Calculating the years of the Second and Third Age from birth to death of Erfea

Dear readers,
you will find below the main dates related to the biography of Erfea and the other characters of the Sailor’s Cycle.
Enjoy the reading!

3112 Second Age (later abbreviated to S.A.): Erfea, son of Gilnar, Prince of Hyarrostar and Nimrilien, of the Andunie lineage, was born in Minas Laure.

3117 S. A.: Miriel, daughter of Palantir, royal prince of Numenor, and his wife Silwen, was born in Armenelos.

3132 S. A.: Erfea meets Miriel, princess of Numenor, for the first time.

3136 S.A.: Erfea confronts the dragon Morluin and becomes known to the peoples of Middle-earth as Erfea Morluin.

3140 S. A.: Erfea speaks with Sauron in Palantir; death of Silwen, wife of Palantir.

3144-46 S. A.: Erfea makes her first travel to Middle-earth, where establishes friendly relationships with the Lords of the Eldar and meets Tom Bombadil and his wife, Lady Baccador. Before returning to Numenor, Erfea receives from the hands of Gil-Galad the sword Sulring, forged by the elven smiths of Gondolin in the days before his fall.

3146 S. A.: Erfea returns to Numenor, where he is made a knight. In the same year Prince Arthol, supported by a faction of rebellious Numenoreans, attentive to the life of Palantir and his daughter Miriel: the conspiracy is discovered thanks to the revelations of Erfea, and the conspirators are sentenced to death by Prince Akhorahil so that they do not reveal their identities of the real instigators of the attempted murder and of the coup d’état that would have followed.

3146-3253 S. A.: Erfea returns to Middle-earth, where he serves Gil-Galad, the last of the Elven High Kings east of the Sea; he goes to Rhovanion, where he meets Imracar Folcwine, lord of the Eothraim.

3168 S. A.: Groin, son of Bòr, lord of the people of Durin, was born in Khazad-Dum.

3170 S.A.: Erfea ventures to the extreme Harad, where he enters the great fortress of the Nazgul, discovering their real identities.

3183 S. A.: Ewen the Half-elf is born to Edhellond, daughter of a Numenorean sailor and a Noldo.

3254 S. A.: Erfea returns to Numenor, where he succeeds his father, now elderly, in the office of adviser to the sovereign Tar-Palantir.

3255 S. A.: The second civil war breaks out in Numenor: battle of Tharbad, where Erfea inflicts a severe defeat on the Captain of the faction loyal to Pharazon the usurper. At the end of the year, Ar-Pharazon becomes the twenty-fifth ruler of Elenna and marries her cousin Miriel, against her will and the laws of the kingdom.

3256 S. A.: Death of Gilnar and Nimrilien: Erfea becomes the last of the Hyarrostar lords.

3260 S. A.: The infamous oath: all captains of Numenor, except twenty-one, including Erfea and Amandil, swear loyalty to Ar-Pharazon.

3261 S. A.: Erfea is shipwrecked at the mouth of the Anduin and reaches the city of Edhellond, where he meets Elwen the half-elf: in the same year Ar-Pharazon lands at Umbar to subdue Sauron.

3270 S. A.: Erfea abandons Edhellond; the prince of Numenor returns to Imladris, where he meets Celebrian and finds Elrond and Galadriel. In the same year he arrives in Numenor, where he meets Miriel for the last time; fled to the Nazgul, Erfea settles in Osgiliath.

3277 S. A.: Erfea defeats the Black Captain in Edhellond and makes peace with Elwen.

3278–3320 S.A.: Erfea travels throughout Middle-earth, reaching the extreme north, Forochel, and Umbar, where she discovers that the real master of the port has become Sauron, who exercises his power through the Nazgul Adunaphel.

3320 S.A.: With the fall of Numenor (3319 S.A.), the exiled kingdoms of Arnor and Gondor are formed: Erfea is appointed superintendent of King Anarion in Osgiliath.

3429 S. A.: Adunaphel’s armies attack Minas Ithil which is later conquered, while the civilian population finds refuge in Osgiliath: Erfea and Anarion defend the city. In the same year the Orthanc Council is held, which lays the foundations for the birth of an alliance between Elves, Men and Dwarves in order to counter the rise of Sauron (Last Alliance).

3433 S. A.: The battle of the Dagorlad, in which Erfea participates; death of Bòr (Naug Thalion)

3441 S. A.: Isildur takes possession of the Sovereign Ring and Sauron flees to the east.

2 Third Age: Disaster in the Iridescent Fields: Isildur and his people are massacred.

8 Third Age: Erfea dies in Osgiliath, after seeing his friends Elrond and Celebrian for the last time, to whom he delivers his memoirs.

Miriel, the most beautiful of the Numenorean women

Miriel, Numenor Princess, the only daughter of Palantir and Silwen, mother of Varaneli, ascended the throne in the year 3255 of the Second Age. Note, in the speech of the Numenoreans, also with the name of Ar-Zimraphel. A woman of great beauty and acute intelligence, she entered into a tormented sentimental relationship with Erfea, interrupted by her painful choice to marry her cousin and usurper Pharazon to the throne. Miriel perished in the sinking of Numenor. It appears in the following stories: The Sailor and the Lord of Endore; The Sailor and the Princess; The Sailor and the White Tree; The Rose and the Harp; The infamous oath.

Which of the following images do you like best? Let me know in your comments!

Miriel, daughter of Palantir, by Anna Francesca Schiraldi
Miriel, daughter of Palantir, by Livia de Simone
Miriel, daughter of Palantir, by Fabio Porfidia
Miriel, daughter of Palantir, by Angelo Montanini
Miriel, daughter of Palantir, by Giulia Nasini

See also:

Una rosa nel vento – Miriel

La più bella delle Numenoreane. Miriel

Ritratto di una principessa

Miriel

Post-scriptum su Miriel

Erfea il marinaio

Care lettrici, cari lettori,
quest’oggi voglio mostrarvi una nuova bellissima illustrazione, opera del tratto onirico di Giulia Nasini, la cui bravura già conoscete in questo blog per aver potuto ammirare la stupenda Miriel.  Questo ritratto di Erfea – non me ne vogliano i precedente illustratori – è forse quello che è riuscito maggiormente a tratteggiare il suo carattere malinconico e fiero allo stesso tempo. L’illustrazione che vi mostro rappresenta Erfea al comando della flotta di Tar-Palantir, poco prima che Pharazon prendesse il potere e decidesse di sabotare la nave sulla quale viaggiava per punirlo in seguito alla decisione presa dal nostro principe di non riconoscerlo come sovrano. Questi eventi sono narrati sia in questo brano che in quest’altro, e precedono l’arrivo di Erfea alla città di Edhellond, ove avrebbe fatto conoscenza con la bella mezz’elfa Elwen…ma questa è, come si suol dire, un’altra storia…
Spero possa piacervi, aspetto i vostri commenti!

Erfea

Suggerimenti di lettura:

Elwen la Mezzelfa

Erfea, o degli eroici imperfetti

Ritratto di un principe

I dubbi di una scelta difficile: Elwen, Morwin ed Erfea

L’Infame Giuramento_IX Parte e ultima (Il trionfo di Pharazon)

Una rosa nel vento – Miriel

Il discorso di incitamento di Gil-Galad ai soldati dell’Ultima Alleanza

Care lettrici, cari lettori,
in questo articolo scoprirete quali furono i discorsi che i condottieri dell’Ultima Alleanza pronunciarono per esortare le truppe alla battaglia incipiente. So bene che molti di voi avranno presente il discorso tenuto da Aragorn al Cancello Nero, una scena presente nella versione cinematografica di Jackson, ma assente nel romanzo dove l’erede di Isildur ebbe poco tempo per decidere come schierare le truppe e certamente non ebbe modo di pronunciare quelle parole che sono diventate così celebri da essere riprese in centinaia di meme sui social. Spero che troverete epici anche i discorsi di Gil-Galad & C….a me non resta che augurarvi buona lettura e aspettare i vostri commenti!

«Sospirò a lungo, il figlio di Fingon, infine, avvedendosi che il pericolo sarebbe presto piombato su di loro e non essendoci più alcun tempo per mutare quanto era stato deciso, montò a cavallo e issato il suo nobile vessillo sulla candida lancia, il cui nome era Aiglos, così parlò ai guerrieri che erano intorno a lui e la sua voce fu come il suono dell’olifante allorché squilla nel chiaro mattino:

“Soldati! Compagni d’armi! Fratelli! Se c’è qualcuno fra voi che tema la malizia del Nemico, non esiterò a confessargli che, invero, condividiamo la medesima paura; se c’è qualcuno fra voi che lamenti la nostalgia della propria dimora, ebbene, sappia che non sarò io a dichiararmi insensibile al suadente richiamo che essa sussurra ai nostri cuori; se c’è qualcuno tra voi che osi sfidare colui che impedisce agli Eldar di accarezzare le corde del liuto e dell’arpa anziché la lama della lancia e della spada, io lo chiamerò figlio e mai egli sarà solo, ché, ecco, io gli offrirò la mia Aiglos!
Soldati del regno, vi è qualcuno che desideri la mia arma?”

Possenti si levarono allora le voci dei Quendi ed essi presero a scuotere i giavellotti sugli scudi, si ché l’aree echeggiò dell’orgoglioso furore dei Primogeniti di Iluvatar; allorché esso scemò nelle voci, ma non nei cuori e negli animi, parlò Elendil, sovrano degli uomini:

“I nostri padri, le cui vite mortali furono strappate dai loro forti corpi dalle bieche azioni dell’Oscuro Signore, sorriderebbero, se fossero qui, ché mai come in questa ora il nome degli eredi di Numenor è sì temuto: a voi, progenie di Elenna ancora viva nei nostri cuori, dico di mostrarvi fieri del sangue che scorre nelle vostre vene, si ché nessuna infame voce possa asserire che la gloria della stirpe di Elros Tar-Minyatur, nostro avo, sia scomparsa nei flutti del tempestoso mare!

A voi, uomini del Nord e del Sud che avete offerte le vostre spade alla nostra alleanza, dico che siamo fratelli e congiunti nel sangue, ché invero i nostri avi combatterono assieme e assieme trionfarono: siate dunque fedeli ai vostri capitani e possano le vostre lame vendicare quanti non sono più!”

Simili al fragore di una frana che si abbatte con forza sui miseri alberi a valle, simili al poderoso canto che dalle profondità delle dimore di Ulmo sale alla superficie, così eruppero le grida da battaglia degli Uomini e si narra che esse giungessero fino a Barad-Dur, ove l’Oscuro Signore ne ascoltò i remoti echi e fu invaso da grande paura e odio indicibile; lesto, allora, egli diede ordini al suo Capitano affinché i suoi nemici fossero vinti, ché non gli pareva possibile che una simile armata, adornata di valore e splendore, potesse sostare ai confine della sua terra.

Si levò, infine, la roca e profonda voce di Bòr ed egli esortò le sue schiere con tali parole:

“Figli di Aule, ove sono adesso l’ascia e lo scudo adorno d’acciaio? Ove sono l’usbergo in maglia e il lungo manto rosso? Non sono forse essi posseduti da coloro che ne faranno un sapiente uso, si ché le schiere di Mordor fuggiranno in preda al terrore, non appena esse scorgeranno il vessillo di Khazad-Dum, la maestosa reggia dei nostri padri?

E voi, valorosi guerrieri di Belegost, non siete forse gli eredi di Azaghal il possente, colui che ferì il Grande Padre dei Draghi e ne umiliò l’arrogante spirito? Sia dunque imperituro nei vostri animi il ricordo di tale gesta, ché, ecco, vi si presenta oggi l’occasione di eguagliarne il valore, portando a termine imprese che ancor nessun figlio di Mahal ha compiuto. Siano dunque saldi i cuori e valorosi gli animi, Khazad!”

In coro giunse la risposta dei Naugrim, sicché parve che la terra stessa parlasse in loro vece: “O con gli scudi, o sopra gli scudi!”

Nessun discorso pronunciò in quell’ora oscura e gloriosa Erfea, né egli avrebbe desiderato che vi fosse altra voce a parlare in sua vece che quella dei ricordi; lentamente, allora, accarezzò l’elsa della sua lama e il nobile fodero che ne tutelava il duro filo, rimembrando essere stato quello un dono di Miriel allorché egli aveva fatto ritorno a Numenor dopo il suo primo viaggio diretto alle sponde della Terra di Mezzo, una sera di duecento anni prima, allorché i suoi occhi erano giovani e non ancora colmi della triste saggezza che apprendono i Secondogeniti nel corso della loro esistenza.

Si avvide Elrond di quanto rimembrava nel suo animo Erfea e gli posò la forte mano sulla sua spalla; lieto, allora il viso di Erfea si destò dall’oblio del passato in cui era piombato ed i due presero ad esortare le proprie schiere, facendo leva l’uno sull’orgoglio della propria stirpe, l’altro sull’onore che sarebbe stato attribuito loro, qualora fossero riusciti vittoriosi da tale conflitto; infine, coloro che erano degli Eldar, la cui vista è simile a quella di Manwe, scorsero, ancora lontane nella pianura, minuscole figure approssimarsi e lanciarono grida d’allarme, si ché ognuno potesse schierarsi prima che la pugna piombasse su di loro.

Rapidi e silenziosi, preghiere e canti si levarono rivolti ai reggenti di Varda e ai loro congiunti, e molti idiomi diversi fu possibile ascoltare in quell’ora, il khuzdul accanto al quenya, l’adunaico accanto alle favelle degli uomini del Nord e del Sud, il sindarin accanto ai dialetti silvani di Bosco verde il Grande e di Lorien».

Suggerimenti di lettura:

La Battaglia della Dagorlad – Il catalogo delle forze alleate e nemiche

La Battaglia della Dagorlad – L’arrivo degli Ent

I piani di battaglia per la Dagorlad

Dwar a colloquio con i Signori dell’Ovest

Il coraggio di Morwin e la morte di Oropher e Amdir

Il primo attacco ai Cancelli Neri

Un giuramento infranto. La follia di Amdir e Oropher

Un’alleanza difficile

Gil-Galad, l’Alto re degli Elfi

Una rosa nel vento – Miriel

Care lettrici, cari lettori,
è con grande piacere che oggi vi presento una nuova illustrazione opera della bravissima Giulia Nasini (vi invito a visitare la sua pagina facebook https://www.facebook.com/giulianasinillustration/ per ammirare le sue creazioni). Il soggetto, come avrete intuito dal titolo, è ancora una volta la bellissima principessa numenoreana Miriel: il tratto di Giulia ha contribuito a rendere questo personaggio onirico, mostrando, ancora una volta, come sia importante l’approccio seguito da ciascuno illustratore nell’approcciarsi ai medesimi soggetti. Questa illustrazione di Giulia mi è piaciuta particolarmente perché è riuscita a ricreare non solo la bellezza fisica della figlia di Palantir, quanto, soprattutto, il suo carattere brioso ed affascinante che solo gli eventi successivi alla morte del padre e al matrimonio forzato con Pharazon avevano spento in lei. Sembra proprio di vedere la luce che questa fanciulla portava nel suo animo…tanto dirompente quando aveva modo di essere espressa da affascinare anche gli animali selvatici e perfino le grandi aquile di Manwe (leggete qui per conferma). La composizione floreale nella quale Giulia ha inserito Miriel, inoltre, mi ha suggerito uno spunto narrativo sul quale sto lavorando in questi giorni: è sorprendente, ad ogni modo, (non voglio fare anticipazioni per il momento), come, senza volerlo, l’artista abbia richiamato un fiore che già era stato associato alla figura di Miriel (come sa chi ha letto «Il Racconto della Rosa e dell’Arpa», «Il Racconto della Rosa e del Mare» o, ancora, «Il Racconto della Rosa e del Ragno»).

Grazie ancora Giulia!

Miriel_2

Leggi anche:

Ritratto di una principessa

Miriel

Post-scriptum su Miriel

Il primo racconto è su Wattpad!

Care lettrici, cari lettori,
troverete il primo racconto integrale «Il racconto del marinaio e del messere di Endore» de «Il Ciclo del Marinaio» al seguente link https://www.wattpad.com/story/218582196-il-ciclo-del-marinaio

Aggiungerò che è stato estremamente piacevole rileggere la prima avventura per intero, avendo cura, inoltre, di correggere alcuni errori che erano rimasti nella precedente stesura…il brano che racconta del primo ballo tra Erfea e Miriel, in particolare, mi ha emozionato ancora a distanza di tanti anni.

Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate!

Il Ciclo del Marinaio è anche su Wattpad!

Care lettrici, cari lettori,
sono felice di annunciarvi che da qualche giorno «Il Ciclo del Marinaio» è anche su Wattpad! Ho fatto questa scelta perché mi sono reso conto di un aspetto problematico rappresentato dalla struttura del mio blog: la difficoltà di procedere nella lettura del romanzo in modo progressivo e ordinato (evidente soprattutto per i nuovi lettori). A mia discolpa (almeno parziale) devo confessare che le mie intenzioni, quando aprii il mio blog un paio di anni fa, erano molto diverse da quelle attuali: pensavo di limitarmi a presentare solo alcuni personaggi del Ciclo del Marinaio, senza entrare nei dettagli della storia. Incoraggiato dai vostri apprezzamenti ho deciso poi di proseguire nell’approfondimento dei racconti che costituiscono il mio romanzo…e il resto lo sapete.
Per il momento ho caricato su Wattpad una buona parte del primo racconto, intitolato «Il Racconto del Marinaio e del Messere di Endore» e continuerò ad aggiornare frequentemente la mia pagina.

Per leggere le mie storie vi basterà aprire la seguente pagina web: https://www.wattpad.com/home e inserire le parole «Ciclo del Marinaio» nel motore di ricerca del sito.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti! Questo pomeriggio caricherò sul mio blog, invece, il seguito dell’incontro tra Erfea e Gil-Galad.

La bellissima immagine che vedete in alto è opera di Emanuele Manfredi Gallery e potete ammirarla anche nella sua pagina facebook:  https://www.facebook.com/EmanueleManfrediGallery/photos/a.696568877024130/3429349947079329/?type=3&theater

In realtà, nelle intenzioni dell’Autore, rappresenta una celebre icona animata degli anni Ottanta: She-Ra, la cugina del celebre He-Man. A me, invece, ha subito ricordato la bellissima Ariel, l’Amazzone che combattè al fianco dell’Alleanza nella difesa di Osgiliath…e non vi dico altro, se non ricordate la sua storia (o se volete rileggerla), vi suggerisco di cliccare qui.

La più bella delle Numenoreane. Miriel

Care lettrici, cari lettori,
nell’articolo pubblicato in questa settimana, avrei iniziato a trascrivere il racconto de «Il Marinaio e la Grande Battaglia», che conclude il mio Ciclo del Marinaio. Non potevo, però, non lasciare spazio alla prima illustrazione a colori dei personaggi dei miei racconti: per questo primo esperimento in tale verso, indeciso com’ero tra Miriel ed Erfea, ho optato per la principessa numenoreana, che Tolkien descrisse come la più bella delle figlie degli Uomini della sua epoca. Lascio a voi commenti e osservazioni: personalmente ho trovato questa illustrazione stupenda, sia per la ricchezza dei dettagli, che per la bellezza struggente che la mano sapiente di Livia De Simone ha saputo tratteggiare e colorare.
Vi suggerisco di visitare il suo sito http://www.liviadesimone.com/, perché contiene una nutrita sezione di immagini a tema tolkieniano (tra le quali una menzione speciale merita una stupenda Galadriel, un soggetto, a mio parere, molto difficile da ritrarre).
Concludo il mio articolo presentandovi un altro brano tratto dal racconto che (provvisoriamente) ho intitolato «Il racconto della Rosa e del Mare» e che narra dell’adolescenza di Miriel e dei segreti che ne condizionarono l’esistenza. Se volete leggere (o rileggere) il principio di questo nuovo racconto, vi rimando qui.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«L’uomo era stato presente alla nascita dell’ultimo erede della gloriosa casata degli Hyarrostar, discendente del figlio minore di Elros Tar-Minyatur: aveva riposto grandi speranze nel giovane Erfea, ché lo riteneva uno dei migliori Uomini del suo tempo, nonostante un’ombra gravasse sul suo destino ed egli fosse scarsamente considerato a corte, ché era ostile al partito dei Fedeli del Re e non si piegava alla loro volontà, né alle loro leggi, disprezzandole e, per tale ragione, divenendo a sua volta oggetto di maldicenze ed ingiurie. Nella sua lungimiranza, tuttavia, non avrebbe osato immaginare quale sarebbe stata la sua reazione dinanzi alla figlia che quel pomeriggio gli aveva inviato, ed ora il resoconto di quell’incontro lo rasserenava; non che egli avesse avuto altra scelta, dopotutto. Aveva profonda convinzione, infatti, che Miriel presto o tardi avrebbe desiderato conoscere qualcuno della sua età, che potesse mostrarle amicizia e rispetto: né avrebbe trovato queste caratteristiche in alcuno della sua famiglia, i cui membri, per la maggior parte, erano servi del sovrano ed ostili a quanti avversavano il suo credo. Quanto agli altri principi di sangue, valevano le medesime considerazioni espresse sulla propria famiglia: non poteva fare affidamento su nessuno di loro, ché essi si erano dimostrati in passato ostili alla sua persona o alle sue convinzioni; e tuttavia, Erfea non era stato l’unico sul quale l’uomo aveva posto il suo sguardo lungimirante e indagatore. Vi era stato un tempo, infatti, nel quale aveva preso in grande considerazione Arthol, principe del Mittelmar: era un giovane Uomo dall’aspetto vigoroso, dal viso severo e dal linguaggio forbito; tuttavia, tosto l’aveva escluso dalle sue riflessioni, ché si era accorto essere presente nel suo animo una grande ambizione che, temeva, avrebbe finito col distruggere la sua esistenza e quella delle persone a lui più vicine. Considerazioni diverse, e tuttavia caratterizzate dalla medesima triste ritrosia, inoltre, l’Uomo aveva espresso su Brethil; anch’egli era un principe ostile ai Numenoreani del Re, eppure si rammaricava di non poter posare su di lui il suo benevolo sguardo, ché sapeva essere tale giovane ostile al destino che un giorno ancora lontano avrebbe plasmato con tutta la sua preponderante forza l’esistenza della sua unica figlia.

“Il vostro sembiante era lieto, fino a qualche istante or sono – la cristallina voce di sua figlia interruppe così le sue meditazioni. – Mi è parso di scorgere un’ombra sul vostro volto, come l’atavica paura di una condanna alla quale voi avete opposto da molti anni un secco diniego”. “Non vi è nulla che mi turbi – così le rispose il padre – a meno che io non debba temere di posare il mio sguardo ove l’Ombra è più penetrante. Eppure – concluse rivolgendo il suo sguardo verso l’Occidente – perché mai queste preoccupazioni? La Tenebra non è ancora calata sul Menelterma”. Gli ultimi raggi morenti del pallido sole primaverile lambivano ancora le pendici delle dimore signorili che si ergevano, simili a torri algide che mai luce estiva avrebbe potuto riscaldare, lungo le pendici del monte, lontano dalla capitale Armenelos, ove il fetore e l’inganno regnavano sovrani. Egli attese l’ultimo saluto del Sole, infine così congedò sua figlia: «Ebbene, ho ascoltato le parole che la tua bocca ha pronunciato e non ho ignorato i sentimenti che invano reprimi nel tuo animo; possano esserti di conforto, quando l’inganno verrà svelato”. Furente, la fanciulla levò di scatto la sua esile figura: per lungo tempo i suoi chiari occhi sostennero il suo sguardo, infine, stanca per quel confronto, volle congedarsi, non prima, tuttavia, di avergli rivolto un’ultima volta la parola: «Sei sovrano fra gli Uomini e ogni tuo desiderio è legge; io, però, non accetterò, supina, che altri debba decidere il mio Fato. Ho agito sotto un tuo comando e vorrei che tu esprimessi gratitudine per il mio gesto; se, tuttavia, la gioia che provo per questo incontro a lungo concertato è superiore a quella che una figlia ossequiente dovrebbe provare nei confronti del proprio padre, ebbene, lascia che sia io a stabilirlo». Inchinatasi leggermente, ella abbandonò la sala sdegnata; lo sguardo febbrile di suo padre la seguì sino quanto l’eco dei suoi leggiadri passi non si fu spento in lontananza, infine sospirò lentamente, rivolgendo la sua attenzione ad un’altra figura che, silente, attendeva nascosta»

Suggerimenti di lettura

Ritratti – Miriel ed Erfea…e un nuovo racconto

Miriel

…Eccoci al bis! 2 anni di blog

Care lettrici, cari lettori,
la scorsa settimana – il 13 marzo per essere precisi – il mio blog ha compiuto due anni. Ho aspettato qualche giorno per parlarvi di questa ricorrenza perché ero in attesa di ricevere aggiornamenti su un progetto portato avanti da due miei amici, Gemma e Livio, che sono anche bravissimi doppiatori. Qualche tempo fa Gemma – che è stata, tra l’altro, la primissima lettrice in assoluto de “Il Ciclo del Marinaio” – mi sottopose un progetto «inaspettato» che – giunto adesso a piena realizzazione – voglio condividere sul mio blog. Non intendo svelarvi altro, per non rovinarvi la sorpresa, se non porvi una domanda: avete mai desiderato ascoltare la voce di Erfea e di Miriel, i due principali protagonisti de “Il Ciclo del Marinaio”? Se la risposta è affermativa, vi suggerisco di guardare (e soprattutto ascoltare) il seguente video su youtube…

Prima di lasciare spazio ai vostri commenti e pareri, non mi resta che ringraziarvi per avermi seguito in questi ultimi 12 mesi: sono soddisfatto dell’andamento del mio blog, perché sono aumentati sia i visitatori che gli apprezzamenti e questo non può che farmi piacere. Un ringraziamento speciale lo devo a Federico Aviano che con la sua fantastica (e forse immeritata, lo confesso) recensione ha contribuito a fare conoscere al pubblico i miei racconti in questi ultimi mesi. Potrete leggerla qui.

Alla prossima, spero che questo primo esperimento vocale vi sia piaciuto!

La geopolitica di Numenor: le casate reali dell’Isola dell’Ovest.

Quando scrissi Il Ciclo del Marinaio, avrei voluto inserirvi un’appendice contenente una serie di appunti – scritti in tempi diversi, ma coerenti almeno sotto il punto di vista contenutistico – che avrebbero descritto la geopolitica numenoreana all’epoca di Erfea. Non riuscendo, per varie ragioni, a completare questa appendice, ho deciso di riprendere in questa sede almeno una parte di quel materiale inedito per aiutare le mie lettrici e lettori a orientarsi all’interno di un capitolo sconosciuto, ma affascinante, della storia numenoreana. Per un approfondimento, consiglio la lettura della storia di Aldarion ed Erendis, scritta da Tolkien e contenuta nel volume Racconti Incompiuti: alcuni elementi affrontati in questo articolo e nei prossimi che pubblicherò inerenti questo tema, infatti, provengono proprio dagli scarni accenni presentati in quelle pagine in merito al funzionamento del governo numenoreano.

In primo luogo è necessaria una premessa. Al principio della sua storia, il regno di Numenor fu una monarchia assoluta all’interno della quale, tuttavia, il governo del sovrano era mitigato dall’azione di un Consiglio dello Scettro composto dai membri più importanti delle famiglie nobili di Numenor. Non conosciamo molto di queste stirpi: a parte, infatti, quella di Andunie – che discendeva in linea diretta dal primogenito di Elros Tar Minyatur, primo re di Numenor – delle altre sappiamo davvero poco. Per fronteggiare questa mancanza di dati, ho deciso di dare vita a una serie di linee principesche che discendevano dagli altri figli di Elros Tar-Minyatur, secondo questo ordine che vi presento in basso:

1) Casata reale. Vardamir Nolimon, primogenito di Elros, dette vita alla stirpe dei sovrani di Numenor. Dopo alcune generazioni, tuttavia, questa linea regale si scisse in due famiglie principesche: una, che aveva la sua progenetrice nella principessa Silmarien, primogenita del quarto re di Numenor (vi suggerisco, a questo proposito, di leggere questo bellissimo articolo scritto da Lettrice: https://soloperdirelamia.wordpress.com/2019/08/29/silmarien-e-miriel-regine-che-hanno-perso-il-trono/), che fondò la casata di Andunie (vedi sotto) e l’altra che proseguì sino all’ultima coppia di sovrani, Ar-Pharazon il Dorato e sua moglie (nonché cugina di prima grado) Ar-Zimpharel (o Miriel, se preferite, come me, il suo nome elfico). Il simbolo di questa casata era lo stendardo numenoreano, lo stesso che potete notare nei miei commenti e al centro della pagina di apertura di questo blog. Una linea cadetta della casata reale portò a due funesti frutti: il primo dei Nazgul, Er-Murazor, era il secondogenito di un sovrano numenoreano; suo cugino era il terzo nazgul di origine numenoreana, Akhorahil. Se siete interessati alle biografie di questi Nazgul, vi consiglio la lettura di questi articoli: Er-Murazor, il Primo dei Nove e Akhorahil, il Re Tempesta, il Quinto.

2) Casata di Tindomiel. Seconda figlia di Elros, dette vita alla stirpe dei principi di Forostar. Costoro divennero, in seguito, tra i principali sostenitori della fazione nazionalista di Numenor, ostile agli Elfi e ai Valar. Adunaphel l’Incantatrice, la Settima fra i Nazgul, discendeva da questa famiglia principesca (per saperne di più, vi suggerisco la lettura di questo articolo: Adunaphel l’Incantatrice. La Settima). Tale linea, a sua volta, si scisse alla metà della Seconda Era, dando vita alla casata dei principi dello Hyarnustar (vedi sotto), anche questa fervente sostenitrice dei Numenoreani nazionalisti. Khorazid e Antenora, che presero parte al complotto organizzato da Ar-Pharazon per prendere lo scettro, furono gli ultimi rappresentanti noti di questa casata. Il simbolo di questa casata era una luna calante argentata su sfondo blu; questo stendardo, modificato in parte, fu adottato da Adunaphel come suo vessillo da guerra, sostituendo il colore blu con quello rosso.

3) Casata di Manwendil. Terzo figlio di Elros, fu il capostipite della stirpe dei principi di Orrostar. Anche questa linea, come la precedente, in seguito divenne accesa sostenitrice degli «Uomini del Re», come erano chiamati i Numenoreani nazionalisti. Azaran, principe dell’Orrostar, fu uno dei nobili che presero parte al complotto promosso da Ar-Pharazon per rovesciare Miriel; egli era considerato eccezionalmente ricco dai suoi contemporanei, tuttavia il suo oro non lo aiutò a scampare alla morte, avvenuta per effetto dell’incendio della sua dimora, appiccato, sembra, ad opera dei servi del nazgul Akhorahil. Il simbolo di questa casata rappresentava un’ala di gabbiano su sfondo giallo.

4) Casata di Atanalcar. Quarto e ultimo figlio di Elros, fu il principe della regione di Numenor nota con il nome di Hyarrostar. Dopo di lui vi furono 24 principi, fra i quali i più famosi furono il grande ammiraglio Cyriatur, che salvò la Terra di Mezzo dall’annientamento durante la prima guerra condotta dai Numenoreani contro Sauron, combattuta nell’anno 1700 della Seconda Era e, naturalmente, Erfea, che fu anche l’ultimo principe di Hyarrostar. Cyriatur ebbe due figli: il maggiore continuò il lignaggio della stirpe paterna, mentre il più giovane ricevette dal sovrano il feudo su un’altra regione di Numenor, dando vita alla stirpe dei principi di Mittalmar (vedi sotto). Il simbolo di questa casata era una rosa bianca impressa su uno scudo araldico per metà nero e per metà azzurro.

5) Casata di Andunie: fondata da Silmarien e da suo marito, Elatan di Andunie, questa stirpe principesca reale governò il feudo di Andunie, la regione più occidentale di Numenor, all’interno della quale la maggior parte della popolazione restò legata all’amicizia con gli Elfi – che spesso approdavano su quelle spiagge – e con i Valar. Attraverso i secoli, dalla casata di Andunie emersero Uomini e Donne di grande valore e statura morale: basti pensare a Elendil e ai suoi figli, Isildur e Anarion; o ancora, per restare alle vicende de Il ciclo del Marinaio, a Nimrilien, moglie di Gilnar e perciò madre di Erfea. Da Isildur, attraverso molte generazioni, si giunge infine ad Aragorn e agli eventi raccontati ne Il Signore degli Anelli. Il simbolo di questa casata, prima dell’inabissamento di Numenor, era un delfino bianco su sfondo argentato, contornato da sette stelle e sette palantiri; successivamente assunse i più noti colori neri e argentati, ponendo al centro del proprio vessillo l’Albero Bianco.

6) Casata di Mittalmar: fondata dal secondogenito del grande ammiraglio Ciryatur nel XVIII secolo della Seconda Era, questa casata ricevette in feudo dal sovrano una delle regioni centrali e più popolose di Numenor, il Mittalmar. La scelta di attribuire un feudo così importante a una linea cadetta, se pure di origine regale, non deve sorprendere: il sovrano aveva contratto un grande debito nei confronti di Cyritur, perché costui aveva trionfato sulle armate di Sauron, che era ormai giunto sul punto di conquistare tutta la Terra di Mezzo, salvo poche ridotte. I principi di Mittalmar, tuttavia, non furono mai compresi nel «Consiglio dello Scettro», proprio perché la loro linea non era considerata di primaria importanza. Negli ultimi secoli della Seconda Era questa casata si indebolì progressivamente; gli ultimi eredi furono tre principi ambiziosi e di belle speranze: Arthol (coetaneo di Erfea); Gilmor, sua sorella, nata dieci anni più tardi del fratello e, infine, il loro cugino più anziano Brethil, anch’egli molto amico del principe dello Hyarrostar. Oberati dai debiti e prossimi ormai al tracollo finanziario, i due fratelli organizzarono una congiura per uccidere l’erede al trono di Numenor, la giovane Miriel, e prendere così il potere in modo violento. A questo tentato Colpo di Stato non furono estranei neppure i Nazgul di origine numenoreana. Ad ogni modo, grazie alle rivelazioni di Erfea, che aveva scoperto causalmente il complotto, Arthol e Gilmor furono puniti con la pena capitale, mentre Brethil, che si rivelò estraneo alla congiura, fu risparmiato. Da quel momento in poi, tuttavia, memore della parte che la casata dei principi di Mittalmar aveva avuto nel tramare contro la sua persona, Miriel diffidò profondamente di Brethil, osteggiandolo apertamente ogni qual volta le era possibile, giungendo, alla fine del suo breve regno, a privare il principe di ogni carica. Brethil morì poco dopo l’ascesa al trono di Ar-Pharazon e con la sua scomparsa la casata di Mittalmar cessò di esistere. Il simbolo di questa casata era la spada di Cirytur impressa su uno sfondo verde.

7) Casata dello Hyarnustar: fondata da un membro cadetto della casata di Tindomiel, questa casata ottenne un grande feudo corrispondente alla parte sud-occidentale di Numenor, chiamato con il nome di Hyarnustar. Questa casata fu sempre in competizione con quella di Andunie per il possesso del porto di Eldalonde, che si trovava a metà tra i due feudi; ben presto la rivalità commerciale si tramutò in una contrapposizione politica, che vide i principi dello Hyarnustar militare nel partito nazionalista numenoreano. L’ultimo principe noto di questa casata fu Dokhor, un avido e rozzo guerriero che prese parte al complotto ordito da Ar-Pharazon per rovesciare Miriel. Il simbolo di questa casata era un calice d’oro su sfondo nero.

In questa mappa, tratta da L’Atlante della Terra di Mezzo di Karen W. Fonstad, ho inserito i nomi delle casate e i loro orientamenti politici. Non sono un grafico, però mi auguro che le associazioni geopolitiche risultino abbastanza chiare.

Mappa di Numenor

In questo schema, invece, proverò a ricostruire i legami di parentela delle principali famiglie nobiliari dell’Isola dell’Ovest.

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Come si evince dallo schema in alto, Erfea e Miriel erano dunque imparentati, seppure alla lontana. Questa parentela rende ancora più incerta la soluzione dell’enigma relativo alla profezia di Manea la Veggente, che ne Il racconto del Marinaio e della Principessa, mise in guardia i genitori della bella principessa numenoreana in merito al triste destino che avrebbe conosciuto qualora avesse stretto vincolo matrimoniale con un Uomo del suo sangue. Naturalmente, si può immaginare che la Veggente alludesse ad Ar-Pharazon, che era cugino di primo grado della donna, ed era dunque più vicino a lei, dal punto di vista «genetico», di quanto non lo fosse Erfea (e questo era anche il parere di Tar-Palantir, padre di Miriel, come avrete modo di scoprire nel racconto al quale mi sto dedicando in questi ultimi tempi); ciò nonostante, permane, come è d’uopo in tutte le profezie, una certa ambiguità di fondo che rende la questione ancora più affascinante e pone una domanda destinata a restare insoluta: cosa sarebbe accaduto se Miriel ed Erfea si fossero sposati? La profezia di Manea avrebbe colpito anche loro? Nessuno lo saprà mai.

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