Care lettrici, cari lettori,
sui social mi sono imbattuto in questa immagine molto evocativa della quale, purtroppo, non sono riuscito a rintracciare l’autore. Osservandola mi ha fatto tornare in mente un brano tratto dal mio “Racconto del Marinaio e del Messere di Endore” nel quale viene rivelata a Erfea la vera identità di Miriel:
“Temevo che sarebbe giunto questo giorno, ché io avrei assaporato il dolce e l’amaro allo stesso tempo; colmi di vergogna sono questi miei occhi, ché essi, a lungo occultati dall’inganno e dalla paura, tennero nascosta la mia identità”. Sospirò un attimo, indi proseguì: “Ignoro quanto dolore alberghi nel tuo animo, Erfëa, figlio di Gilnar, tuttavia non ti domando perdono, ché ignoravo quale fosse il tuo parere in questa faccenda e non desideravo arrecare ai nostri animi ferite ancor più gravi di quelle che un tempo ti inflissi, per tema che il tuo sentimento nei miei confronti fosse viziato dalla notorietà del mio lignaggio in questa contrada; avviene sovente che molti dolori debba conoscere il nostro animo, affinché essi possano scongiurare sventure ben più grandi e terribili”.

Un disegno molto evocativo. A me fa pensare alla malinconica rassegnazione di Miriel, di fronte alla tracotante follia del cugino e marito.
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Hai ragione, potrebbe far riferimento anche alla situazione che hai descritto, anche se Miriel, all’epoca del suo matrimonio con Pharazon, doveva avere un viso più adulto rispetto a quello che si può vedere nell’illustrazione.
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Mh, vero.
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Belli ed espressivi questi occhi! È molto facile associarli alla fisionomia della tua Miriel ^^
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Vero, ho trovato l’associazione molto spontanea, cosa che di rado mi succede quando osservo immagini disegnate per altri scopi.
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