Calculating the years of the Second and Third Age from birth to death of Erfea

Dear readers,
you will find below the main dates related to the biography of Erfea and the other characters of the Sailor’s Cycle.
Enjoy the reading!

3112 Second Age (later abbreviated to S.A.): Erfea, son of Gilnar, Prince of Hyarrostar and Nimrilien, of the Andunie lineage, was born in Minas Laure.

3117 S. A.: Miriel, daughter of Palantir, royal prince of Numenor, and his wife Silwen, was born in Armenelos.

3132 S. A.: Erfea meets Miriel, princess of Numenor, for the first time.

3136 S.A.: Erfea confronts the dragon Morluin and becomes known to the peoples of Middle-earth as Erfea Morluin.

3140 S. A.: Erfea speaks with Sauron in Palantir; death of Silwen, wife of Palantir.

3144-46 S. A.: Erfea makes her first travel to Middle-earth, where establishes friendly relationships with the Lords of the Eldar and meets Tom Bombadil and his wife, Lady Baccador. Before returning to Numenor, Erfea receives from the hands of Gil-Galad the sword Sulring, forged by the elven smiths of Gondolin in the days before his fall.

3146 S. A.: Erfea returns to Numenor, where he is made a knight. In the same year Prince Arthol, supported by a faction of rebellious Numenoreans, attentive to the life of Palantir and his daughter Miriel: the conspiracy is discovered thanks to the revelations of Erfea, and the conspirators are sentenced to death by Prince Akhorahil so that they do not reveal their identities of the real instigators of the attempted murder and of the coup d’état that would have followed.

3146-3253 S. A.: Erfea returns to Middle-earth, where he serves Gil-Galad, the last of the Elven High Kings east of the Sea; he goes to Rhovanion, where he meets Imracar Folcwine, lord of the Eothraim.

3168 S. A.: Groin, son of Bòr, lord of the people of Durin, was born in Khazad-Dum.

3170 S.A.: Erfea ventures to the extreme Harad, where he enters the great fortress of the Nazgul, discovering their real identities.

3183 S. A.: Ewen the Half-elf is born to Edhellond, daughter of a Numenorean sailor and a Noldo.

3254 S. A.: Erfea returns to Numenor, where he succeeds his father, now elderly, in the office of adviser to the sovereign Tar-Palantir.

3255 S. A.: The second civil war breaks out in Numenor: battle of Tharbad, where Erfea inflicts a severe defeat on the Captain of the faction loyal to Pharazon the usurper. At the end of the year, Ar-Pharazon becomes the twenty-fifth ruler of Elenna and marries her cousin Miriel, against her will and the laws of the kingdom.

3256 S. A.: Death of Gilnar and Nimrilien: Erfea becomes the last of the Hyarrostar lords.

3260 S. A.: The infamous oath: all captains of Numenor, except twenty-one, including Erfea and Amandil, swear loyalty to Ar-Pharazon.

3261 S. A.: Erfea is shipwrecked at the mouth of the Anduin and reaches the city of Edhellond, where he meets Elwen the half-elf: in the same year Ar-Pharazon lands at Umbar to subdue Sauron.

3270 S. A.: Erfea abandons Edhellond; the prince of Numenor returns to Imladris, where he meets Celebrian and finds Elrond and Galadriel. In the same year he arrives in Numenor, where he meets Miriel for the last time; fled to the Nazgul, Erfea settles in Osgiliath.

3277 S. A.: Erfea defeats the Black Captain in Edhellond and makes peace with Elwen.

3278–3320 S.A.: Erfea travels throughout Middle-earth, reaching the extreme north, Forochel, and Umbar, where she discovers that the real master of the port has become Sauron, who exercises his power through the Nazgul Adunaphel.

3320 S.A.: With the fall of Numenor (3319 S.A.), the exiled kingdoms of Arnor and Gondor are formed: Erfea is appointed superintendent of King Anarion in Osgiliath.

3429 S. A.: Adunaphel’s armies attack Minas Ithil which is later conquered, while the civilian population finds refuge in Osgiliath: Erfea and Anarion defend the city. In the same year the Orthanc Council is held, which lays the foundations for the birth of an alliance between Elves, Men and Dwarves in order to counter the rise of Sauron (Last Alliance).

3433 S. A.: The battle of the Dagorlad, in which Erfea participates; death of Bòr (Naug Thalion)

3441 S. A.: Isildur takes possession of the Sovereign Ring and Sauron flees to the east.

2 Third Age: Disaster in the Iridescent Fields: Isildur and his people are massacred.

8 Third Age: Erfea dies in Osgiliath, after seeing his friends Elrond and Celebrian for the last time, to whom he delivers his memoirs.

La battaglia della Dagorlad – L’assedio alla Barad-Dur

Care lettrici, cari lettori,
quest’oggi vi presenterò l’ultimo brano tratto da «Il Racconto del Marinaio e della Grande Battaglia» che vi ha accompagnato in queste ultime settimane: scoprirete in che modo fu condotto l’assedio di Barad-Dur, la grande torre che Sauron aveva costruito nella Seconda Era come dimora a sua difesa dei nemici. Sarà un assedio lungo e che richiederà un alto tributo di sangue, come sa chi ha letto le appendici del Signore degli Anelli: per tutti i miei lettori, comunque, sarà l’occasione di ricordare una pagina drammatica di quegli anni. Al termine di questo brano vi suggerisco di leggere quella che è la vera conclusione di questo racconto: L’ultima battaglia della Seconda Era, che racconterà della sconfitta finale di Sauron e del (piccolo) ruolo che Erfea ricoprì in quel caso…

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

Immagine in copertina: Barad-dur and the Lord of the Nazgul by DonatoArts

«Due giorni dopo la caduta dei Cancelli di Mordor, giunsero ai Signori dell’Alleanza liete novelle: una grande aquila, araldo di Ar-Thoron, comunicò loro la sconfitta subita da Ren il Folle per mano degli eredi di Isildur e di Anarion: “Invero grande è stato il valore mostrato da Elendur e da Meneldur – tali furono le parole del messaggero di Manwe –  ché non solo hanno messo in fuga al nemico, ma anche conquistato il valico di Cirith Ungol, sicché nessun rinforzo potrà ora giungere al Nemico per quella via ed egli è chiuso tra il martello e l’incudine”.

Lieti furono allora i volti di Isildur e di Anarion ed essi si strinsero in un fraterno abbraccio, orgogliosi per quanto avevano saputo mostrare i figli; tuttavia, Erfea, pur condividendo la medesima gioia, ammonì i comandanti con tali severe parole: “Esultiamo per la sconfitte che il Nemico ha testé subito, ma non obliamo che tale guerra è ancora lungi dal concludersi e che saranno necessari anni perché la dimora di Sauron cada e le nostre contrade possano conoscere l’agognata pace”.

Un inquieto silenzio scese allora fra quanti ascoltarono tale affermazione ed Elendil espresse ad alta voce le perplessità che ognuno provava nel profondo del proprio animo, ad eccezione, forse, di Gil-Galad e Cirdan: “Perché asserisci questo? Forse che le armate di Mordor non sono state messe in fuga e gli Ulairi non si nascondono ora negli antri profondi di Barad-Dur? Forse che i cancelli che custodivano l’ingresso alla terra nera non giacciano ora distrutti e non sono divelte le orgogliose serrature che un tempo ne tutelavano l’oscuro ingresso? Perché dovremmo noi temere colui che non è più in grado di muovere guerra contro la maestà dei popoli liberi?”

A lungo Erfea rimase in silenzio, forse temendo di rivelare quanto il suo cuore temeva in quell’ora oscura; infine, scuro in volto, così egli parlò: “O re, una parte della verità è stata svelata ai nostri sguardi e raccontata alle nostre orecchie, eppure, sappi questo, ché ancora numerose armate attendono all’Est, sicché, mentre noi discorriamo in tale luogo, esse si radunano ed accorrono sotto il vessillo di Sauron; amara sarà la sua resa, ché essa richiederà un alto tributo di vite e ognuno di noi verserà amare lacrime”.

Impallidì Elendil, ché egli aveva compreso, unico fra i Dunedain, a cosa alludesse il Sovrintendente di Gondor costì parlando; pure, parole non seppe adoperare per rispondergli ed abbandonò il consiglio di guerra: stupiti e turbati, gli altri capitani presero a mormorare quanto i loro pensieri celavano e più non discorsero di quanto si erano inizialmente preposti di affrontare.

Invero, quanto aveva affermato Erfea si rivelò veritiero, ché, lungi dall’essere sconfitto, il Signore di Mordor aveva radunato nuovi eserciti e, pur non disponendo di schiavi a sufficienza per muovere all’attacco, difese a lungo la sua fortezza, provocando con improvvise sortite e con sortilegi, che atterrivano i mortali come gli immortali, gravi perdite fra quanti erano dell’Alleanza. Cadde, dunque, Anarion, secondogenito del sovrano dei reami in esilio, colpito da un oscuro proiettile scagliato dalla torre oscura mentre egli tentava, invano, di raggiungerne il possente cancello e con lui molti dei signori di Gondor, accorsi a difenderlo con i loro scudi ed i loro corpi; altresì, perirono Furin della sesta casata dei Naugrim combattendo contro un possente troll, Thur, condottiero delle schiere di Belegost, trafitto da un dardo avvelenato, Eorsen, principe del Rhovanion e congiunto dell’Alto Theng, Aldor Roch-Thalion ed altri, i cui nomi sono andati smarriti nel corso dei secoli».

Suggerimenti di lettura:

L’ultima battaglia della Seconda Era

La fine della Battaglia della Dagorlad: la nomina dei nuovi sovrani

La Battaglia della Dagorlad – La profezia di Oropher si compie

La Battaglia della Dagorlad – L’intervento di Uvatha e delle Grandi Aquile

La battaglia della Dagorlad – L’arrivo della cavalleria alleata

La Battaglia della Dagorlad – Morte di un eroe

La Battaglia della Dagorlad – La strategia del Re Stregone

La Battaglia della Dagorlad – Una vittoria apparente…

La battaglia della Dagorlad – La carica dei Mumakil

La prima fase della battaglia della Dagorlad

Il discorso di incitamento di Gil-Galad ai soldati dell’Ultima Alleanza

La Battaglia della Dagorlad – Il catalogo delle forze alleate e nemiche

La Battaglia della Dagorlad – L’arrivo degli Ent

I piani di battaglia per la Dagorlad

Dwar a colloquio con i Signori dell’Ovest

Il coraggio di Morwin e la morte di Oropher e Amdir

Il primo attacco ai Cancelli Neri

Un giuramento infranto. La follia di Amdir e Oropher

Un’alleanza difficile

Gil-Galad, l’Alto re degli Elfi

 

La fine della Battaglia della Dagorlad: la nomina dei nuovi sovrani

Care lettrici, cari lettori,
quest’oggi vi accompagnerò alla fine della battaglia della Dagorlad: dopo aver sconfitto le forze di Sauron grazie anche all’arrivo inaspettato delle forze dei Nani delle casate situate nell’Estremo Oriente (leggi La Battaglia della Dagorlad – La profezia di Oropher si compie) le schiere dell’Alleanza decidono di porre l’assedio alla dimora di Sauron, il complesso di fortificazioni turrite che prende il nome di Barad-Dur. Prima di accingersi a questo difficile compito, tuttavia, ci sono alcuni sovrani che devono essere acclamati al posto di quelli morti in battaglia…

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«Benché provati dal dolore della perdita per la scomparsa di numerosi congiunti e dalla stanchezza che la vittoria aveva richiesto alle loro membra, pure i Signori dell’Occidente esortarono le loro armate a compiere un ultimo sforzo, impadronendosi del Cancello Nero, difeso da esigue truppe nemiche; avanzarono allora i possenti Ent ed essi rasero al suolo le imponenti costruzioni che gli schiavi del nemico avevano eretto. Terrorizzate dall’apparizione delle creature di Yavanna, le tremanti schiere di Sauron dopo aver tentato di opporre loro un’effimera resistenza, si arresero, consegnando le proprie armi nelle mani dei sovrani dell’Alleanza, domando loro pietà e di aver salva la vita; magnanimi, i condottieri dell’Occidente acconsentirono alle loro richieste, ché invero essi non avevano alcuna pietà solo verso le creature della Tenebra e non desideravano che, inutilmente, la terra fosse oltraggiata dal sangue di altri figli di Iluvatar quali erano questi uomini che tremanti avevano loro chiesto mercé.

Tre giorni era durata la battaglia campale ed essa aveva mietuto numerose vite in entrambi gli schieramenti, sicché, nelle settimane successive, i soldati del vespro furono occupati nella ricerca delle spoglie degli amici, dei congiunti. Grande invero era la strage, sicché occhio umano mai avrebbe potuto scorgerne la reale estensione e sebbene la vittoria fosse loro arrisa, pure pochi o punti furono uditi canti lieti negli accampamenti che essi avevano edificato all’interno della terra nera, nella piana che era detta di Udun, non distante dalla lugubre dimora dell’Oscuro Signore, ché ciascuno lamentava la perdita dei propri cari.

Bòr, caduto mentre tentava di spezzare l’assedio che le schiere di Mordor avevano mosso a quelle di Gil-Galad e di Elendil, fu seppellito in un tumulo, come richiedeva la tradizione del suo popolo e i sovrani delle liberi genti gli tributarono grandi onori, ché egli era stato trovato con ancora l’ascia stretta nel pugno, nonostante la vita l’avesse abbandonato da tempo: accanto al suo corpo furono deposti i frammenti della scimitarra di Indur, ché tutti sapessero che era stato vittima della crudeltà del Nazgul. Lacrime amare versò Erfea, ché egli considerava l’anziano nano come un secondo padre e nei giorni seguenti nel suo animo balenarono, rapidi come voli di gabbiani nella bruma, immagini dei giorni passati, allorché egli era ancora giovane e Bòr ambasciatore della sua gente presso la corte numenoreana; spesso discorreva con Groin delle imprese che il padre aveva compiuto nei lunghi anni della propria esistenza e, sebbene il dolore scemasse, pure mai venne meno il ricordo di Naug Thalion nel cuore del Sovrintendente di Gondor.

Infine, allorché ogni cerimonia funebre fu compiuta e gli onori ai caduti tributati, il condottiero delle schiere della sesta e della settima casata dei Khazad si inchinò ad Erfea e così lo salutò: “Salute a te, Khevialath, possente tra gli uomini! Tre mesi sono trascorsi dacché comparve il messaggero alato e ci annunziò che il principe dei Numenoreani era sopravvissuto all’assedio che il Nemico aveva mosso alla città del suo popolo e che egli abbisognava dell’aiuto di quanti fossero stati in grado di offrirlo; tosto, le nostre armate furono schierate e ben m’avvedo che se fossimo giunti anche un sol giorno innanzi, non avremmo trovato che la morte ad attenderci, ché invero i servi dell’Oscuro Signore erano sul punto di sopraffare ogni vostra resistenza”.

“Grati sono i nostri animi per quanto i tuoi sovrani hanno ordinato che avvenisse, ché non attendevamo altro aiuto alle nostre armate; possano i giorni delle vostre stirpi non avere mai fine e conoscere gloria e ricchezza sufficienti a rendere a ciascuno di voi grande gioia”.

Piacque a Furin – ché tale era il nome dell’araldo e condottiero delle schiere dei re Druin e Barin – le parole che Erfea aveva tosto pronunciato ed egli si inchinò nuovamente dinanzi a lui, prima di recarsi nella sua dimora.

Nei giorni seguenti, i condottieri dell’Alleanza tennero numerosi consigli di guerra, ché numerosi capitani erano caduti nella battaglia della Dagorlad ed era dunque necessario provvedere ad attribuire tali titoli di comando ad altri delle loro stirpi. Groin, in qualità di figlio di Bòr e per il valore che aveva dimostrato nelle battaglie cui aveva preso parte, divenne il nuovo comandante delle schiere di Khazad-Dum; gli elfi di Edhellond, ancora scossi per la perdita degli ultimi sovrani che avevano condotto loro in battaglia, preferirono, data la gravità della situazione, delegare ogni scelta a giorni di pace, ché, come disse uno fra loro, “siamo della schiatta dei Noldor ed essi hanno giurato fedeltà a Gil-Galad”. I discendenti di Bòr l’Orientale, scelsero il re di Gondor come loro signore, ché messaggeri avevano loro riferito che le contrade in cui un tempo avevano abitato erano state devastate dalla guerra, mentre le donne ed i bambini erano fuggiti al di là dell’Anduin, nella verde contrada del Lebennin, ché Elendil donò loro come feudo, memore delle sofferenze che tale stirpe aveva subito nel passato, con il solo impegno di soccorrere Gondor ed Arnor qualora tali reami avessero abbisognato del loro aiuto. Piacque agli uomini del Sud tale proposta ed essi, allorché la Seconda Era ebbe termine, si stabilirono alla foce del Grande Fiume, ed i loro eredi dimorano ancora in quelle contrade. I silvani originari di Lorien, infine, inviarono rapidi araldi ad Amroth, figlio di Amdìr, il quale non aveva preso parte ad alcuno degli scontri ché era rimasto nella patria, curandosi degli affari interni del suo reame; restio era il suo volere a scendere in guerra, ché egli era simile al padre, tuttavia, allorché apprese della morte di costui non poté rifiutarsi e assunse il titolo di re e comandante delle schiere del suo popolo».

Suggerimenti di lettura:

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Un’alleanza difficile

Gil-Galad, l’Alto re degli Elfi

 

From Numenor to Middle-earth: welcome, readers of “Il Ciclo del Marinaio”!

I open this blog to write, discuss and learn stories, songs and tales inspired by the Second Age of Middle-earth, as it was conceived and described by the English writer J.R.R. Tolkien. Some useful advice for reading: if you are interested in discovering the genesis of my novel, «Il Ciclo del Marinaio», I suggest you read these two articles: In principio era…Othello, ovvero come nacque il Ciclo del Marinaio and …e arrivò il Marinaio! Corto Maltese, Aldarion ed Erfea.
If, on the other hand, you prefer to read the various stories straight away, you can browse the categories that refer to the various stories, starting from the topmost article in the chronology and ending with the most recent one. To help you in reading these tales and to facilitate the understanding of notable names and events, I suggest you read these articles: Cronologia della vita di Erfea e dei racconti del Ciclo del Marinaio and Dizionario dei personaggi de «Il Ciclo del Marinaio».
Finally, if you want to appreciate other images like the one highlighted in this article, I invite you to take a look at the “Illustrations” category.
To learn more about aspects related to Tolkien’s thought and works, you can read the articles in the category «Characters, places and stories of Tolkien’s works»; if you enjoyed the film versions of “The Hobbit” and “Lord of the Rings”, I suggest you read the articles included in the “Seventh Art” section.
I remain at your disposal for any information and I wish you good reading!

La Battaglia della Dagorlad – La profezia di Oropher si compie

Care lettrici, cari lettori,
quest’oggi voglio accompagnarvi all’epilogo del «Racconto del Marinaio e della Grande Battaglia», che si concluderà con la vittoria dell’Alleanza e la caduta dei Cancelli Neri. La conclusione di questa battaglia era stata già, in verità, preannunciata dal morente re Oropher (potete rileggere qui la sua profezia), per cui i lettori più attenti potrebbero aver già colto quello che si dice uno «spoiler». Per gli altri, mi auguro che la conclusione possa essere di loro gusto. Un’ultima precisazione: questa battaglia avrebbe certamente richiesto una trattazione più lunga, tuttavia devo invitarvi a considerare che il narratore interno della vicenda – vale a dire Erfea – partecipando direttamente allo scontro dovette interrogare molti alleati e nemici prima di avere un quadro preciso di quanto era accaduto e, per questa ragione, il suo resoconto finale può sembrare più «asciutto» rispetto a una narrazione più approfondita ma – inevitabilmente – meno capace di raccontare una vicenda così grande e articolata.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

L’immagine in copertina è di Mikel Janin, «Battle of Azanulbizar»

«Il panico si impadronì allora della creature della Tenebra ed esse fuggirono dinanzi agli Ent o furono travolti dall’impeto delle loro forti braccia: Troll, Orchi o mastini che fossero, gli schiavi di Mordor furono sbaragliati e le schiere di Gil-Galad e di Elendil liberate dal mortale laccio che il Re Stregone aveva posto loro intorno; eppure, all’ala destra, le armate di Mordor, rinforzate dai cavalieri di Uvatha, tenevano ancora testa ai soldati di Isildur e di Glorfindel, sicché questi erano ormai prossimi a cedere, né avrebbero potuto essere in alcun modo raggiunti dagli Ent o da altra truppe dell’Alleanza, ché il Re Stregone mosse contro di loro i veterani del suo esercito, i Numenoreani Neri che portavano impresse sul proprio corpo le cicatrici di mille battaglie vinte. Nuova speme sorse allora nel cuore degli schiavi della Terra Nera, ché essi si avvidero della potenza dei loro padroni e presero ad esultare, consapevoli che se avessero impedito ai vari reparti del nemico di unirsi nuovamente, la vittoria sarebbe stata raggiunta.

Improvviso, un rauco corno fu udito nella piana e gli sguardi di tutti furono attratti dalla visione di piccole figure che giungevano da levante; esultanti, i cavalieri del Nemico si approssimarono ad andare loro incontro, ché credevano essere costoro i mercenari che i re dell’oriente avevano inviato in soccorso. Grande fu perciò la meraviglia e lo stupore dell’intero esercito di Mordor, allorché costoro udirono riecheggiare un nome per loro oscuro: “Khevialath! Khevialath!”(1) e si avvidero che costoro non erano uomini ma nani. Silenzio cadde allora fra quanti erano presenti nel campo di battaglia, rotto dal possente canto di battaglia di Erfea e di Groin, ché essi compresero quali aiuti erano giunti loro in quell’ora sì oscura; nuova speme sorse allora negli animi dei soldati dell’Alleanza, ché essi si avvidero che nuovi soccorsi giungevano e riacquistarono le forze che le crudeli ore di combattimento avevano sottratto loro. Incredulità si dipinse invece sui biechi volti degli schiavi di Mordor, ché essi non comprendevano da quale luogo fossero giunti quei nani le cui insegne erano sconosciute pressoché a tutti, eccetto a quelli della stirpe di Bavòr (2), che sino a quel momento si erano tenuti in disparte.

Lesti, i guerrieri travolsero qualunque resistenza venisse loro opposta; finanche i cavalieri di Uvatha fuggirono in preda al panico, ché i Nani della Sesta e della Settima casata erano numerosi e bene armati, né era possibile incutere loro timore, ché erano armati di una temibile arma, quale mai i Variag del Khand e i popoli dell’Harad avevano mirato: una mazza lunga ottanta pollici che i Nani impugnavano con entrambe le mani, mirando ai garretti dei destrieri dei nemici, sicché questi cedettero e furono travolti dai pesanti stivali che i figli di Aule calzavano.

Il panico si impadronì allora di quanti servivano nelle file di Mordor ed essi presero a fuggire, mentre il Re Stregone ordinava alle schiere di Bavòr di proteggere la ritirata delle sue truppe sul suo fianco sinistro; vana si rivelò tuttavia tale mossa, ché i Nani dell’Oriente travolsero finanche quest’ultima resistenza e permisero alle schiere di Isildur e di Glorfindel di spezzare le linee nemiche e di riunirsi ai loro congiunti. Grande fu allora la rovina degli eserciti di Mordor, ché essi subirono gravissime perdite, sicché solo un decimo dei guerrieri che avevano fatto il loro baldanzoso ingresso dagli ampi Cancelli della Nera terra fece ritorno alla dimora di Sauron, abbandonando nelle mani dell’Alleanza una gran quantità di viveri e di strumenti bellici di ogni sorta».

Note:

  1. Khevialath era il nome che i nani avevano attribuito ad Erfea: nella loro favella significa «Il lungimirante».
  2. La stirpe di Bavòr combatteva sotto le insegne di Mordor.

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La Battaglia della Dagorlad – L’intervento di Uvatha e delle Grandi Aquile

Care lettrici, cari lettori,
siamo ormai quasi giunti al termine di una lunga serie di articoli incentrati sulla narrazione della grande battaglia combattuta dinanzi ai Cancelli Neri di Mordor alla fine della Seconda Era. In questo brano leggerete delle geste di Uvatha il Cavaliere, uno dei Nove Nazgul, e dell’arrivo delle Grandi Aquile, il cui intervento fu salvifico per evitare la sconfitta delle truppe dell’Alleanza…

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«Gli Orchi e gli Uomini si adunarono ancora una volta e mossero all’attacco, spronati gli uni dalla malizia del loro Oscuro Signore, gli altri dalle fruste dei loro aguzzini; i Cancelli neri si aprirono e nuove schiere presero parte alla battaglia ed erano costoro i cavalieri di Uvatha, Nono tra coloro che accettarono gli anelli del potere degli uomini, colui che le sue schiere temevano sopra ogni altro capitano di Sauron, eccetto il Re Stregone in persona. Implacabile era infatti l’odio di Uvatha verso le schiere dell’Occidente e si narra che egli fosse il più abile cavaliere della Terra di Mezzo, superiore finanche a Glorfindel e ad Erfea; rapidi i suoi diecimila cavalieri caricarono, travolgendo nel loro impeto alleati ed avversari.
Le trombe soffiarono e gli scudi furono scossi, sicché parve che nuovamente la sorte arridesse ai servi di Mordor: ritto sul suo crudele destriero il Signore dei Nazgul rise oscenamente e le sue truppe ne condividevano la letizia; eppure, come qualche giorno prima aveva profetizzato Cirdan del Lindon, vi erano voleri che neppure il crudele artiglio dell’Oscuro Signore avrebbe potuto arrestare. Giunsero infatti le possenti aquile di Manwe e parve ai nemici che fosse in atto una grande stregoneria, quale si sussurrava compissero i Priminati nell’oscuro delle loro dimore, ché una vasta selva parve muovere contro di loro e l’aree fu pieno dei rauchi richiami che i pastori degli alberi, gli antichi Onodrim, si rivolgevano l’un l’altro».

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Gil-Galad, l’Alto re degli Elfi

 

Elwen, the half-elf of Edhellond

Dear readers,
today I present the other female protagonist of my stories. Her name is Elwen, which in the language of the Elves means “maiden of the stars”.

Half-elf, daughter of an Elf Noldo and a Numenorean. She met Erfea when he took refuge in Edhellond, the city in which he lived, to escape from the servants of Pharazon. After entering into a romantic relationship with Erfea, Elwen was deceived by the elven sire of that city, Morwin, who seduced and married her, convincing her to choose the immortality of her species. After discovering Morwin’s deceptions and making peace with Erfea, Elwen chose to spend her life with him, divorcing her husband. The story tells that she did not arrive at the Sea where Erfea was waiting for her and her end is unknown to all, except Erfea himself, who only mentioned it to Celebrian. It appears in the following stories: The Sailor and the Half-elf; The Sailor and the Great Battle; Birth of a cold star; The Infamous Oath.

Which of the following publications that portrays her do you like best?

Elwen, by Lidia de Simone
Elwen by Anna Francesca Schiraldi
Elwen, by Fabio Porfidia

To know more…

Ritratti – Elwen di Edhellond

Ritratti – Elwen

Elwen la Mezzelfa

Dizionario dei personaggi de «Il Ciclo del Marinaio»

I dubbi di una scelta difficile: Elwen, Morwin ed Erfea

Nascita di una stella fredda

Il nemico del mio nemico…è mio nemico

L’assedio di Edhellond

La battaglia della Dagorlad – L’arrivo della cavalleria alleata

Care lettrici, cari lettori,
riprendo in questo articolo la narrazione della grande battaglia combattuta alla fine della Seconda Era dinanzi ai Cancelli Neri di Mordor. Per recuperare gli altri episodi vi suggerisco di leggere i link che troverete in basso.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«All’ala sinistra, Erfea ed Elrond opponevano una strenua resistenza alle armate di Adunaphel, nonostante avessero subito gravi perdite; tosto, tuttavia, essi furono raggiunti dalle truppe di Gondor e spezzarono le linee avversarie, caricando il fianco sinistro dello schieramento centrale dell’armata del Re Stregone; rapido, costui ordinò ai possenti troll di montagna e di caverna di avanzare ed essi, sbucati dalle luride tane nelle quali erano occultati alla luce del sole, si avventarono su soldati di Gondor che giungevano recando seco soccorsi e ne trucidarono le avanguardie. Invero, fu detto che mai giunse sì prossimo alla vittoria il Capitano Nero, ché non vi erano più rinforzi che i suoi avversari potessero gettare nella mischia ed egli aveva ancora numerose armate che, richiamate dalla fortezza di Barad-Dur e dal valico di Cirith Ungol, attendevano silenti – al di là del Nero Cancello – un suo ordine per avanzare contro le superstiti truppe dell’Occidente; eppure, egli non sapeva che tosto sarebbero giunti i cavalieri del Lindon e del Rhovanion a muovere battaglia alle orde di Mordor e invero grande fu la sorpresa nel suo animo allorché furono uditi corni echeggiare nella desertica piana ed apparvero cinquantamila destrieri sormontati da Elfi e Uomini spietati.

Le schiere che avevano circondato l’ala sinistra dello schieramento dell’Alleanza furono travolte e calpestate dagli zoccoli dei cavalli del vespro; atterrite dall’improvvisa apparizione della cavalleria dell’Alleanza, le schiere di Mordor ondeggiarono, indi fuggirono, consentendo alle schiere di Aldor e di Herìm, ché costoro erano infatti all’avanguardia, di raggiungere le armate di Elendil e Gil-Galad, trucidando gli Orchi e gli Esterling che tenevo imprigionati in una morsa crudele le schiere dell’Occidente. Rapidi allora, nonostante la mole massiccia che ne caratterizzava i mostruosi corpi, i troll si avventarono sui cavalieri, squarciando i cavalli e scagliando i loro miseri resti contro i fanti nemici; ivi caddero molti nobili condottieri dell’Alleanza, ed Herìm ed Edheldin perirono travolti dalle rozze clave che le creature di Mordor impugnavano».

Per saperne di più:

La Battaglia della Dagorlad

Morte di un eroe

La Battaglia della Dagorlad – La strategia del Re Stregone

La Battaglia della Dagorlad – Una vittoria apparente…

La battaglia della Dagorlad – La carica dei Mumakil

La prima fase della battaglia della Dagorlad

Il discorso di incitamento di Gil-Galad ai soldati dell’Ultima Alleanza

La Battaglia della Dagorlad – Il catalogo delle forze alleate e nemiche

La Battaglia della Dagorlad – L’arrivo degli Ent

I piani di battaglia per la Dagorlad

Dwar a colloquio con i Signori dell’Ovest

Il coraggio di Morwin e la morte di Oropher e Amdir

Un giuramento infranto.

La follia di Amdir e Oropher

Un’alleanza difficile

Gil-Galad, l’Alto re degli Elfi

Erfea Morluin, male character of “Il Ciclo del Marinaio”

Twenty-fifth Prince of the Hyarrostar, one of the five historical regions of the kingdom of Numenor, son of Gilnar and Nimrilien. In the dwarven language he was also known as Khevialath, which means “the far-sighted”. A distant descendant of Atanalcar, the fourth and last son of Elros Tar-Minyatur, he is the male protagonist of «Il Ciclo del Marinaio». Paladin of great value, over the years he will forge a relationship with Miriel, princess and later queen of Numenor, which ended abruptly in the aftermath of the coup that led to the accession to the throne of Pharazon. Subsequently, exiled from Numenor because he disliked the new ruler, he settled in Middle-earth, in Edhellond, where he formed a relationship with Elwen, which ended when she married Morwin, the Lord of that City. Following the destruction of Numenor and the death of Miriel he settled in Osgiliath, as superintendent of the kingdom of Gondor. Although extremely old, he took part in the defense of the city from the assault of Sauron’s troops and in the subsequent counterattack that ended with the destruction of Mordor and the loss, by the Dark Lord, of the One Ring. Erfea died in the eighth year of the Third Era. It appears in all the stories.

erfea

Readings tips:

Ritratto di un principe

Erfea, o degli eroici imperfetti

Ritratti

Ritratti – Parte II

La Battaglia della Dagorlad – Morte di un eroe

Care lettrici, cari lettori,
proseguo in questo nuovo articolo la narrazione della Battaglia della Dagorlad, combattuta alla fine della Seconda Era. Nel precedente articolo (clicca qui), avete letto delle strategie messe in campo dal Re Stregone per contrastare l’avanzata delle truppe di Uomini ed Elfi e del soccorso portato dai Nani (Naugrim) alle schiere dell’Alleanza: in questo capitolo leggerete del prezzo pagato dai Popoli Liberi per portare a termine questa manovra e impedire alle truppe del Re Stregone di trionfare sul campo di battaglia.

Buona lettura, aspetto i vostri commenti!

«Indur, che sostava alla retroguardia con le sue legioni, si avvide del pericolo che le fresche ed esperte armate dei Popoli Liberi recavano seco, sicché il suo animo fu colmo di odio ed egli balzò in avanti, raggiungendo Naug Thalion nel bel mezzo della mischia; lesto come il serpente allorché addenta la sua sfortunata preda, il Nazgul colpì il prode signore dei nani al costato; la lama dello spettro andò in frantumi, ché invero gli usberghi in mithril forgiati nelle miniere di Moria erano impenetrabili e finanche le armi di uno dei Nove potevano ben poco contro di loro; l’anziano cuore del nano, tuttavia, non resse, ed egli si accasciò lentamente, stringendo nella sua morente mano l’arma che così tante vite aveva mietuto sin dal giorno in cui l’aveva ereditata dal padre.

Rise Indur, eppure la sua letizia si tramutò tosto in terrore, ché si avvide della rovina che i suoi fanti avevano subito per mano delle schiere di Gondor, sicché lesto fuggì nella tenebra, portandosi ove ancora i servi di Mordor resistevano».

Consigli di lettura:

La Battaglia della Dagorlad – La strategia del Re Stregone

La Battaglia della Dagorlad – Una vittoria apparente…

La battaglia della Dagorlad – La carica dei Mumakil

La prima fase della battaglia della Dagorlad

Il discorso di incitamento di Gil-Galad ai soldati dell’Ultima Alleanza

La Battaglia della Dagorlad – Il catalogo delle forze alleate e nemiche

La Battaglia della Dagorlad – L’arrivo degli Ent

I piani di battaglia per la Dagorlad

Dwar a colloquio con i Signori dell’Ovest

Il coraggio di Morwin e la morte di Oropher e Amdir

Il primo attacco ai Cancelli Neri

Un giuramento infranto. La follia di Amdir e Oropher

Un’alleanza difficile

Gil-Galad, l’Alto re degli Elfi