformati in avidi conquistatori: credevano di fare concorrenza a Sauron nel dominio della Terra di Mezzo ma in fondo, senza neanche rendersene conto, ne erano già succubi. Situazioni che, purtroppo, sono oggi molto diffuse: ciascuno può trovare i paragoni che più gli aggradono. La generazione di Erfea, Amandil, Miriel, inoltre, subiva il peso di una crisi morale, economica e sociale sempre più forte: educati secondo i valori tradizionali, dovevano invece misurarsi con situazioni nuove, che richiedevano grande coraggio nelle scelte da compiere e la consapevolezza che la probabilità di perdere qualcosa o qualcuno fosse molto elevata. Infine – ed è un fattore da non trascurare, tutt’altro – le opere di Tolkien ambientate nella Seconda Era sono poche e spesso frammentarie: certamente l’Akallabeth mi è stato di ispirazione, così come il racconto di Aldarion ed Erendis, tuttavia ho potuto spaziare abbastanza liberamente all’interno di un universo spaziale e temporale che Tolkien ha solo sommariamente descritto, lasciando pagine bianche per chi avesse voluto cimentarsi nel continuare a raccontare le storie di quei tempi, nel rispetto, naturalmente, dei punti fermi da lui stabiliti.

Alcuni anni fa una lettrice mi fece notare, dopo aver letto tutto il romanzo e le appendici incluse, come Erfea si rivelasse un uomo fin troppo fortunato, per aver passato indenne un’epoca così turbolenta come fu quella finale della Seconda Era: resto tuttavia convinto che gli eroici imperfetti, al contrario, perdono per strada molti pezzi del loro vissuto, spesso in modo doloroso, pur riuscendo a «non frammentarsi» del tutto: l’unica ancora di salvezza alla quale possono aggrapparsi è ammettere lucidamente, come fa il protagonista della «Società dei Gatti Assassini» citato all’inizio di questo articolo, i propri limiti, imparando a conviverci.

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Elwen la Mezzelfa

Per cavalleria, dopo Miriel, passo a presentare l’altro personaggio femminile del Ciclo del Marinaio, Elwen la Mezzelfa, figlia di una Noldo di Edhellond, una piccola città elfica situata nel Gondor meridionale, e di un uomo numenoreano, del quale però non conosciamo il nome. Si tratta di un personaggio opposto e complementare rispetto a Miriel: laddove la principessa di Numenor è una donna dolce, riflessiva, ma anche immatura rispetto al ruolo che il Fato le ha riservato, Elwen, invece, è orgogliosa, decisa a reclamare ciò che ritiene, a torto o a ragione, suo, passionale, irrequieta come il Mare cui anela e che nel suo cuore sa essere il suo vero amore. L’unico attributo che potrebbe unirle è quello di una profonda irrequietezza, per la mezzelfa legata alla sua difficile condizione di non sentirsi appartenere nè agli Uomini nè agli Elfi, per la numenoreana, invece, dettata dal presentimento triste della fine della sua Isola e della sua gente in modo tragico. Il destino di Elwen era stato preannunciato implicitamente dalla madre al momento della sua nascita:

«Sacra a Elbereth sarà questa nostra figlia – fece notare la madre rivolta a quanti le stavano vicino – ma un’ombra le aduggia il capo, ché tuttavia la sua parte mortale ne risentirà quando il momento della scelta verrà, inevitabile e terribile» (Ciclo del Marinaio, p. 129).

La difficile scelta fra due amori diversi, uno più somigliante al suo carattere, il sire elfico Morwin di Edhellond, l’altro diverso, Erfea di Numenor, ma capace di risvegliare in lei una fanciullesca curiosità, ben rivela il suo animo ancora “adolescente” rispetto a quello di Miriel, costretta a crescere più in fretta, non solo per una diversa natura biologica (l’una umana, l’altra solo in parte), ma anche per le incombenze di governo che premevano sul suo capo.

«Mai in Elwen si estinse il desiderio del bianco mare, nemmeno quando i tempi mutarono […]. Tuttavia, in un primo momento, tale desiderio fu soffocato dal suo cuore, ché non riteneva fosse giunto il momento di allontanarsi dalle città di Endor, e molte erano le bellezze che ancora non conosceva; inoltre ambiva alla potenza degli avi di sua madre, sembrandole la massima vetta del potere. Tali erano dunque i suoi pensieri quando in quelle contrade il nome di Erfea Morluin iniziò a diffondersi, facendo germogliare nel suo animo una fanciullesca curiosità. Non era gli forse un Uomo del mare proveniente dalle gloriose città di Elenna? Grande invero era la sua curiosità, ma ancora più profondo in lei era radicato il desiderio della gloria, e un mortale, seppur Numenoreano, ben poca cosa le pareva rispetto ai visi gravi e saggi degli Eldar di Edhellond» (Ciclo del Marinaio, p. 130).

A differenza di Miriel, Elwen è un personaggio che non esiste in alcun racconto di Tolkien: ispirata a Arwen, della quale, tuttavia, capovolge integralmente il destino ultimo, rappresenta la difficile condizione di un individuo che fallisce nel percorso personale di vita piuttosto che in quello pubblico. A pensarci bene, sia che Miriel che Elwen sono due personaggi fallimentari, sia pure in modo molto diverso: il fallimento della loro esistenza conduce dolore e sofferenza a quanti sono loro vicini e tuttavia lascia come ultimo retaggio la possibilità di tramutare il dolore in consapevolezza, in maturazione.

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Post-scriptum su Miriel

Proprio poche ore dopo aver pubblicato il mio articolo su Miriel, ho trovato un interessante sito http://tolkiengateway.net/wiki/ che mi ha permesso di scoprire un «retroscena» della concezione della figura dell’ultima principessa numenoreana negli scritti tolkieniani. Ignoravo, infatti, che lo stesso Tolkien avesse abbozzato una figura maschile alternativa a quella di Ar-Pharazon…e con mio grande stupore e piacere, ho scoperto che si trattava di un altro membro della famiglia reale, proprio come Erfea!

Il suo nome era Elentir e avrebbe dovuto essere il fratello di Amandil, padre del più noto Elendil e nonno di Isildur e Anarion. Nei quattro abbozzi della storia di questo personaggio – pubblicati all’interno del volume “The Peoples of Middle-Earth. The History of Akallabeth” – Elentir è presentato come innamorato di Miriel: a seconda delle diverse versioni, tuttavia, egli non è corrisposto, o lo è solo inizialmente, o, ancora, finisce per essere rifiutato da Miriel, che cede alle lusinghe di suo cugino. Nel suo ultimo abbozzo, tuttavia, Tolkien abbandonò questo personaggio e modificò la storia di Miriel nella versione presentata nel Silmarillion, preferendo che la principessa numenoreana fosse costretta a sposare suo cugino Ar-Pharazon: stando così le cose, Elentir non aveva più ragione d’esistere e fu cancellato dalla Storia.

Al di là di questa interessante scoperta (mi rammarico che non tutti i volumi della “History of Middle Earth” siano stati tradotti in italiano), ciò che mi ha piacevolmente colpito è che Tolkien avesse immaginato un ruolo più complesso per Miriel e, soprattutto, l’esistenza di un personaggio maschile innamorato di lei, da contrapporre al perfido Ar-Pharazon. Ho così il sospetto che, in fondo, gli avrebbe fatto piacere scoprire che qualcuno abbia ripreso e sviluppato la sua idea…e che il principe Erfea avrebbe riscosso la sua simpatia e approvazione. Un buon viatico per proseguire nella creazione di nuove storie!

Una rosa nel vento – Miriel

La più bella delle Numenoreane. Miriel

Illustrazione – L’eroismo di Miriel

Ritratti – Miriel ed Erfea…e un nuovo racconto

Storia di Miriel – Una profezia infausta?Uccidete Miriel!

Storia di Miriel – Una promessa mancata

Storia di Miriel – Un’ascesa al trono contrastata

Storia di Miriel – La minaccia di Pharazon

Storia di Miriel – Una festa a lungo attesa…

Miriel